xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
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E. Cunsolo<br />
pattern vibratori, che variano in funzione della frequenza del tono stimolante. Per<br />
toni al disotto dei 1500 Hz la membrana della finestra rotonda mostra un movimento<br />
a “va e vieni”, in opposizione di fase con la finestra ovale. Nelle frequenze<br />
centrali, tra 1500 e 3000 Hz, compaiono due sezioni vibranti della membrana<br />
della finestra rotonda, sfasate tra loro di 180° (la sezione anteriore si introflette,<br />
mentre la posteriore si estroflette e viceversa). Per le frequenze oltre i 3000 Hz il<br />
pattern vibratorio diviene complesso, con una commistione delle due tipologie di<br />
movimento già descritte (“mixture of modal and travelling wave motion”).<br />
Quando, invece, viene praticato un foro platinare ed inserita una protesi stapediale<br />
con diametro dello stelo di 0,6mm scompaiono questi diversi pattern vibratori,<br />
sostituiti da un unico movimento “va e vieni”, che si mantiene costante per<br />
tutto l’arco delle frequenze udibili da 100 a 10000 Hz. L’utilità clinica di tali<br />
informazioni è ancora da verificare, esse però testimoniano il grado di sofisticazione<br />
del “gioco delle due finestre” e l’importanza del suo mantenimento. Sulla<br />
base di queste considerazioni risulta comprensibile come lo scopo funzionale<br />
dell’accoppiamento acustico sia quello di rendere “quanto più” in contrasto di<br />
fase il movimento delle due finestre. In tal modo si esalta l’efficienza della pressione<br />
sonora a livello della finestra ovale. Questo concetto, sul piano della<br />
modellistica matematica, si esprime con la semplice espressione ΔP=P ovale -<br />
P rotonda . La pressione sonora efficace esercitata sulla finestra ovale risulterà, pertanto,<br />
dall’effetto cumulativo dell’accoppiamento ossiculare (P s) più l’accoppiamento<br />
acustico (ΔP), cioè Ps + (P ovale -P rotonda ). Questa grandezza esprime, in ultima<br />
analisi, la misura del ruolo biomeccanico dell’orecchio medio, finalizzato ad<br />
imprimere un movimento alla staffa che Peake 26 , Rosowski e Merchant 28 quantificano<br />
come “volume-velocità della staffa” (U s ): “the stapes volume velocity is<br />
equal to its piston-like linear velocità multiplied by the area of the stapes footplate”.<br />
Anche questi concetti hanno un’immediata ripercussione clinica, fornendo<br />
un’interpretazione biomeccanica sull’efficacia del volume-velocità di protesi<br />
stapediali di diametro superiore a 0.4 mm 28 . Sebbene una platina abbia una superficie<br />
media di 3.2 mm 2 ed una protesi stapediale di 0.4mm di soli 0.12 mm 2 , si<br />
avrà un efficace effetto trasmissivo poiché l’escursione del pistone, per le intensità<br />
fisiologiche, è nettamente più ampia rispetto a quelle della staffa integra.<br />
Aumenterà così la velocità lineare del pistone, con valori di velocità volume<br />
simili a quelle delle staffe normali per pistoni di diametro 0,6 – 0.8 mm 29 . Questa<br />
osservazione ci introduce all’ultimo concetto necessario per completare il semplice<br />
modello matematico dell’orecchio medio che stiamo esaminando: il concetto<br />
dell’Impedenza staffa-coclea (Z sc ).<br />
La pressione sonora, risultante dall’azione combinata di accoppiamento ossiculare<br />
ed acustico, eserciterà la sua azione (forza su superficie) su un sistema<br />
meccano-idraulico, che offrirà un “impedimento” ad essere posto in vibrazione e<br />
perciò determinerà un’impedenza. Il complesso platina-staffa genererà la componente<br />
meccanica dell’impedenza, mentre il complesso dei liquidi labirintici<br />
realizzerà quella idraulica. Per tale motivo l’impedenza viene definita:<br />
Impedenza staffa-coclea (Z sc ).<br />
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