xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
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Attualità nella fisiopatologia dell’orecchio medio<br />
determinare i quadri patologici disventilatori dell’orecchio medio. Numerosi<br />
studi clinici “classici” 42 hanno correlato le flogosi recidivanti dell’infanzia come<br />
causa della ridotta pneumatizzazione, al di sotto dei 7 cm2 , che perpetua la con-<br />
dizione di “sindrome dell’otite cronica”. Anche numerosi studi sperimentali<br />
hanno permesso di confermare come un’occlusione tubarica sia causa di una<br />
mastoide eburnea. Attualmente si ritiene che l’entità della pneumatizzazione<br />
mastoidea abbia anche una base genetica. A dimostrazione di ciò vi sono gli identici<br />
gradi di pneumatizzazione mastoidea in gemelli monocoriali, l’iperpneumatizzazione<br />
mastoidea che si verifica in otopatie a genesi genetica, come la stessa<br />
otosclerosi. E’ altresì verosimile come negli individui “otitis prone” vi sia un<br />
vero e proprio mosaico di condizioni favorenti l’instaurarsi ed il perpetuarsi di<br />
una patologia disventilatoria dell’orecchio medio. Su questa base è difficile pensare<br />
ad un rapporto causa/effetto con una gerarchia ed una cronologia ben definita<br />
e rigida, quanto piuttosto ad una concomitanza di fattori sinergici nel definire<br />
il quadro complessivo nel suo insieme, che finirà col comprendere anche meccanismi<br />
a tipo “circolo vizioso”.<br />
Altro punto dibattuto è se l’iper-pneumatizzazione mastoidea possa rappresentare<br />
un fattore di protezione riguardo alla patologia barotraumatica da immersione<br />
e da volo. Uzun 45, 46 ritiene l’ipopneumatizzazione un fattore statisticamente<br />
significativo nel prevedere il rischio di barotrauma dell’orecchio medio negli<br />
“aspiranti” subacquei con un’otoscopia ed una audio-impedenzometria normali.<br />
La motivazione fisiopatologica di ciò è duplice. Da un lato una mastoide ben<br />
aereata testimonia comunque la bontà della ventilazione timpanica sin dall’età<br />
pediatrica, considerando che la pneumatizzazione mastoidea si definisce all’età<br />
di 5 anni, con un ulteriore “rifinitura” che si prolunga sino a 15-20 anni.<br />
Dall’altro, per la legge generale dei gas, una mastoide ben pneumatizzata implica<br />
un grande volume d’aria (sino ad oltre 20 cm 3 ) e questo “ammortizza” bene le<br />
variazioni di volume, minimizzando le variazioni di pressione correlate. In letteratura<br />
non vi è, però, accordo completo sulla funzione “buffer” della pneumatizzazione<br />
mastoidea 47 , così come vi sono studi recenti che riportano questo elemento<br />
come ininfluente sulla suscettibilità al barotrauma dell’orecchio medio da<br />
immersione 48 .<br />
Sul piano pratico, si può ritenere utile una valutazione preoperatoria della<br />
pneumatizzazione mastoidea mediante TC, a strato sottile, in proiezione assiale<br />
e coronale, con algoritmo per l’osso. Questa può essere utile nel pianificare il<br />
“bone work” nella programmazione dell’intervento di timpanoplastica. Nelle<br />
tecniche chiusi è, infatti, di fondamentale importanza creare i presupposti anatomo-funzionali<br />
per un’ottimale ventilazione mastoidea post-operatoria. Uno dei<br />
principali è quello della conservazione, per quanto possibile, di aree di mucosa<br />
non patologica, soprattutto a livello dell’epitimpano 49 .<br />
Il successo anatomo-funzionale dopo timpanoplastica chiusa è documentato<br />
da un follow-up post-operatorio (TC e/o endoscopico) che mostri una cavità di<br />
mastoidectomia regolare, liscia, ben areata e senza ispessimenti mucosali e da<br />
ristagno di secrezioni<br />
43, 44<br />
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