xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
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La endoscopia nella chirurgia dell’orecchio medio<br />
gia eradicativa del colesteatoma del seno timpanico sia necessario l’aiuto di un<br />
endoscopio per valutare la presenza di eventuali residui “dietro l’angolo” altrimenti<br />
di difficile valutazione con la sola chirurgia tradizionale.<br />
Fatthi Abdel Baki e Coll 11 in un recente studio dimostrano come il seno timpanico<br />
sia estremamente variabile come dimensioni e profondità. L’autore esaminando<br />
30 ossa temporali e valutando il seno timpanico dimostra come la profondità<br />
media di questo spazio sia di circa 2.6 mm con range da 0.9 mm a 6.1<br />
mm, inoltre segnala 6 seni timpanici con estensione posteriore profonda oltre il<br />
canale del nervo facciale. Questi dati dimostrano come sia difficile l’esplorazione<br />
del seno timpanico con metodica tradizionale e, come lo stesso autore ammette,<br />
l’utilizzo dell’endoscopio a diverse angolazioni sia necessario per lo studio<br />
della cavità retrotimpanica altrimenti inesplorata con l’utilizzo del microscopio.<br />
La presenza costante di una cresta ossea più o meno spessa anteriormente al<br />
nervo facciale determinante la parete laterale del seno timpanico e la possibile<br />
estensione profonda di questo seno oltre il nervo facciale rendono difficilmente<br />
esplorabile il seno timpanico anche mediante procedure chirurgiche radicali (tecnica<br />
canal wall-down).<br />
Anche il ponticulus è stato oggetto di diversi studi anatomici che ne hanno<br />
dimostrato l’estrema variabilità anatomica. Questa sottile cresta ossea è tesa tra<br />
il processo piramidale posteriormente e il promontorio anteriormente dividendo<br />
il seno timpanico dal seno timpanico posteriore. Messerotti e coll 12 osservarono<br />
come questa cresta ossea sia assente in un 50% dei casi determinando la confluenza<br />
del seno timpanico con il seno timpanico posteriore. James J. Holt 13 in un<br />
recente studio del 2005 valuta 50 ossa temporali e constatata che nella maggior<br />
parte dei casi (33 su 50) il ponticulus è completamente formato ma di spessore<br />
variabile (estremamente sottile o più spesso) e solo in 10 temporali denota l’assenza<br />
di questa struttura e in 7 l’iposviluppo.<br />
Fatthi Abdel Baki e Coll 11 trovano un iposviluppo del ponticulus nel 36% dei<br />
casi esaminati, mentre nel 30% dei casi questa cresta ossea si presenta perforata<br />
permettendo una comunicazione tra seno timpanico e seno timpanico posteriore;<br />
tale comunicazione deve essere necessariamente esplorata durante l’asportazione<br />
del colesteatoma in quanto può essere sede di persistenza epidermica.<br />
Anche l’epitimpano anteriore è uno spazio che rimane difficilmente esplorato<br />
in microscopia, questa regione anatomica è stata nominata nel corso degli anni<br />
con numerose diciture (recesso spratubarico; seno epitimpanico; attico anteriore).<br />
L’epitimpano anteriore è in realtà un area anatomica racchiusa tra il canale<br />
del tensore del timpano e il processo cocleariforme inferiormente, il tegmen<br />
superiormente, le cellette precarotiche anteriormente, la fossetta genicolata<br />
medialmente e il muro della loggetta lateralmente. L’epitimpano anteriore assume<br />
una importanza fondamentale in quanto è l’unico spazio anatomico che pone<br />
in comunicazione il protimpano e l’area tubarica con l’area antro-mastoidea. Una<br />
patologia ostruttiva epitimpanica comporta quindi una disventilazione mastoidea<br />
cronica che è alla base della patogenesi del colesteatoma epitimpanico acquisito.<br />
La presenza di un epitimpano anteriore più o meno pneumatizzato e quindi<br />
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