xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
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Aspetti medico-legali nella chirurgia dell’orecchio medio<br />
nire in caso di difficoltà. La informazione preoperatoria del paziente deve essere<br />
completa e accessibile alla comprensione sia a riguardo delle varie tecniche<br />
chirurgiche praticabili, stapedotomia con o senza laser oppure in casi particolari<br />
l’eventualità di una stapedectomia di salvataggio che rappresenta una tecnica<br />
più complessa, sia circa il tipo di anestesia spiegando l’utilità della neuroleptoanalgesia<br />
rispetto all’anestesia generale. Infatti va spiegato al paziente l’utilità<br />
dell’anestesia locale che consente un rapido riscontro intraoperatorio dell’insorgenza<br />
di vertigini e quindi di sofferenza labirintica ed una valutazione<br />
immediata del risultato funzionale dopo il posizionamento di una protesi stapediale<br />
o di una procedura di ossiculoplastica. Il paziente deve essere quindi edotto<br />
sulle possibili complicanze dell’intervento 6 con riferimento alla loro incidenza<br />
statistica e nel caso dell’otosclerosi, oltre al temibile danno uditivo trasmissivo<br />
o percettivo, vanno menzionati anche se rari i rischi di paralisi facciale, di sofferenza<br />
della corda del timpano con alterazioni gustative e di fistola perilinfatica<br />
con disturbi vertiginosi. I disturbi gustativi e dell’equilibrio, anche se temporanei<br />
e di entità clinica non grave, possono comportare in certi pazienti un importante<br />
pregiudizio lavorativo (sommelier, sportivi, equilibristi,ballerini) e quindi<br />
le caratteristiche professionali del paziente vanno adeguatamente considerate<br />
nella fase anamnestica preoperatoria.<br />
Nel caso di interventi di miringoplastica e timpanoplastica l’obiettivo funzionale<br />
riveste un ruolo più contenuto rispetto alla chirurgia della staffa e alle<br />
procedure di ossiculoplastica coesistendo inizialmente la finalità di un risultato<br />
anatomico soddisfacente che ripristini una efficace barriera protettiva rispetto al<br />
mondo esterno e delle condizioni predisponenti ad un miglioramento della funzione<br />
uditiva. In tale contesto va ricordato come la riperforazione della membrana<br />
timpanica dopo miringoplastica ha una incidenza statistica variabile dal 5% al<br />
30% a seconda delle varie casistiche 11 . Risvolti più delicati possono emergere<br />
nell’ambito della chirurgia del colesteatoma che si propone come primo obiettivo<br />
la rimozione radicale della malattia e quindi il ripristino di una condizione<br />
anatomo-funzionale soddisfacente a carico dell’orecchio medio. In tale contesto<br />
non sempre un peggioramento postoperatorio dell’udito corrisponde ad una<br />
lesione causata dall’operatore ma a volte rappresenta una inevitabile conseguenza<br />
di una procedura chirurgica corretta che andrebbe comunque prevista e prospettata<br />
preoperatoriamente al paziente nell’ambito del consenso informato. In<br />
questa patologia riveste un ruolo importante la corretta esecuzione ed interpretazione<br />
delle indagini radiologiche di recente esecuzione (TC in particolare) al fine<br />
di definire correttamente l’interessamento delle varie strutture dell’oreccchio<br />
medio-interno e della base cranica in modo da prevedere per quanto posssibile<br />
un risultato anatomo-funzionale sfavorevole. Nell’evenienza di fattori imprevedibili<br />
che abbiano condizionato un insuccesso funzionale sarebbe opportuno<br />
documentarli anche nell’ambito di una registrazione filmata dell’intervento. Nel<br />
caso del colesteatoma, inoltre, bisogna evitare un ritardo diagnostico ed un inadeguato<br />
controllo della evoluzione clinica del quadro patologico che può estendersi<br />
a strutture anatomiche limitrofe provocando gravi complicazioni. Un dato<br />
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