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Dimensiuni ale limbajului n context carceral

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manoscritto Z è completo: alcuni capitoli sono ridotti, altri omessi, però contiene delle parti mancanti in F, e<br />

viceversa, anche F ha alcuni capitoli, che non si trovano in Z, mentre R contiene brani mancanti in entrambi. 1<br />

La collaborazione di Marco e Rustichello ha prodotto una prosa caratterizzata da instabilità: il numero<br />

cospicuo di varie redazioni prodottesi nel corso dei secoli fa pensare all’idea che il Milione sia nato con il<br />

carattere metamorfico, che sia un testo che si trasformi ogni volta in un’altra veste linguistica, secondo il<br />

cambiamento dei gusti e dei tempi. Il testo è instabile già nel momento della sua nascita, ed è esposto a una<br />

serie di variazioni e trasformazioni non solo sul livello linguistico ma anche sul piano stilistico.<br />

2. In assenza dell’autografo, o comunque di una redazione completa, si è posto il problema su qu<strong>ale</strong><br />

manoscritto si deve fondare l’edizione moderna. Si può pubblicare una singola redazione, oppure ricostituire<br />

un Milione più o meno vicino all’origin<strong>ale</strong> perduto a partire da più fonti disponibili. Passo in rassegna<br />

brevemente le più importanti edizioni del Milione:<br />

Alcune redazioni del libro di Marco Polo furono pubblicate già a partire dall’invenzione della stampa,<br />

di cui l’edizione più famosa è quella di Ramusio. Tra le pubblicazioni moderne la prima più importante è il<br />

cosiddetto Testo Geografico, cioè l’edizione del ms. fr. 1116, a cura di J. B. G. Roux de Rochelle, nel 1824,<br />

per la Société de Géographie. Seguirono edizioni successive, fu pubblicata la redazione toscana da G. B.<br />

Baldelli Boni, nel 1827, e da A. Bartoli nel 1863, che utilizzò parzialmente il Testo Geografico per completare<br />

la versione toscana. Questo è il testo definito “Ottimo”, cioè la redazione TA 1 , letta dal pubblico italiano nel<br />

corso del Novecento nelle molte ristampe successive. La prima edizione critica del Milione toscano appare<br />

solo nel 1975, a cura di V. Bertolucci Pizzorusso, che pubblica la redazione TA 2 , più corretta e conservativa<br />

rispetto a TA 1 .<br />

Benedetto fece due edizioni: nel 1928 pubblicò F, integrandolo nell’apparato con le varie redazioni<br />

(FG, TA, VA, Z, R). In questo modo arriva alla ricostruzione dell’origin<strong>ale</strong> perduto, creando un’edizione per i<br />

filologi. Nel 1932 esce un’altra edizione (editio minor), destinata a un più largo pubblico, in cui le<br />

integrazioni che erano nell’apparato nell’edizione precedente vengono inserite nel testo, che viene tradotto in<br />

italiano. In questo modo si crea un Milione artifici<strong>ale</strong>, il qu<strong>ale</strong>, anche se completo dal punto di vista del<br />

contenuto, perde qualcosa del testo. 2 L’edizione di Gabriella Ronchi (1982 1 ) comprende due redazioni: il testo<br />

toscano (cioè TA 2 , stabilito da V. B. Pizzorusso) e quello franco-italiano (che “diverge in alcuni punti rispetto<br />

al testo fissato da Benedetto” 3 ), mentre le parti che mancano in entrambe sono integrate con Z in apparato.<br />

Il carattere metamorfico del Devisement dou monde si giustifica con le edizioni moderne. Secondo me<br />

le edizioni di questo tipo non fanno altro che continuare la “tradizione”. Il lavoro di Benedetto è paragonabile<br />

1 Esistono altre ipotesi, ma lo stemma stabilito da Benedetto è generalmente accettato dagli studiosi.<br />

2 Una simile edizione è quella di Moule & Pelliot, uscita a Londra nel 1938, una traduzione inglese del testo franco-italiano,<br />

contenente le integrazioni; lo stesso testo è riprodotto da Hambis (1955) e tradotto in francese moderno.<br />

3 RONCHI 2006, p. 674.

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