Dimensiuni ale limbajului n context carceral

geografiche, cioè descrizioni di città o regioni. I capitoli sembrano seguire lo stesso schema 1 : ogni volta viene
precisato il nome del territorio, la distanza che lo separa da quello descritto in precedenza, la religione, la
lingua degli abitanti, seguite da alcune informazioni relative alle usanze e alla religione del popolo descritto,
p. es. “Les jens sunt ydres et ont langajes por eles; il sunt au grant kan” (CXXV), “Les jens sunt ydules et
font ardoir lor mors; il sunt au grant can et ont la monoi de carte;” (CXXXI). Nell’importanza data alle
informazioni è evidente il punto di vista di un mercante: viene precisato di cosa vivono, se sono mercanti e di
cosa si occupano: “Il vivent de mercandies et d’ars; il ont soie en abundance; il font dras d’ores et de soie de
toutes faisonz” (CXLV). Simili informazioni le troviamo in tutti i capitoli, nei primi paragrafi, seguite da altre
“meraviglie”, specificità di una città o regione descritte: nei brani che parlano dell’Impero mongolo viene
presentato il contributo di Khubilai Khan allo sviluppo economico e culturale del popolo in questione.
Il carattere enciclopedico del Milione permette una lettura non-lineare. Le “schede” geografiche di
solito iniziano con la precisazione della città da dove si parte, oppure con altre indicazioni geografiche 2 , p. es.
“Et quant l’en s’en part de Erignul et ala 3 ver levant 4 VIII jornee, il treuve une provence que est apellés
Egrigaia...” (LXXIII).
Lo stile del Milione dà origine alla riduzione del testo e alle omissioni di singole parti, o interi capitoli,
perché spinge i copisti al saut du même au même. Ci sono alcune formule ricorrenti che introducono o
chiudono una sezione, che funzionano come elementi di connessione: le parti descrittive, cioè le “schede”
geografiche cominciano quasi sempre con Ci devise de nel testo franco-italiano, mentre nella versione toscana
le rubriche sono del tipo De la Grande Erminia, oppure in pochi casi viene mantenuta la forma francese: Qui
divisa de la provincia di Turcomania (20), oppure Qui divisa come messer Marco... (18). Il tempo verbale
dominante è il presente, un presente atemporale e descrittivo. Il passato e l’imperfetto sono riservati alle
narrazioni, che sono introdotte dall’avverbio Comant, ad es. Comant le grant kaan envoie Marc pour sez
messajes (16), ma qualche capitolo inizia con la formula Ci divise comant: p. es. Ci divise comant la grant
cité de Baudac fu prise (25).
Anche all’interno del capitolo ci sono formule ricorrenti che introducono una narrazione: “il fui voir
que”, oppure “et encore voç di” (LXXV:34 1 ). Altre frasi chiudono un capitolo e costituiscono il passaggio da
una descrizione all’altra: “Or noç laison de ce et vos conteron des grandismes fais et de merveies dou
grandisme seignor” (LXXV:41), che corrisponde nel testo toscano a: “Or ci partiremo di qui, e conterovi del
1
Come ha scritto P. Y. Badel nella prefazione all’edizione del ms. B4: “Chaque chapitre semble répondre à un questionnaire
type.” (BADEL 1998, p. 14)
2
La distanza rispetto a un’altra città è espressa con l’aiuto del tempo, cioè “Quando l’uomo si parte da Creman, cavalca sette
giornate di molta diversa via...” (37), cioè espressa in giornate, jornee nel testo franco-italiano. Si noti l’influenza del francese nelle
costruzioni di tipo: “Quando l’uomo si parte di questo castello, l’uomo cavalca... (43), che corrisponde al pronome impersonale on,
l’en nel testo franco-italiano.
3
Il verbo ala crea spesso ambiguità: contrariamente al francese moderno che ha questa forma per il passé simple (alla), è un
presente, che costituisce un ibridismo franco-italiano, cfr. CAPUSSO 1980, p. 21.
4
Le indicazioni seguono la rosa dei venti, cioè tramontana: nord, greco: nord-est, levante: est, scirocco: sud-est, mezzodì: sud,
garbino: sud-ovest, ponente: ovest, maestro: nord-ovest