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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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15<br />

bisogni attraverso <strong>in</strong>terventi nella vita economica. La gestione <strong>di</strong> proprietà immobiliari<br />

e <strong>di</strong> capitali, accumulati con i lasciti dei confratelli, come vedremo <strong>in</strong> seguito, avrebbe<br />

consentito nei secoli successivi <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>cisiva nell’attività produttiva<br />

della comunità concedendo prestiti e dando <strong>in</strong> fitto terre e case 10 .<br />

All’<strong>in</strong>izio del Quattrocento, prima che la ripresa imponente della pre<strong>di</strong>cazione dei frati<br />

men<strong>di</strong>canti favorisse il moltiplicarsi delle devozioni, nei maggiori centri urbani i laici<br />

devoti si sud<strong>di</strong>videvano <strong>in</strong> sostanza tra quattro tipi <strong>di</strong> organismi confraternali: i laudesi e<br />

i <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ati, dotati già <strong>di</strong> cappelle e oratori propri, le confraternite eucaristiche facenti<br />

capo alle cattedrali e le confraternite devozionali legate agli ord<strong>in</strong>i men<strong>di</strong>canti e alle<br />

loro chiese 11 . Questi sodalizi avevano caratteristiche molto <strong>di</strong>verse tra loro e molte<br />

trasformazioni subirono nel corso del tempo. Nella prima metà del C<strong>in</strong>quecento<br />

compare per la prima volta a Roma l’istituto confraternale dell’arciconfraternita. La sua<br />

caratteristica specifica consisteva nell’essere dotata <strong>di</strong> ampi privilegi e <strong>di</strong> numerose<br />

<strong>in</strong>dulgenze da parte dei pontefici, e <strong>di</strong> poterli trasferire ad analoghe associazioni devote,<br />

grazie al meccanismo dell’aggregazione 12 .<br />

Un’importanza rilevante nella vita confraternale l’ebbe il concilio <strong>di</strong> Trento (1545-<br />

1563), che, com’è noto, fu <strong>in</strong>detto per la def<strong>in</strong>izione dei dogmi e la riforma della chiesa<br />

dopo lo shock causato d<strong>alla</strong> <strong>di</strong>ffusione dell’eresia luterana. La Riforma protestante<br />

“conv<strong>in</strong>se chi voleva ancora conservare la vecchia Chiesa della necessità <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>cale<br />

riforma nel lavoro pastorale ed educativo, nella struttura amm<strong>in</strong>istrativa e nel personale.<br />

I dogmi controversi dovevano essere def<strong>in</strong>iti chiaramente. Soprattutto, la Riforma<br />

conv<strong>in</strong>se molti sovrani potenti che era più sicuro proteggere la vecchia Chiesa, <strong>in</strong> ogni<br />

caso sotto il loro sostanziale controllo, piuttosto che dare via libera a forze sconosciute,<br />

quelle che parevano sostenere i vari movimenti riformatori, che avevano però già<br />

<strong>di</strong>mostrato la loro potenza <strong>in</strong> campo sociale, politico e morale” 13 .<br />

La struttura sociale dei <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong> rappresentava un veicolo importante per potenziare<br />

l’impulso della Controriforma voluto dal Concilio, teso verso una nuova<br />

cristianizzazione con l’<strong>in</strong>segnamento capillare della dottr<strong>in</strong>a cristiana e la <strong>di</strong>ffusione del<br />

suffragio per le anime del purgatorio. Per raggiungere quest’obiettivo era necessario<br />

riportare le confraternite <strong>in</strong>teramente sotto il controllo delle gerarchie ecclesiastiche.<br />

facch<strong>in</strong>i <strong>di</strong> trasportare <strong>in</strong> chiesa il cadavere <strong>in</strong> una cassa o ad<strong>di</strong>rittura sopra una tavola. Le altre<br />

opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a spirituale, alle quali de<strong>di</strong>cheranno la loro attività alcune confraternite, sono:<br />

consigliare i dubbiosi, <strong>in</strong>segnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti,<br />

perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i<br />

morti. Sulla sepoltura dei morti a Napoli nel Decennio francese si veda Diego Carnevale,<br />

Amm<strong>in</strong>istrare la morte durante il Decennio: la riforma delle sepolture dei poveri a Napoli, <strong>in</strong><br />

Costanza d’Elia (a cura <strong>di</strong>), Stato e Chiesa nel Mezzogiorno Napoleonico, Napoli 2011, pp.353 –<br />

381.<br />

10<br />

Christopher F. Black osserva: “ (…) le confraternite ebbero un ruolo-chiave, spesso <strong>di</strong>menticato<br />

dagli storici, nella vita religiosa, sociale, politica e culturale <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> italiani <strong>in</strong> quel<br />

periodo (secolo XVI), con evidenti strascichi anche nella successiva evoluzione della società<br />

italiana”, Cfr. op. cit. , p. 19.<br />

11<br />

Roberto Rusconi, op. cit., pp. 474 – 475, nelle note l’autore registra anche le pr<strong>in</strong>cipali<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>cazioni bibliografiche per i vari organismi confraternali.<br />

12<br />

Ivi, p. 489.<br />

13<br />

H. G. Koenigberger, G. L. Mosse, G. Q. Bowler, L’Europa del C<strong>in</strong>quecento, Milano 2004, p.<br />

237.

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