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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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A Caivano esisteva una cappella <strong>di</strong> S. Maria nella chiesa <strong>di</strong> S. Pietro, amm<strong>in</strong>istrata da<br />

procuratori ed economi nom<strong>in</strong>ati dall’Università, i quali governavano la cappella con i<br />

confratelli ut a<strong>di</strong>uvare mortuorum e fare altre opere <strong>di</strong> bene agli abitanti. Annesso <strong>alla</strong><br />

chiesa <strong>di</strong> Santa Barbara, c’era un ospedale governato da procuratori della chiesa stessa,<br />

nom<strong>in</strong>ati ogni anno il giorno <strong>di</strong> Pasqua. Nel borgo <strong>di</strong> Caivano c’era una Cappella<br />

de<strong>di</strong>cata a S. Maria Annunziata <strong>di</strong> patronato della famiglia de Rosana e una chiesa<br />

rurale <strong>di</strong> S. Fortunata, <strong>di</strong>ruta. Nella chiesa della Madonna <strong>di</strong> Campiglione una<br />

confraternita gestiva la cappella <strong>di</strong> S. Maria delle Grazie da essa stessa costruita. La<br />

cappella e la congregazione già nel 1559 possedevano alcune case e terreni, una parte<br />

dei quali, con l’approvazione dell’Università, fu donata ai PP. Domenicani. 165 La sua<br />

regola, come quelle delle altre, fu approvata nel secolo XVIII, e precisamente nel 1738.<br />

M<strong>in</strong>acciava <strong>di</strong> andare <strong>in</strong> rov<strong>in</strong>a la cappella <strong>di</strong> S. Angelo, sita anch’essa nel borgo <strong>di</strong><br />

Caivano, mentre risultava già <strong>di</strong>strutta la cappella <strong>di</strong> santa Barbarella. C’erano poi due<br />

cappelle, una <strong>di</strong> S. Sebastiano <strong>di</strong> patronato dell’università e un’altra <strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong><br />

patronato per metà dell’università e per l’altra metà <strong>di</strong> Silvestro De Rosana. Inf<strong>in</strong>e nel<br />

borgo <strong>di</strong> S. Giovanni c’erano tre cappelle de<strong>di</strong>cate a S. Giovanni Battista,<br />

all’Annunziata e a S. Nicola. Per questo comune è da evidenziare la presenza<br />

dell’università nella gestione <strong>di</strong> tre cappelle. Prima del 1400, secondo il Lanna, sarebbe<br />

stata istituita la congrega del Purgatorio annessa <strong>alla</strong> chiesa dell’Annunziata 166 .<br />

A Casaluce oltre <strong>alla</strong> chiesa <strong>di</strong> S. Maria esisteva una cappella de<strong>di</strong>cata al Salvatore. A<br />

Car<strong>di</strong>to nella chiesa <strong>di</strong> S. Biagio c’era una Cappella <strong>di</strong> S. Maria della Misericor<strong>di</strong>a i cui<br />

confratelli conservavano <strong>in</strong> una cassa gli abiti che <strong>in</strong>dossavano per l’accompagnamento<br />

dei morti e nelle processioni. Nello stesso comune figurava anche una cappella rurale <strong>di</strong><br />

S. Eufemia. A Carg<strong>in</strong>ari, nella chiesa della stessa santa, c’era la cappella del Santissimo<br />

cum cancellis lignei, nella quale, olim erat confraternitas, qua confraternitas postea<br />

erexit aliam cappellam Sanctissimi et ibi sunt confrates. Ideo <strong>di</strong>cta cappella remansit<br />

s<strong>in</strong>e confratribus. A Casal <strong>di</strong> Pr<strong>in</strong>cipe nella chiesa parrocchiale de<strong>di</strong>cata al Salvatore<br />

non c’erano cappelle. Ce n’era una, con sede propria, <strong>in</strong>titolata al Santissimo<br />

Sacramento, eretta e costruita dagli uom<strong>in</strong>i del casale che evidentemente nom<strong>in</strong>avano<br />

anche gli economi tra i confratelli; all’atto della visita essi erano Antonio Corv<strong>in</strong>o e<br />

mastro Geronimo De Populo. Altre due cappelle erano de<strong>di</strong>cate una a Santa Maria la<br />

Preziosa, e l’altra a S. Donato, quest’ultima <strong>in</strong><strong>di</strong>cata come rurale. Una chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Aniello era nel villaggio <strong>di</strong> Quatrapane 167 .<br />

A Casandr<strong>in</strong>o, nella chiesa parrocchiale c’era la cappella del Corpo <strong>di</strong> Cristo, gestita da<br />

economi e procuratori, nella quale c’era anche una confraternita hom<strong>in</strong>um <strong>di</strong>cte ville,<br />

che manteneva accesa la lampada davanti al Santissimo elemos<strong>in</strong>ando per comprare<br />

l’olio occorrente. Nella platea della chiesa c’erano: la cappella <strong>di</strong> S. Giacomo, <strong>di</strong><br />

patronato della famiglia De Spirito <strong>di</strong> S. Antimo, quella <strong>di</strong> S. Tommaso e un’altra <strong>di</strong> S.<br />

Sebastiano nella quale vi era una confraternita, che organizzava delle processioni e i cui<br />

confratelli trasportavano i cadaveri <strong>alla</strong> sepoltura. Al momento della visita la<br />

confraternita si era trasferita nella cappella del Corpo <strong>di</strong> Cristo. A Casapesenna nella<br />

165 Ernesto Rascato, Il santuario <strong>di</strong> Maria SS. Di Campiglione, <strong>in</strong> Giac<strong>in</strong>to Libert<strong>in</strong>i (a cura <strong>di</strong>), Il<br />

santuario della Madonna <strong>di</strong> Campiglione, Frattamaggiore 2004.<br />

166 Domenico Lanna senior, Frammenti storici <strong>di</strong> Caivano, Giugliano 1902, p. 218.<br />

167 Sito tra il Clanio e Casal <strong>di</strong> Pr<strong>in</strong>cipe, fu feudo dei longobar<strong>di</strong>. Il Parente riteneva, forse<br />

sbagliando, che il villaggio forse era già <strong>di</strong>strutto nel XVI secolo, cfr. G. Parente, op. cit., vol. I,<br />

pp. 208-209.

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