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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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219<br />

CAPITOLO VIII<br />

I LUOGHI PII LAICALI E MISTI DELLA DIOCESI DURANTE IL DECENNIO<br />

1. L’acquisizione dei beni dei luoghi <strong>pii</strong> al Demanio<br />

La conquista del Regno <strong>di</strong> Napoli da parte <strong>di</strong> Napoleone Bonaparte, già imperatore dei<br />

francesi, avvenuta nel 1806, doveva rafforzare l’Impero neutralizzando la politica<br />

borbonica, controllare la flotta britannica, che spadroneggiava nel Me<strong>di</strong>terraneo d<strong>alla</strong><br />

base <strong>di</strong> Malta, e assicurare <strong>alla</strong> Francia “nuove possibilità f<strong>in</strong>anziarie con forti<br />

contribuzioni <strong>di</strong> guerra” 64 . Il passaggio della Francia dal Consolato all’Impero aveva<br />

creato le con<strong>di</strong>zioni per il consolidamento della borghesia, particolarmente <strong>di</strong> quella<br />

formatasi nel periodo napoleonico con le spese militari. Anche nel Regno <strong>di</strong> Napoli il<br />

“regime politico-militare”, secondo Napoleone, oltre a restaurare l’ord<strong>in</strong>e, sostenere le<br />

fortune dei ceti me<strong>di</strong> 65 doveva favorire l’economia francese doveva. Le cose, però,<br />

andarono <strong>di</strong>versamente, Giuseppe, <strong>in</strong>viato a conquistare il Regno e a governarlo <strong>in</strong><br />

nome del fratello, si ispirava a idee che “nel suo governo sono a volte molto <strong>di</strong>verse da<br />

quelle dell’imperatore. Quando non tra<strong>di</strong>scono soltanto la vanità o l’illusione della<br />

popolarità, sono spesso onorevoli e giuste, seppure non sempre adatte <strong>alla</strong> situazione.<br />

Giuseppe crede che l’aver accettato il trono gli crei dei doveri verso il suo popolo”, e<br />

questa conv<strong>in</strong>zione non era nel suo pensiero una frase vuota. “Capì molto bene quali<br />

erano i ceti a cui si poteva appoggiare e lavorò abilmente per legarli a sé”. Iniziò a<br />

riformare lo Stato, varando le leggi più importanti che l’imperatore giu<strong>di</strong>cava<br />

<strong>in</strong>tempestive, anche perché, a suo parere, Giuseppe avrebbe dovuto preoccuparsi <strong>di</strong> più<br />

dell’<strong>in</strong>teresse della Francia, “la sola ragione per cui si trovava lì” 66 .<br />

Si crearono così le con<strong>di</strong>zioni, tanto attese dai riformatori napoletani, per proporre i loro<br />

suggerimenti <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica dello Stato e <strong>in</strong>viare a Giuseppe Bonaparte “descrizioni dei<br />

mali antichi e recenti del Regno” 67 . Il rientro <strong>in</strong> patria dei patrioti del 1799 e il ritorno <strong>di</strong><br />

francesi, che avevano ricoperto cariche nel periodo della Re<strong>pubblica</strong>, fornirono utili<br />

esperienze che il nuovo sovrano poteva utilizzare. La rappresentatività sociale,<br />

l’affidabilità politica e le competenze tecniche furono gli elementi che consentirono <strong>di</strong><br />

creare gli organici per i posti <strong>di</strong> maggior prestigio 68 . La descrizione del Regno fatta dal<br />

Galanti fu uno degli elementi fondamentali su cui si basò la conoscenza economica e dei<br />

<strong>di</strong>versi poteri esistenti; particolare attenzione egli aveva riposto anche sull’<strong>in</strong>fluenza<br />

negativa che il potere ecclesiastico esercitava a causa dell’eccessivo numero <strong>di</strong> religiosi<br />

e della massa enorme <strong>di</strong> beni che essi controllavano.<br />

Uno dei primi provve<strong>di</strong>menti (31 marzo 1806) d<strong>alla</strong> proclamazione del nuovo Regno e<br />

ancor prima dell’abolizione della feudalità (2 agosto 1806) fu il richiamare la<br />

riscossione <strong>di</strong> tutti gli arrendamenti al pubblico Tesoro. “Il Governo si impegnava a<br />

compensare i proprietari, considerandoli cre<strong>di</strong>tori dello Stato: si poneva per la prima<br />

64 Armando De Mart<strong>in</strong>o, La nascita delle Intendenze, problemi dell’amm<strong>in</strong>istrazione periferica<br />

nel Regno <strong>di</strong> Napoli 1806 – 1815, Napoli 1984, pp. 4 e 5.<br />

65 Armando De Mart<strong>in</strong>o, op. cit., p. 23.<br />

66 Jacques Rambaud, Giuseppe Bonaparte, cit., capitolo VI.<br />

67 Armando De Mart<strong>in</strong>o, op. cit., p. 23.<br />

68 Ivi, p. 26.

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