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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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Dio>. G<strong>in</strong>o Capponi, ad esempio, dest<strong>in</strong>ava oltre il 6% delle sue uscite annuali a spese<br />

caritative 3 .<br />

I lasciti milionari dei privati negli Stati ricchi come la Lombar<strong>di</strong>a consentivano <strong>di</strong><br />

raccogliere somme elevate che permettevano <strong>di</strong> erogare complessivamente, soprattutto<br />

<strong>in</strong> doti, alcuni milioni <strong>di</strong> lire austriache, “sebbene tra i malhtusiani della città, si lev<strong>in</strong>o<br />

polemiche contro quest’uso tra<strong>di</strong>zionale, che sortisce il risultato <strong>di</strong> favorire nozze<br />

precoci e sciagurate tra i poveri”. In quegli anni il conf<strong>in</strong>e tra carità tra<strong>di</strong>zionale e<br />

filantropia scientifica “non separa tanto contrapposti, quanto piuttosto<br />

attraversa la coscienza <strong>di</strong> ciascun notabile, spostandosi <strong>in</strong> genere <strong>in</strong> <strong>di</strong>rezione delle<br />

pratiche più tra<strong>di</strong>zionali quanto più, per ragioni <strong>di</strong> età o <strong>di</strong> malattia, il benefattore sente<br />

prossima la morte” 4 . Anche la scienza della filantropia, naturalmente, non mirava ad<br />

una improbabile emancipazione delle classi subalterne, ma la carità doveva “risultare<br />

funzionale per un verso <strong>alla</strong> pace sociale, per l’altro all’autocelebrazione <strong>di</strong> chi la<br />

promuoveva”. Ma al <strong>di</strong> là delle motivazioni, le associazioni per allestire gli asili<br />

d’<strong>in</strong>fanzia per i bamb<strong>in</strong>i poveri o per la <strong>di</strong>ffusione del mutuo <strong>in</strong>segnamento della<br />

scrittura e della lettura, le associazioni per l’istituzione delle casse <strong>di</strong> risparmio, per il<br />

re<strong>in</strong>serimento nella società degli ex carcerati redenti, e per il mutuo soccorso tra i<br />

lavoratori saranno “le concrete applicazioni pratiche della beneficenza ,<br />

<strong>in</strong>tesa a produrre le con<strong>di</strong>zioni per una accettabile armonia tra le classi”. Negli anni<br />

Quaranta dell’Ottocento associazioni come quelle milanesi e tor<strong>in</strong>esi riuscivano,<br />

attraverso l’azionariato cittad<strong>in</strong>o, che prevedeva l’acquisto <strong>di</strong> azioni a prezzi accessibili<br />

solo al notabilato, a <strong>di</strong>stribuire migliaia <strong>di</strong> azioni per aiuti ai liberati dal carcere o per<br />

.<br />

Ovviamente la situazione dell’<strong>assistenza</strong> ai deboli era molto <strong>di</strong>versa tra Stato e Stato.<br />

Ad unificazione appena avvenuta, nel 1862, venivano censite 175 società <strong>di</strong> mutuo<br />

soccorso tra Piemonte e Liguria, 83 <strong>in</strong> Lombar<strong>di</strong>a, 66 <strong>in</strong> Emilia, 55 <strong>in</strong> Toscana e appena<br />

28 nell’<strong>in</strong>tero Mezzogiorno 5 . In quegli anni la carta d’Italia degli asili <strong>in</strong>fantili era<br />

fittamente punteggiata nel Centro-Nord e risultava muta o quasi da Roma <strong>in</strong> giù. Lo<br />

stesso accadeva <strong>in</strong> relazione <strong>alla</strong> <strong>di</strong>ffusione delle casse <strong>di</strong> risparmio, già fiorenti dagli<br />

anni Trenta nel Regno <strong>di</strong> Sardegna, <strong>in</strong> Lombar<strong>di</strong>a, <strong>in</strong> Toscana, e del tutto assenti nel<br />

Regno delle Due Sicilie. In effetti, mentre le élites dell’Italia Centro-settentrionale<br />

avevano fatto propri, con qualche lustro o decennio <strong>di</strong> ritardo, i modelli europei, le élites<br />

del Sud restavano ancorate a modelli tra<strong>di</strong>zionali e si mostravano poco sensibili alle<br />

risonanze delle nuove dottr<strong>in</strong>e associative 6 .<br />

Nelle regioni dove più si era sviluppato il nuovo associazionismo c’era stata la presenza,<br />

negli anni della Restaurazione e f<strong>in</strong>o al ’48, <strong>di</strong> uom<strong>in</strong>i che a lungo avevano soggiornato<br />

all’estero come Federico Confalonieri e Camillo Cavour o che erano stranieri come<br />

He<strong>in</strong>richi Mylius e Gian Pietro Viesseux che operarono rispettivamente a Milano e a<br />

Firenze. Nelle altre regioni dove erano mancati gli uni e gli altri, del nuovo spirito <strong>di</strong><br />

3 Marco Meriggi, Società, istituzioni e ceti <strong>di</strong>rigenti, <strong>in</strong> Storia d’Italia, Vol. I, Le premesse<br />

dell’Unità, Economia, società, istituzioni, a cura <strong>di</strong> Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto,<br />

Milano 2010, p. 211.<br />

4 Marco Meriggi, op. cit., p. 211.<br />

5 A. Caracciolo, Stato e società civile. Problemi dell’unificazione italiana, Tor<strong>in</strong>o 1960, p. 82,<br />

citazione tratta da Marco Meriggi, op. cit., p. 214.<br />

6 Ivi, p. 215.

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