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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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71<br />

cielo <strong>di</strong>venne sempre più limpido, e i cocenti raggi del sole brillarono <strong>alla</strong> f<strong>in</strong>e nell’angusta nostra<br />

<strong>di</strong>mora rotolante 7 .<br />

Come sempre, al grande poeta tedesco bastavano poche espressioni per descrivere i<br />

luoghi e i suoi abitanti. Una grande pianura univa Capua a Napoli. Il terreno, privo <strong>di</strong><br />

asperità, gli appariva agevolissimo da arare e i contad<strong>in</strong>i tanto laboriosi da tenerlo “ben<br />

lavorato”. Non <strong>di</strong>versamente si era espresso, percorrendo la stessa pianura nel 1729, il<br />

barone <strong>di</strong> Montesquieu: La strada è bellissima e molto ben tenuta, e il paese è molto<br />

ridente, e fertilissimo. Sono campi arati, pieni <strong>di</strong> alti pioppi, su cui sono le viti 8 . La<br />

descrizione fatta da questi due gran<strong>di</strong> viaggiatori stranieri corrisponde perfettamente a<br />

quelle degli osservatori nostrani. Iniziamo dal Giust<strong>in</strong>iani che, dopo aver def<strong>in</strong>ito<br />

Aversa “una delle più <strong>di</strong>st<strong>in</strong>te e rispettabili (città) del nostro Regno” 9 scriveva:<br />

(…) questa città è posta <strong>in</strong> un’ampia pianura, con tutti i suoi casali, avendo <strong>di</strong> circuito presso a<br />

miglia 46. Comprende le <strong>di</strong>strutte città <strong>di</strong> Cuma, <strong>di</strong> Atella, e <strong>di</strong> Literno. La maggior lunghezza del<br />

suo agro da levante e ponente è <strong>di</strong> miglia 18, e la sua maggior larghezza da mezzogiorno a<br />

settentrione miglia 11. Verso settentrione conf<strong>in</strong>a col territorio Casertano, da oriente con Acerra,<br />

da mezzogiorno con Pozzuoli, e all’occidente col mar Tirreno, e col fiume Clanio. Nel suo<br />

territorio è compreso il famoso lago Padria, <strong>di</strong> cui parlerò a lungo nel volume de’ fiumi, laghi, e<br />

monti.<br />

Questa estensione <strong>di</strong> terra, parte già della nostra Campania Felix, rende <strong>in</strong> abbondanza tutte le<br />

produzioni <strong>di</strong> eccellenti qualità, non solo pel mantenimento della numerosa popolazione, che vi è,<br />

ma da somm<strong>in</strong>istrarne ancora una gran parte a questa nostra capitale, nella quale qualunque<br />

quantità <strong>di</strong> generi, non è mai troppo. I grani, generalmente, prodotti <strong>in</strong> questa contrada sono <strong>in</strong><br />

gran stima presso <strong>di</strong> noi, e gli Aversani si prevalgono <strong>di</strong> questa nostra preferenza. I frutti sono<br />

eccellenti, e <strong>in</strong> particolare le pere dette sp<strong>in</strong>e, le quali sono molto ricercate, e forma per essi<br />

Aversani anche un altro capo <strong>di</strong> guadagno, e dà campo <strong>di</strong> farne uno eccedente ai nostri fraudolenti<br />

ven<strong>di</strong>tori; e tra gli ortaggi produce f<strong>in</strong>occhi <strong>di</strong> assai buon sapore, il che fa, che <strong>in</strong> Napoli tutti i<br />

f<strong>in</strong>occhi s’impattano per Aversani. I v<strong>in</strong>i aspr<strong>in</strong>i, che ne produce <strong>in</strong> gran copia, e decantati<br />

all’eccesso da’ naturali, <strong>in</strong> Napoli, se ne fa un gran consumo, essendovi molti, che si uniformano<br />

al gusto aversano; ma io <strong>di</strong>rò sempre col Re<strong>di</strong>: non so s’è agresto, o v<strong>in</strong>o. In pochi luoghi però è<br />

<strong>di</strong> buon sapore, ma generalmente è un v<strong>in</strong>etto leggerissimo, ond’è, che non può mantenersi, se<br />

non ne’ vasi gran<strong>di</strong>, che comprendono più botti delle altre parti del Regno, appellati Fusti (…).<br />

Verso il Clanio vi nascono eccellenti poponi, e cocomeri. Questo fiume provvede gli Aversani <strong>di</strong><br />

saporite anguille, de’ piccioli cefali, e <strong>di</strong> revelle, ed il lago <strong>di</strong> Padria, che si appartiene <strong>alla</strong> mensa<br />

vescovile, produce <strong>in</strong> gran quantità cefali, t<strong>in</strong>che, anguille per annui ducati 7000, e rotti. L’aria<br />

che si respira <strong>in</strong> Aversa non è pura <strong>in</strong> tutte le parti della città, perché dov’è buona, dov’è cattiva.<br />

Non vi è molta scarsezza <strong>di</strong> pennuti verso i luoghi pantanosi, e si veggono spesso nel suo<br />

territorio delle vipere, degli aspi<strong>di</strong>, e <strong>di</strong> alcuni altri serpenti detti da que’ naturali vottari, ed<br />

agnoni.<br />

La sola popolazione <strong>di</strong> essa città <strong>in</strong> oggi ascende al numero <strong>di</strong> anime 14177 (…). Tra i suoi<br />

abitatori, non vi è nessuna manifattura degna <strong>di</strong> essere rammentata, eccetto (<strong>di</strong>casi <strong>in</strong> grazia de’<br />

golosi) del torrone, che quando è fatto con attenzione riesce <strong>di</strong> gusto squisitissimo. Un tempo<br />

erano parimenti celebrate le mozzarelle (…). Tutta la loro cura è all’agricoltura, che fra loro non è<br />

raff<strong>in</strong>ata, ed <strong>alla</strong> negoziazione, specialmente de’ grani, nella quale sono riusciti assai bene, a<br />

7<br />

Wolfgang Goethe, Lettere da Napoli, a cura <strong>di</strong> Manlio Rossi Doria, traduzione <strong>di</strong> Giust<strong>in</strong>o<br />

Fortunato, Napoli 1987, p. 21<br />

8<br />

Charles de Secondat, barone <strong>di</strong> La Brede e <strong>di</strong> Montesquieu, Viaggio <strong>in</strong> Italia, Bari 1995, p. 221.<br />

9<br />

Ludovico Giust<strong>in</strong>iani, Dizionario geografico ragionato del Regno <strong>di</strong> Napoli, Napoli 1797, vol.<br />

II, p. 84.

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