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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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aumentavano nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> crisi generali che costr<strong>in</strong>gevano un numero elevato <strong>di</strong><br />

persone a chiedere aiuti: durante le pesti, le carestie, le epidemie e le guerre, cioè<br />

quando gli <strong>in</strong>terventi dei luoghi <strong>pii</strong> e dei conventi non riuscivano a sfamare tutti. Spesso<br />

erano le guerre che portavano con sé le crisi perché i soldati facevano assottigliare le<br />

scorte alimentari e <strong>di</strong>ffondevano la peste e la sifilide. La morte dei contad<strong>in</strong>i e<br />

l’adozione <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti governativi restrittivi sul commercio e sui traffici, tesi a<br />

ridurre il rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle epidemie, portavano a una riduzione dei raccolti<br />

agricoli nell’anno successivo <strong>in</strong> misura maggiore <strong>alla</strong> <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione delle bocche da<br />

sfamare.<br />

Durante la Re<strong>pubblica</strong> Napoletana del 1799 furono elaborati due progetti che<br />

riguardavano la carità e i luoghi <strong>pii</strong>; il primo da Domenico Cirillo, il secondo da<br />

V<strong>in</strong>cenzo De Muro, ambedue appartenenti <strong>alla</strong> <strong>di</strong>ocesi aversana. Il progetto <strong>di</strong> carità<br />

cristiana elaborato da Cirillo era teso non a sfamare i poveri e a curare le loro malattie,<br />

cose che comunque sarebbero state fatte <strong>in</strong> una fase <strong>in</strong>iziale, ma a <strong>in</strong>serirli nel mondo<br />

del lavoro e far loro “gustare” la vera libertà che “si ottiene con le proprie fatiche”. Nel<br />

Regolamento della Cassa Cirillo dettava le norme per il buon funzionamento della<br />

struttura che doveva essere gestita con la massima trasparenza amm<strong>in</strong>istrativa e con una<br />

ramificazione <strong>in</strong> sezioni parrocchiali, col compito <strong>di</strong> censire i poveri e raccogliere le<br />

elemos<strong>in</strong>e 46 . V<strong>in</strong>cenzo De Muro elaborò un Piano <strong>di</strong> amm<strong>in</strong>istrazione e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

Beni ecclesiastici <strong>di</strong>retto al Governo Provvisorio, nel quale, tra l’altro, prevedeva<br />

esplicitamente il trasferimento dei beni dei luoghi <strong>pii</strong> allo Stato e il loro utilizzo per<br />

opere pie <strong>di</strong> <strong>pubblica</strong> utilità 47 . Nessuno dei due progetti andò <strong>in</strong> porto, anche a causa<br />

della breve durata della Re<strong>pubblica</strong>.<br />

C’era un legame consuetud<strong>in</strong>ario tra le parrocchie e le confraternite nel soccorrere i<br />

poveri, che si estr<strong>in</strong>secava nella richiesta da parte dei sodalizi <strong>di</strong> avere l’avallo dei<br />

parroci nell’assegnare sia i maritaggi alle fanciulle povere sia le elemos<strong>in</strong>e. Era il<br />

parroco a certificare la povertà. Di norma le elemos<strong>in</strong>e venivano <strong>di</strong>stribuite<br />

<strong>pubblica</strong>mente ad eccezione <strong>di</strong> quelle ai poveri vergognosi, che erano aiutati con molta<br />

riservatezza. Non pare esistessero nelle confraternite aversane elenchi <strong>di</strong> poveri da<br />

soccorrere, né pare fossero somm<strong>in</strong>istrati aiuti su richiesta <strong>di</strong> chi viveva <strong>in</strong> povertà<br />

permanente o occasionale. Le elemos<strong>in</strong>e <strong>di</strong>stribuite dai luoghi <strong>pii</strong> dell’<strong>in</strong>tera <strong>di</strong>ocesi<br />

ammontavano, nel periodo da noi preso <strong>in</strong> considerazione, a 2.484 ducati pari al 6%<br />

circa dell’<strong>in</strong>tera spesa. Oltre 2.000 ducati erano <strong>di</strong>stribuiti dai comuni più gran<strong>di</strong>:<br />

Aversa, Giugliano, Frattamaggiore, S. Antimo e Caivano. Gli altri 400 ducati dai<br />

comuni m<strong>in</strong>ori. In quest’importo erano comprese anche le elemos<strong>in</strong>e date ai ritiri, ai<br />

conservatori e agli orfanotrofi. Per quanto riguarda quelle date ai poveri il Tribunale<br />

Misto raccomandava <strong>di</strong> assegnarle “ai veri poveri specialmente a quelli i quali non<br />

possono fatigare”, previo certificato del parroco e del s<strong>in</strong>daco. In genere le elemos<strong>in</strong>e si<br />

<strong>di</strong>stribuivano nelle feste <strong>di</strong> Natale e Pasqua o nelle occasioni <strong>in</strong><strong>di</strong>cate dai donatori <strong>di</strong><br />

46 Nello Ronga, L’impegno <strong>di</strong> Domenico Cirillo nella Re<strong>pubblica</strong> Napoletana, <strong>in</strong> Bruno D’Errico<br />

(a cura <strong>di</strong>) Domenico Cirillo scienziato e martire della Re<strong>pubblica</strong> Napoletana, Frattamaggiore<br />

2001, pp. 66-67; Romeo De Maio ritiene il progetto <strong>di</strong> Cirillo “commovente, ma pur ancora<br />

paternalistico (…) un altro esempio della nobile <strong>in</strong>genuità dei giacob<strong>in</strong>i napoletani”, cfr. Romeo<br />

De Maio, op. cit., pp. 327-328.<br />

47 V<strong>in</strong>cenzo De Muro, Piano <strong>di</strong> amm<strong>in</strong>istrazione e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Beni ecclesiastici <strong>di</strong>retto al<br />

Governo Provvisorio, Napoli s.d., <strong>in</strong> Mario Battagl<strong>in</strong>i, op. cit., vol. III, pp. 1821-1825. Sul De<br />

Muro cfr. Nello Ronga, Il 1799 <strong>in</strong> <strong>Terra</strong> <strong>di</strong> lavoro, cit., p. 243 – 244.

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