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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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quali <strong>in</strong> segno <strong>di</strong> dom<strong>in</strong>io se l’esibiscono tre libre <strong>di</strong> cera e mazzetti <strong>di</strong> fiori”. In<br />

quell’occasione si celebravano messe piane, una messa cantata, si sparavano fuochi<br />

artificiali e si suonavano musiche, non sappiamo se <strong>in</strong> chiesa o fuori. In questo caso,<br />

però, è da considerare che il luogo pio aveva un unico Stato <strong>di</strong>scusso con la chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Eligio; non sappiamo qu<strong>in</strong><strong>di</strong> f<strong>in</strong>o a che punto sia giusto considerarlo esclusivamente una<br />

confraternita <strong>di</strong> mestiere. La chiesa aveva concesso <strong>in</strong> prestito capitali per 5.364 ducati,<br />

i più consistenti erano <strong>di</strong>stribuiti tra la congregazione della Verg<strong>in</strong>e <strong>di</strong> Casaluce (1.300),<br />

il marchese <strong>di</strong> Ducenta (950) e i patrizi aversani Donato Martucci (1.400) e Francesco<br />

del Tufo (200).<br />

Il precario stato <strong>di</strong> salute delle confraternite <strong>di</strong> mestiere della <strong>di</strong>ocesi non trovava<br />

riscontro nelle con<strong>di</strong>zioni delle <strong>di</strong>verse arti, che erano ben rappresentate ad Aversa e<br />

nell’<strong>in</strong>tera <strong>di</strong>ocesi. Si consideri che la Cappella <strong>di</strong> S. Giuseppe aggregava i mastri<br />

d’ascia, i costruttori <strong>di</strong> casse, i bottai e i tramontani, tutte categorie che erano <strong>in</strong>serite <strong>in</strong><br />

un territorio dove la produzione <strong>di</strong> v<strong>in</strong>o richiedeva la necessità <strong>di</strong> avere botti e <strong>di</strong><br />

ripararle 21 . Inoltre la presenza <strong>di</strong> una consistente attività commerciale, che prevedeva la<br />

conservazione dei prodotti agricoli anche per lunghi perio<strong>di</strong>, rendeva elevata la<br />

produzione <strong>di</strong> casse. L’attività calzaturiera e sartoriale era molto <strong>in</strong>tensa ed era dovuta<br />

<strong>alla</strong> presenza sia dei militari ivi acquartierati, pronti ad accorrere a Napoli <strong>in</strong> caso <strong>di</strong><br />

sommosse, sia delle curie del vescovo e <strong>di</strong> S. Lorenzo, dei canonici dell’Annunziata, dei<br />

religiosi regolari nei numerosi conventi e <strong>di</strong> una fetta <strong>di</strong> popolazione rappresentata da<br />

nobili e borghesi. Per quanto riguarda i pett<strong>in</strong>atori <strong>di</strong> canapa si ricorda che <strong>in</strong> <strong>Terra</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Lavoro</strong>, compresa l’area aversano-frattese, la coltivazione e la lavorazione della canapa<br />

erano <strong>di</strong>ffuse e presenti da tempi antichissimi, tanto che nella statistica murattiana, data<br />

la sua consistenza, ne era descritta anche la modalità <strong>di</strong> coltivazione 22 . La produzione <strong>di</strong><br />

tele e <strong>di</strong> funi era presente <strong>in</strong> quasi tutta la <strong>di</strong>ocesi con particolare riferimento a<br />

Casandr<strong>in</strong>o, Car<strong>di</strong>to e Frattamaggiore 23 . Nonostante, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, la buona presenza <strong>di</strong><br />

artigiani sul territorio le loro confraternite conducevano una vita abbastanza grama,<br />

segno che avevano esaurita la loro funzione.<br />

21 Giust<strong>in</strong>iani parlando del territorio aversano ricordava che <strong>di</strong> v<strong>in</strong>i aspr<strong>in</strong>i se ne produceva “gran<br />

copia” ed erano consumati molto a Napoli, e si commercializzavano particolarmente con Genova,<br />

cfr. Luigi De Rosa, La Campania <strong>in</strong>dustriale tra Settecento e Ottocento, <strong>in</strong> Storia e Civiltà della<br />

Campania,. cit., p. 95.<br />

22 Cfr. Sosio Capasso, Canapicoltura. Passato, presente e futuro, Frattamaggiore 2001. p. 16.<br />

23 Cfr. Silvio De Maio, D<strong>alla</strong> casa <strong>alla</strong> fabbrica: la lavorazione delle fibre tessili nell’Ottocento,<br />

<strong>in</strong> Storia d’Italia, Le Regioni dall’Unità a oggi, op. cit., p. 327.

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