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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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220<br />

volta <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i moderni il grosso problema della costituzione e della liquidazione del<br />

debito pubblico, e dei mezzi f<strong>in</strong>anziari per l’ammortamento e per il pagamento degli<br />

<strong>in</strong>teressi. Le op<strong>in</strong>ioni e le esperienze del tempo fecero considerare i beni ecclesiastici<br />

come la migliore risorsa per l’ammortamento e la più efficace garanzia dei cre<strong>di</strong>tori” 69 .<br />

Con decreto del 27 giugno fu creata l’amm<strong>in</strong>istrazione generale del demanio che<br />

comprendeva “tutti i beni appartenenti allo Stato sotto qualunque denom<strong>in</strong>azione essi<br />

siano” e col decreto del 31 luglio si precisarono quali fon<strong>di</strong> s’<strong>in</strong>tendevano per<br />

demaniali. Tra questi rientravano i beni del Tribunale Misto, cioè <strong>di</strong> tutti i luoghi <strong>pii</strong><br />

laicali e misti 70 . Si realizzava anche nel Regno ciò che era stato attuato dagli austriaci <strong>in</strong><br />

Toscana e nel Lombardo Veneto <strong>alla</strong> f<strong>in</strong>e del secolo precedente e a Modena, sotto<br />

l’<strong>in</strong>fluenza del Muratori, nello stesso periodo 71 .<br />

I beni demaniali, dal Monte borbonico ai Benefici <strong>di</strong> regio patronato, dalle abbazie<br />

devolute all’azienda gesuitica ai beni sequestrati nel 1799 “<strong>alla</strong> resa dei conti,<br />

rendevano poco. Molte amm<strong>in</strong>istrazioni erano passive (…). Soltanto gli allo<strong>di</strong>ali, il<br />

Tribunale Misto e il Monte frumentario rappresentavano cospicue fonti <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to” 72 .<br />

Tutti i beni demaniali erano valutati al 31 luglio del 1806 per una ren<strong>di</strong>ta annua <strong>di</strong><br />

743.934 ducati, somma “appena sufficiente a sostenere le spese <strong>di</strong> amm<strong>in</strong>istrazione,<br />

molto aumentate per il mantenimento della <strong>di</strong>rezione generale quasi autonoma, con<br />

propri funzionari <strong>in</strong> tutte le prov<strong>in</strong>ce, e a pagare le pensioni, i maritaggi, le elemos<strong>in</strong>e, i<br />

censi, le decime <strong>di</strong> cui erano gravate le fondazioni e le proprietà amm<strong>in</strong>istrate” 73 . Ma<br />

<strong>in</strong>nanzitutto, scrive Rambaud, bisognava uscire dal caos, unificare i vari servizi resi dai<br />

luoghi <strong>pii</strong>, semplificare le contabilità. Furono aboliti tutti gli amm<strong>in</strong>istratori e i cassieri<br />

dei luoghi <strong>pii</strong>, circa 24.000 i primi e 12.000 i secon<strong>di</strong>, i quali, pagati o meno che<br />

fossero, considerando la loro amm<strong>in</strong>istrazione come un proprio patrimonio, mangiavano<br />

la maggior parte degli <strong>in</strong>troiti. Fu semplificata la conclusione dei contratti, con<br />

l’elim<strong>in</strong>azione dell’autorizzazione preventiva al <strong>di</strong> sotto dei quaranta ducati e, per<br />

v<strong>in</strong>cere “la mollezza dei suoi agenti” si considerarono come <strong>in</strong>cassati tutti gli importi<br />

per i quali l’amm<strong>in</strong>istrazione non avesse perseguito i debitori f<strong>in</strong>o al sequestro dei loro<br />

beni. Oltre alle <strong>di</strong>fficoltà dovute alle abitud<strong>in</strong>i acquisite e spesso fraudolenti degli<br />

impiegati, c’era anche l’ostilità più o meno aperta delle autorità prov<strong>in</strong>ciali e degli stessi<br />

tribunali, i quali “vedendosi esclusi dall’amm<strong>in</strong>istrazione del luoghi <strong>pii</strong> laicali,<br />

mostravano un’opposizione molto pronunciata”. Una gran parte dei beni demaniali<br />

<strong>di</strong>venne, per vari motivi <strong>in</strong><strong>di</strong>sponibile, altri beni furono devoluti a istituti <strong>di</strong> beneficenza,<br />

<strong>di</strong> istruzione e <strong>alla</strong> cassa <strong>di</strong> ammortizzazione o a privati. I beni dei luoghi <strong>pii</strong> che<br />

provvedevano al mantenimento <strong>di</strong> chiese, sem<strong>in</strong>ari, ospizi e ospedali o <strong>alla</strong> dote delle<br />

fanciulle, f<strong>in</strong>o all’ammontare dei loro bisogni reali furono riservati. “La <strong>di</strong>rezione dei<br />

demani, <strong>di</strong> propria autorità, estese la salvaguar<strong>di</strong>a ai luoghi <strong>pii</strong> istituiti a favore delle<br />

vedove e degli orfani <strong>di</strong> militari o per la costruzione <strong>di</strong> strade” 74 .<br />

69<br />

Pasquale Villani, La ven<strong>di</strong>ta dei beni dello Stato nel Regno <strong>di</strong> Napoli (1806 – 1815), Milano<br />

1964, p. 15.<br />

70<br />

Ivi, p. 26.<br />

71<br />

Ve<strong>di</strong> il primo paragrafo del primo capitolo.<br />

72<br />

Pasquale Villani, op. cit., p. 27.<br />

73 Ivi, p. 28.<br />

74 J. Rambaud, op. cit. cap. X.

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