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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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2. Gli amm<strong>in</strong>istratori<br />

155<br />

I <strong>di</strong>rigenti dei sodalizi assumevano vari nomi, secondo la funzione da loro espletata che<br />

si riteneva più significativa. Gli Stati <strong>di</strong>scussi da noi esam<strong>in</strong>ati riportano quasi tutti i<br />

nomi e le qualifiche sociali, che sono: tesoriere, cassiere, borziere, casciere,<br />

amm<strong>in</strong>istratore, economo, governatore, priore, prioresse, prefetto, superiore, avvocato<br />

fiscale, procuratore, camerlengo.<br />

Da chi erano amm<strong>in</strong>istrati questi sodalizi? Il censimento redatto dai parroci è più<br />

preciso al riguardo riportando elementi che fanno collocare chiaramente la maggior<br />

parte degli amm<strong>in</strong>istratori nel ceto borghese della popolazione. Nei sodalizi poveri si<br />

nom<strong>in</strong>avano tra gli amm<strong>in</strong>istratori persone <strong>di</strong> estrazione sociale bassa che dovevano<br />

occuparsi anche delle questue. Salvo quelli <strong>di</strong> mestiere che erano gestiti <strong>di</strong>rettamente dai<br />

rappresentanti dell’arte, gli altri erano amm<strong>in</strong>istrati d<strong>alla</strong> piccola borghesia. Se<br />

scorriamo i nomi dei priori, assistenti, economi ecc., notiamo che nove erano dottori<br />

fisici, quattro erano magnifici, quattro erano sacerdoti e ventotto gli analfabeti. Tra gli<br />

analfabeti c’erano anche dei magnifici, segno che l’analfabetismo non sempre era segno<br />

<strong>di</strong> appartenenza <strong>alla</strong> fascia bassa della popolazione. Anche nelle confraternite aperte a<br />

<strong>di</strong>verse categorie sociali, era facile per gli appartenenti <strong>alla</strong> borghesia impren<strong>di</strong>toriale e<br />

a quella delle professioni occupare tutte le cariche sociali e avere il predom<strong>in</strong>io<br />

nell’amm<strong>in</strong>istrazione 23 . L’<strong>in</strong>terclassismo confraternale e l’autogestione, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, possono<br />

essere lette più come un mezzo <strong>di</strong> controllo sociale che <strong>di</strong> democrazia.<br />

I luoghi <strong>pii</strong> sono stati molto spesso palestre <strong>di</strong> scontri violenti tra le varie famiglie per la<br />

gestione dei beni. Gaetano Parente parlando delle confraternite aversane scrive a metà<br />

dell’800, “se povere, neglette: se ricche, un tempo, rivaleggianti per r<strong>in</strong>ghiose elezioni<br />

<strong>di</strong> cariche” 24 . E’ probabile che ai vertici delle strutture confraternali con maggiori<br />

ren<strong>di</strong>te ci fossero solo e sempre gli esponenti della piccola borghesia, non solo perché<br />

erano alfabetizzati25, ma perché erano <strong>in</strong>teressati a gestire un potere economico<br />

rilevante, che poteva fornire un aiuto considerevole nell’ascesa sociale.<br />

23 Sulle modalità <strong>di</strong> gestione degli organi collegiali si soffermano molti autori. Ve<strong>di</strong> ad esempio<br />

Daniele Casanova Le strutture <strong>di</strong> governo. Le procedure e i meccanismi elettorali all’<strong>in</strong>terno<br />

delle confraternite napoletane settecentesche, <strong>in</strong> idem (a cura <strong>di</strong>) Mestieri e devozione, cit., pp.<br />

73-74. Non conv<strong>in</strong>ce quanto sostiene Casanova che “E’ lecito ipotizzare che essendo le<br />

confraternite tra le prime istituzioni nell’ambito delle quali si svilupparono forme <strong>di</strong> autogoverno,<br />

esse abbiano costituito un modello per l’associazionismo borghese e aristocratico europeo setteottocentesco<br />

e per il nascente movimento operaio e contad<strong>in</strong>o. Un <strong>in</strong>teressante spunto <strong>di</strong> ricerca <strong>in</strong><br />

tal senso potrebbe essere costituito dall’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e d<strong>alla</strong> comparazione con altre forme<br />

solidaristiche e associative coeve e successive, come le logge massoniche, che proprio nella<br />

seconda metà del <strong>di</strong>ciottesimo secolo faranno la loro comparsa nel Regno, oppure come le varie<br />

associazioni preunitarie tra cui i clubs politico-ideologici e le società <strong>di</strong> mutuo soccorso, queste<br />

ultime considerate la trasposizione laica delle confraternite”. I vari sodalizi, a nostro parere, non<br />

possono essere confrontati perché la loro base sociale era completamente <strong>di</strong>versa. Nelle<br />

confraternite c’era spesso <strong>in</strong>terclassismo (qu<strong>in</strong><strong>di</strong> confronto tra <strong>di</strong>seguali), nelle logge massoniche,<br />

nei club ecc. i soci appartenevano allo stesso ceto o a ceti molti vic<strong>in</strong>i tra loro. Nelle confraternite<br />

era facile per la borghesia avere il sopravvento.<br />

24 Gaetano Parente, op. cit., vol. I, p. 79.<br />

25 I dati <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponiamo sono pochi. Il numero dei priori e dei cassieri analfabeti dei <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong><br />

della <strong>di</strong>ocesi era basso. Tra i professionisti, <strong>in</strong> via <strong>di</strong> prima approssimazione, possiamo <strong>di</strong>re che

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