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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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stato vario secondo la varietà de’ tempi, secondo l’avanzamento che d’anno <strong>in</strong> anno è<br />

andato facendo il Monte d’annue entrate, e dall’anno 1716 al 1722 fu solito pagare<br />

carl<strong>in</strong>i sette ogni anno a quelle figliole che pagavano un grano, esser quelle che<br />

pagavano più del grano suddetto si moltiplicavano li suddetti carl<strong>in</strong>i sette, siccome<br />

s’avanzavano il numero delle grane”. Dal 1723 al 1792 i pagamenti erano stati fatti con<br />

lo stesso criterio. “Nell’anno 1793 vedendosi che il Monte era cresciuto d’annue entrate<br />

si pensò d’avanzare anche il Maritaggio alle figliole ed essendosi tenuta conclusione che<br />

d’allora <strong>in</strong> appresso se li dessero carl<strong>in</strong>i nove per ogni anno a grano e così proseguirà<br />

s<strong>in</strong>tantochè non si vedrà nuovo avanzamento del Monte. Negli scorsi due anni però non<br />

se li dà maritaggio alcuno, ma solo si compensi a ragione <strong>di</strong> carl<strong>in</strong>i 5 l’anno per ogni<br />

grano. Dall’anno delle Regole non era più permesso iscrivere se non le ragazze del<br />

casale”. Il maritaggio si pagava alle monacande sia <strong>di</strong> casa 28 sia <strong>di</strong> monastero. Erano<br />

escluse le figliole che avessero dato scandalo, come ad esempio essere rimaste gravide o<br />

aver querelato qualcuno per stupro, o se ne erano “fuggite” con qualcuno. Il Monte era<br />

stato fondato da Giovan Giacomo Majelli. E’ importante notare che anche la<br />

presentazione della sola denuncia <strong>di</strong> stupro rappresentava un motivo <strong>di</strong> esclusione dal<br />

maritaggio.<br />

A Crispano troviamo il Monte delle sorelle del SS. mo Rosario eretto nella chiesa<br />

parrocchiale. Nel censimento redatto nel 1777 dal parroco, non se ne fa menzione,<br />

evidentemente già era annesso <strong>alla</strong> congregazione del Rosario; nel 1785 priore era il<br />

magnifico Carm<strong>in</strong>e Montefuscoli e cappellano don Gennaro Angel<strong>in</strong>o. Dieci anni dopo<br />

il bilancio preventivo era presentato da don Gennaro Angel<strong>in</strong>o che esercitava le funzioni<br />

<strong>di</strong> cappellano e <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore. Le sorelle iscritte nel 1804 erano 142, <strong>in</strong>cluse sette giubilate<br />

e altre 23 “che non godono”, evidentemente che non erano <strong>in</strong> regola con le quote che<br />

ammontavano a 7 tornesi ogni mese (3,5 grani). Il Monte era <strong>di</strong> tipo funerario, le<br />

consorelle <strong>in</strong> vita avevano <strong>di</strong>ritto all’elemos<strong>in</strong>a <strong>di</strong> 0,30 ducati se povere e <strong>in</strong>ferme e<br />

ricevevano il Viatico, <strong>in</strong> morte spettava loro il funerale e la celebrazione <strong>di</strong> una messa<br />

all’anno per 50 anni. Il Monte aveva l’obbligo <strong>di</strong> far celebrare 233 messe all’anno per le<br />

quali dava un’elemos<strong>in</strong>a al sacerdote <strong>di</strong> qu<strong>in</strong><strong>di</strong>ci grani; la prima domenica <strong>di</strong> ogni mese,<br />

faceva celebrare, nella chiesa parrocchiale, una messa cantata per le sorelle defunte,<br />

un’altra la faceva celebrare nell’ottavario della festa dei morti. Il Monte contribuiva per<br />

la terza parte alle riparazioni dell’organo della chiesa parrocchiale e aveva contribuito<br />

con 0,56 ducati al donativo, detto del Milione, fatto al re <strong>di</strong> un milione e duecentomila<br />

ducati.<br />

Nel 1804 il Monte era amm<strong>in</strong>istrato da due donne: Emmanuela Vitale e Orsola<br />

Narrante, <strong>in</strong><strong>di</strong>cate nello Stato <strong>di</strong>scusso come prioresse e amm<strong>in</strong>istratrici. Di loro<br />

sappiamo solo che erano analfabete e che appartenevano a due famiglie della piccola<br />

borghesia perché erano qualificate con l’appellativo <strong>di</strong> magnifiche. Sarebbe <strong>in</strong>teressante<br />

approfon<strong>di</strong>re la conoscenza della vita <strong>di</strong> questo sodalizio che, probabilmente, era tra i<br />

pochissimi nell’<strong>in</strong>tero Regno, a essere amm<strong>in</strong>istrato da donne. Ed è s<strong>in</strong>tomatico notare<br />

che l’<strong>in</strong>carico era stato assunto da due donne, evidentemente perché nessuna delle due si<br />

sentiva <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> gestirlo da sola. Chi erano le due signore? Dal catasto onciario<br />

appren<strong>di</strong>amo solo che il cognome Vitale era molto <strong>di</strong>ffuso a Crispano, annoverando<br />

degli artigiani e massari. Anche le famiglie Narrante erano presenti con artigiani e<br />

28 Le monache <strong>di</strong> casa erano delle laiche consacrate <strong>in</strong> una sorta <strong>di</strong> monacazione domestica;<br />

godevano tra il popolo <strong>di</strong> prestigio e venerazione.

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