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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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17<br />

a quell’appiattimento del tono religioso, che f<strong>in</strong>irà col rendere le confraternite degli enti<br />

con funzioni puramente assistenziali e patrimoniali” 22 .<br />

Anche se le regole erano <strong>alla</strong> base della vita dei <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong>, non sempre esse erano state<br />

scritte e poi approvate dall’autorità ecclesiale all’atto della costituzione del sodalizio,<br />

spesso gli statuti erano stati adottati dopo molto tempo d<strong>alla</strong> loro nascita. Solo dopo il<br />

Concilio <strong>di</strong> Trento tutti o quasi gli statuti furono riscritti su pressione dei vescovi<br />

riformatori. Forse proprio la formalizzazione dell’organizzazione <strong>in</strong>terna sta <strong>alla</strong> base<br />

della <strong>di</strong>fferenza tra le confraternite me<strong>di</strong>evali e quelle dell’età moderna 23 . Un impulso<br />

alle confraternite era stato dato, nei secoli precedenti il Concilio, anche d<strong>alla</strong> larga<br />

concessione delle <strong>in</strong>dulgenze 24 e dei privilegi che consentivano agli associati <strong>di</strong><br />

guardare con m<strong>in</strong>ore terrore <strong>alla</strong> vita dopo la morte. Terrore che dopo il Concilio fu<br />

ancor più alimentato d<strong>alla</strong> conferma dell’esistenza del Purgatorio e della possibilità che<br />

avevano i fedeli, attraverso le <strong>in</strong>dulgenze e i suffragi, <strong>di</strong> restarci il meno possibile per<br />

purificarsi 25 . In maniera lapidaria i santi padri avevano affermato: “il purgatorio esiste e<br />

le anime lì tenute possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli e <strong>in</strong> modo<br />

particolarissimo col santo sacrificio dell’altare”, e, cont<strong>in</strong>uando, “il santo s<strong>in</strong>odo<br />

comanda ai vescovi che con <strong>di</strong>ligenza facciano <strong>in</strong> modo che la sana dottr<strong>in</strong>a sul<br />

purgatorio, quale è stata trasmessa dai santi padri e dai sacri concili, sia creduta,<br />

ritenuta, <strong>in</strong>segnata e pre<strong>di</strong>cata dappertutto” 26 . Del resto le stesse opere pie praticate dai<br />

confratelli e <strong>in</strong> particolare prescritte dai donatori dei beni, come i maritaggi o la<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> viveri o denaro (le cosiddette elemos<strong>in</strong>e) “erano considerate un mezzo<br />

per ottenere il perdono e la salvezza, e avevano qu<strong>in</strong><strong>di</strong> un significato che andava al <strong>di</strong> là<br />

dall’attività <strong>in</strong> sé e del ” 27 . La conv<strong>in</strong>zione che le opere pie 28 potessero<br />

far ottenere da Dio il perdono dei propri peccati contribuì a rafforzare l’attività<br />

caritatevole.<br />

Francesco Longano era conv<strong>in</strong>to che la donazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> beni alle<br />

strutture ecclesiastiche fosse segno della “liberalità” dei regnicoli:<br />

… avendo con meco stesso pressoché <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite volte ricercato se mai esista anche fra noi tale<br />

spirito <strong>di</strong> liberalità, io ho ritrovato che nel regno <strong>di</strong> Napoli è tale che forse superi l’istessa Roma.<br />

Si richiami il lettore a memoria quanto è <strong>in</strong> mano degli ecclesiastici, quanto si ritrova riunito <strong>in</strong><br />

tanti luoghi <strong>pii</strong>. In oltre si <strong>di</strong>a un’occhiata alle carceri, agli ospedali, ed alle quoti<strong>di</strong>ane offerte ai<br />

22<br />

Ivi, p. 353.<br />

23<br />

Cfr. Christopher F. Black, op. cit., p. 341 nota n. 57.<br />

24<br />

Le <strong>in</strong>dulgenze ricevettero dalle crociate una notevole espansione ma esse erano “entrate<br />

nell’uso già da tempo per sovvenzionare opere pie”, cfr. Paolo Sarpi, op. cit., p. 277.<br />

25<br />

L’esistenza del purgatorio era stata già ipotizzata durante il me<strong>di</strong>oevo da <strong>di</strong>versi padri della<br />

chiesa, che avevano pensato a un luogo celeste dove fosse stato possibile purificarsi dai peccati<br />

m<strong>in</strong>ori, rimasti <strong>in</strong> attesa <strong>di</strong> espiazione <strong>in</strong> vita. Bisogna giungere al concilio <strong>di</strong> Lione del 1274 per<br />

porre f<strong>in</strong>e a tutte le <strong>di</strong>spute e affermare che chi muore <strong>in</strong> grazia <strong>di</strong> Dio prima <strong>di</strong> aver potuto<br />

espiare con i frutti della penitenza tutti i suoi peccati può purificarsi attraverso poenis purgatoriis.<br />

Sul Purgatorio è fondamentale il saggio <strong>di</strong> Jacques Le Goff, La nascita del Purgatorio, Tor<strong>in</strong>o<br />

1992. Ve<strong>di</strong> anche Michel Vovelle, La morte e l’Occidente dal 1300 ai nostri giorni, Bari 2000.<br />

26 Cfr. Paolo Sarpi, Decisioni dei concili ecumenici, a cura <strong>di</strong> G. Alebrigo, trad. it. R. Galligami,<br />

Tor<strong>in</strong>o 1978, pp. 711-712.<br />

27 Cfr. C. F. Black, op. cit., p. 25.<br />

28<br />

Le confraternite, come già detto, nella loro attività facevano riferimento ad alcune delle opere<br />

<strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a corporali e spirituali.

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