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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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il pr<strong>in</strong>cipe reale <strong>di</strong> Svezia, l’arciduca Michele e l’arciduchessa Elena delle Russie, Maria<br />

Luisa vedova <strong>di</strong> Napoleone Bonaparte ecc.<br />

Negli altri comuni della <strong>di</strong>ocesi non furono istituite strutture particolari, fu<br />

razionalizzata <strong>in</strong> qualche modo l’<strong>assistenza</strong>, furono istituite le scuole, anche se<br />

probabilmente molte non decollarono, pur essendo stati stanziati i fon<strong>di</strong> dai comuni. La<br />

situazione sul territorio non era uniforme, a Frattamaggiore, ad esempio,<br />

l’amm<strong>in</strong>istrazione spendeva 24 ducati per la scuola delle fanciulle, mentre quelle<br />

maschili non erano <strong>in</strong> funzione per la presenza <strong>di</strong> maestri privati che, temendone la<br />

concorrenza, ne ostacolavano l’istituzione. La vigilanza degli <strong>in</strong>tendenti e dei<br />

sott<strong>in</strong>tendenti era cont<strong>in</strong>ua e la corrispondenza su questa materia abbastanza copiosa.<br />

All’<strong>in</strong>izio del 1809 il sott<strong>in</strong>tendente <strong>di</strong> Casoria segnalava che tra i conventi c’erano<br />

quelli dei Riformati <strong>di</strong> Giugliano e <strong>di</strong> S. Antimo, che potevano essere utilizzati come<br />

scuole anche per la presenza <strong>di</strong> maestri idonei, come padre Gabriele <strong>di</strong> Qualiano e padre<br />

Seraf<strong>in</strong>o <strong>di</strong> S. Antimo. Non sempre, però, c’era la <strong>di</strong>sponibilità dei religiosi nel fornire<br />

maestri, spesso la chiesa ostacolava o impe<strong>di</strong>va loro <strong>di</strong> assumere tale ruolo. Ad agosto<br />

1809, ad esempio, l’ispettorato delle scuole gratuite delle fanciulle scriveva<br />

all’Intendente <strong>di</strong> Napoli facendogli presente che l’aiutante della scuola della<br />

Maddalenella <strong>di</strong> Napoli, Maria Luisa Tarant<strong>in</strong>o, si era ritirata dal servizio adducendo a<br />

motivo che “non reggeva con la testa” al numero delle alunne, la verità <strong>in</strong>vece era che<br />

era stata obbligata a farlo dalle monache consorelle e dal governo del conservatorio. La<br />

Tarant<strong>in</strong>o era stata sostituita da sua sorella Maria Rosa, “a sufficienza istruita negli<br />

affari donneschi”, che poteva essere aiutata “nel sostentamento” d<strong>alla</strong> sorella monaca,<br />

f<strong>in</strong>o a quando le maestre non sarebbero state pagate mensilmente con regolarità 55 .<br />

A giugno del 1810 il sott<strong>in</strong>tendente <strong>di</strong> Casoria <strong>in</strong>viava all’<strong>in</strong>tendenza la situazione<br />

scolastica riassunta nella seguente tabella.<br />

Tabella n. 1 Numero <strong>di</strong> alunni che frequentavano<br />

la scuola <strong>pubblica</strong> primaria a tutto il 1809<br />

Comune Ragazzi Ragazze<br />

Qualiano 14 0<br />

Giugliano 42 46<br />

Caivano 20 30<br />

S. Elpi<strong>di</strong>o 12 40<br />

Pomigliano<br />

d'Atella<br />

12 15<br />

55 Comportamenti ostili dei religiosi verso la scuola <strong>pubblica</strong>, perché sottraeva alunni alle scuole<br />

private gestite dai preti, è rilevata anche da Maurizio Lupo, cfr. Molti contrasti e qualche i<strong>di</strong>llio,<br />

Stato, Chiesa e riforma scolastica durante il Decennio Francese, <strong>in</strong> Costanza D’Elia (a cura <strong>di</strong>),<br />

Stato e chiesa cit., p. 383-392. I chierici probabilmente erano tra coloro che, <strong>alla</strong> cont<strong>in</strong>ua ricerca<br />

<strong>di</strong> vitalizi, erano desiderosi <strong>di</strong> impiegarsi nella scuola <strong>pubblica</strong>. A marzo 1809, ad esempio, il<br />

chierico Pietro Stanzione <strong>di</strong> Crispano chiedeva <strong>di</strong> essere nom<strong>in</strong>ato maestro delle scuole primarie<br />

per la morte <strong>di</strong> colui che esercitava tale funzione <strong>in</strong> precedenza.

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