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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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Dall’esame della tabella che segue ve<strong>di</strong>amo che oltre il 50% dei beni f<strong>in</strong>ì nelle mani <strong>di</strong><br />

grossi proprietari o dei nobili. Il generale francese Salligny ne acquistò il 15,30%, ma<br />

questa era parte <strong>di</strong> una lunga serie <strong>di</strong> compere nell’<strong>in</strong>tero Regno. L’altro grande<br />

acquirente fu Carlo Maria Caracciolo, maestro delle cerimonie a Corte, seguito dal duca<br />

<strong>di</strong> Carignano, presidente del senato <strong>di</strong> Napoli, consigliere <strong>di</strong> Stato e poi <strong>in</strong>tendente.<br />

Seguivano Raffaele Rossi, negoziante, Giuseppe Arena, Domenico Arenare, Saverio<br />

Bion<strong>di</strong>, speculatori, Carlo Cadol<strong>in</strong>o <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>ario, Ayral francese, Leonardo Papa e<br />

Andrea Di D<strong>in</strong>o commercianti 118 . I nobili che avevano avuto feu<strong>di</strong> nella zona aversana<br />

non sembra che fossero <strong>in</strong>teressati alle ven<strong>di</strong>te. Acquistarono poco il marchese <strong>di</strong><br />

Ducenta, il pr<strong>in</strong>cipe <strong>di</strong> Montemiletto e il duca <strong>di</strong> S. Arp<strong>in</strong>o. Quanta parte dei beni andò<br />

<strong>alla</strong> piccola borghesia locale? Difficile da <strong>di</strong>re <strong>in</strong> mancanza <strong>di</strong> un approfon<strong>di</strong>mento da<br />

fare sui catasti dei s<strong>in</strong>goli comuni. Certamente a questa categoria appartenevano<br />

Raffaele Palma e Pasquale Mozzetti <strong>di</strong> Sant’Antimo, da identificare il primo <strong>in</strong> un<br />

avvocato arrestato <strong>alla</strong> caduta della Re<strong>pubblica</strong> senza subire l’esilio. Nel Decennio fu il<br />

primo giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> pace <strong>di</strong> Sant’Antimo, poi giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> prima istanza e sostituto regio<br />

procuratore a S. Maria <strong>di</strong> Capua. Il secondo, anche lui avvocato, fu municipalista del<br />

Cantone Masaniello <strong>di</strong> Napoli, ricoprì altri <strong>in</strong>carichi durante la Re<strong>pubblica</strong>. Fu esiliato<br />

dai Borbone <strong>in</strong> Francia e fu iscritto al corpo degli ufficiali <strong>di</strong> Napoleone, rientrò a<br />

Sant’Antimo durante il Decennio e visse sempre animato da “liberi sentimenti” 119 .<br />

Complessivamente, comunque, tenendo conto solo dei cognomi più <strong>di</strong>ffusi nei vari<br />

comuni della <strong>di</strong>ocesi, <strong>alla</strong> piccola borghesia locale andarono pochi beni, forse nessuno a<br />

chi non aveva proprietà.<br />

118 Cfr. Pasquale Villani, op. cit., <strong>alla</strong> voce.<br />

119 Cfr. Nello Ronga, Il 1799, cit., <strong>alla</strong> voce.

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