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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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78<br />

1318 costituirono un altro <strong>in</strong>se<strong>di</strong>amento a Caivano “grosso borgo fortificato<br />

dell’entroterra napoletano” 32 . Nei primi decenni del secolo XIV fu costituito il convento<br />

carmelitano <strong>di</strong> Aversa, anche <strong>in</strong> questo caso si trattava <strong>di</strong> una scelta dovuta <strong>alla</strong> notevole<br />

importanza del luogo. L’<strong>in</strong>serimento degli agost<strong>in</strong>iani <strong>in</strong> <strong>Terra</strong> <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>in</strong>iziò nel<br />

1271 da Napoli, un secolo dopo (1380) essi s’<strong>in</strong>se<strong>di</strong>arono ad Aversa 33 . La presenza<br />

degli ord<strong>in</strong>i men<strong>di</strong>canti era possibile dove le capacità economiche, organizzative del<br />

tessuto urbano e le esigenze religiose e pastorali della popolazione erano tali da<br />

consentire, anzi richiedere la costituzione dei conventi. Non è un caso dunque che<br />

Napoli, Capua, Aversa e Sessa Aurunca, <strong>di</strong>slocati nella Custo<strong>di</strong>a francescana <strong>di</strong><br />

Napoli 34 , poiché erano caratterizzate “dal più alto tasso <strong>di</strong> sviluppo urbano negli ultimi<br />

secoli del me<strong>di</strong>oevo campano accoglievano“ la maggior parte degli <strong>in</strong>se<strong>di</strong>amenti<br />

religiosi dei francescani, Domenicani, Carmelitani e Agost<strong>in</strong>iani 35 . Ancora, per quanto<br />

riguarda l’ubicazione dei conventi dei vari ord<strong>in</strong>i men<strong>di</strong>canti è da evidenziare che essi<br />

sceglievano le se<strong>di</strong> delle <strong>di</strong>ocesi solo nel caso <strong>in</strong> cui queste co<strong>in</strong>cidevano realmente con<br />

le città che esercitavano un ruolo economico tra<strong>in</strong>ante nel territorio <strong>di</strong> competenza. Era<br />

il caso, a proposito della Custo<strong>di</strong>a Napoletana, <strong>di</strong> Aversa <strong>in</strong>sieme ai centri <strong>di</strong> Sessa<br />

Aurunca, Teano, Car<strong>in</strong>ola e Capua. Delle se<strong>di</strong> <strong>di</strong>ocesane <strong>di</strong> Acerra, Caiazzo, Calvi,<br />

Caserta e Nola, per restare nell’entroterra, Nola e Sarno ospitavano una sola comunità,<br />

quella dei frati M<strong>in</strong>ori, le altre nessuna. Nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Caserta, al capoluogo fu<br />

preferita dai Frati M<strong>in</strong>ori Maddaloni, solo nella seconda metà del secolo XV gli<br />

agost<strong>in</strong>iani s’<strong>in</strong>se<strong>di</strong>arono nella sede episcopale; nella <strong>di</strong>ocesi acerrana al capoluogo fu<br />

preferita Arienzo dagli agost<strong>in</strong>iani, l’unico ord<strong>in</strong>e presente <strong>in</strong> quel periodo nella<br />

<strong>di</strong>ocesi 36 .<br />

Da quanto detto appare evidente che si concentrava nella chiesa <strong>di</strong> Aversa, tra gli ord<strong>in</strong>i<br />

secolari e regolari, un patrimonio ecclesiastico che forse era tra i più elevati delle<br />

<strong>di</strong>ocesi del Regno, con la possibilità <strong>di</strong> utilizzare un consistente numero <strong>di</strong> artigiani,<br />

addetti ai servizi e <strong>di</strong> borghesi delle professioni che <strong>in</strong>fluiva sull’articolazione della<br />

popolazione.<br />

Nella <strong>di</strong>ocesi erano presenti vari feu<strong>di</strong> ecclesiastici, solo uno <strong>di</strong> essi, però faceva capo al<br />

vescovo normanno, gli altri erano appannaggio dei padri celest<strong>in</strong>i e della Certosa <strong>di</strong> S.<br />

Mart<strong>in</strong>o <strong>di</strong> Napoli.<br />

31<br />

Luigi Pellegr<strong>in</strong>i, op. cit., p.140. Cfr. Giovanni Vitolo, Gli Ord<strong>in</strong>i men<strong>di</strong>canti e il culto dei santi<br />

<strong>in</strong> Italia meri<strong>di</strong>onale, <strong>in</strong> Giovanni Vitolo, Pellegr<strong>in</strong>aggi e it<strong>in</strong>erari dei santi nel Mezzogiorno<br />

me<strong>di</strong>evale, Napoli 1999, p. 74-75<br />

32<br />

Ivi, p. 127.<br />

33<br />

Ivi, pp. 125-126.<br />

34<br />

La Custo<strong>di</strong>a napoletana si estendeva dal golfo <strong>di</strong> Napoli alle foci del Garigliano comprendendo<br />

anche i territori <strong>di</strong> Mignano, Teano, Maddaloni e Nola.<br />

35<br />

Luigi Pellegr<strong>in</strong>i, op. cit., p. 129.<br />

36 Ivi, pp. 132-134.

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