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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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matrimonio, a quelle che sceglievano la castità e la vita claustrale assicurava<br />

l’accoglienza nel pio luogo per sempre” 233 . Nel 1422 il sodalizio era assistito da sette<br />

sacerdoti stipen<strong>di</strong>ati come cappellani, <strong>alla</strong> f<strong>in</strong>e del se<strong>di</strong>cesimo secolo il loro numero<br />

(oltre a quattro chierici addetti al coro) si era raddoppiato per giungere poi a<br />

quarantac<strong>in</strong>que unità nel 1741 234 . Le entrate, al tempo del vescovo Ors<strong>in</strong>i (1591-1598)<br />

ascendevano a oltre 12.000 ducati 235 . Ai tempi <strong>di</strong> Filippo IV, cioè dal 1623 al 1665, per<br />

mantenere i trovatelli <strong>alla</strong> Ruota e alimentarli la Casa santa manteneva 100 balie. Dopo<br />

il Concilio <strong>di</strong> Trento, come già accennato, ebbero <strong>in</strong>izio le controversie con l’ord<strong>in</strong>ario<br />

<strong>di</strong> Aversa circa la natura dell’istituto, che lo riteneva a lui subord<strong>in</strong>ato, mentre i<br />

governatori lo consideravano <strong>di</strong> regio patronato. La lite si protrasse oltre la<br />

proclamazione dell’unità d’Italia. F<strong>in</strong>o <strong>alla</strong> firma del concordato del 1741 i governatori<br />

rendevano i conti a un delegato del Collaterale. I beni della Casa santa erano <strong>in</strong>genti<br />

tanto da <strong>in</strong>fluire, attraverso le varie urbanizzazioni realizzate a <strong>in</strong>iziare dal XIV secolo,<br />

sulla struttura stessa della città 236 . Alla f<strong>in</strong>e del XVIII secolo Galanti scriveva che essa<br />

aveva 22.000 ducati <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta all’anno, con l’obbligo <strong>di</strong> nutrire e <strong>di</strong> allevare gli esposti.<br />

Non ne allevava più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci, gli altri li mandava a Napoli. “Spende molto per la chiesa,<br />

cioè per preti, spende all’anno 800 ducati, sotto nome <strong>di</strong> limos<strong>in</strong>e che non sono<br />

dell’istituto, e vi sono abusi anche peggio, che per moderazione si tacciono. Nel suo<br />

conservatorio, eretto per l’esposti, vi sono 421 persone, fra monache, esposte, educande,<br />

vedove e maritate. Le esposte non sono che 78, le educande 108: queste vi dovrebbero<br />

essere ricevute colla pensione <strong>di</strong> due ducati al mese, ma non pagano nulla per il favore<br />

dei governatori” 237 .<br />

Meno importante era l’AGP <strong>di</strong> Giugliano, sorta anch’essa, presumibilmente tra il XIV e<br />

il XIV secolo, consisteva <strong>in</strong> un oratorio con annessa una struttura assistenziale. Nel<br />

1598 il piccolo complesso è citato <strong>in</strong> una bolla <strong>di</strong> papa Clemente VIII. Fu oggetto <strong>di</strong><br />

lavori “nel 1766, nel 1860 e nel 1874, come ricordato da un'iscrizione posta sulla<br />

facciata. Nel 1611 la chiesa subì alcuni lavori <strong>di</strong> ampliamento durante i quali fu<br />

aumentata l'altezza smontando il soffitto ligneo, <strong>in</strong>nalzando le mura - r<strong>in</strong>forzate con<br />

pilastroni ed archi - e ricollocando <strong>in</strong> seguito il soffitto al suo posto. Ulteriori lavori <strong>di</strong><br />

restauro e consolidamento <strong>in</strong>teressarono la chiesa a partire dal 1727, lavori durante i<br />

quali fu ricostruita la cupola sul transetto” 238 . A metà del XVII secolo l’Annunziata<br />

aveva trenta sacerdoti e do<strong>di</strong>ci chierici, una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> duemila ducati all’anno e<br />

sosteneva l’annesso ospedale amm<strong>in</strong>istrato da laici 239 . Alla f<strong>in</strong>e del secolo Galanti<br />

annotava che essa aveva 6.000 ducati <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta “che si consumano <strong>in</strong> gran parte da’<br />

preti che servono la chiesa. Ha un picciolo ospedale per gl’<strong>in</strong>fermi: gli esposti li rimette<br />

<strong>in</strong> Napoli, e per il loro trasporto soffre il peso <strong>di</strong> 10 ducati all’anno” 240 .<br />

233<br />

A. Cammarano, Il protocollo <strong>in</strong>e<strong>di</strong>to della Chiesa e dell’Ospedale dell’Annunziata <strong>di</strong> Aversa,<br />

<strong>in</strong> , XI (1988-1989), Caserta 1992, p. 57, citato da Luciano<br />

Orabona, <strong>in</strong> op. cit., p. 51.<br />

234<br />

Luciano Orabona, op. cit., p. 53.<br />

235<br />

Ivi, p. 74.<br />

236<br />

Cfr. Giuseppe Fiengo (a cura <strong>di</strong>), Lo sviluppo sei-settecentesco <strong>di</strong> Aversa e l’episo<strong>di</strong>o<br />

urbanistico del Limitone, Napoli MCMXCVII.<br />

237<br />

Giuseppe Maria Galanti, op. cit., tomo II, pp. 101-102.<br />

238<br />

www.santuarioagp.it, 3 <strong>di</strong>cembre 2010.<br />

239<br />

Luciano Orabona, op. cit., p. 226.<br />

240<br />

Giuseppe Maria Galanti, op. cit., p. 102.

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