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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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Nell’affollata categoria dei <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong> laicali e misti rientravano le confraternite, le<br />

congregazioni, le mastranze, le cappelle, le chiese laicali, i monti, e altri raggruppamenti<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>cati con nomi <strong>di</strong>versi. In riferimento poi al loro scopo prioritario le Confraternite e<br />

le Congregazioni erano de<strong>di</strong>te prevalentemente ad attività devozionali e <strong>di</strong> carità<br />

cristiana; le Cappelle provvedevano <strong>alla</strong> cura <strong>di</strong> una cappella o <strong>di</strong> un altare, <strong>in</strong> genere<br />

ubicati all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> una parrocchia, facendosi carico della sua manutenzione e della<br />

promozione del culto del santo dal quale prendevano il nome, anche se a volte non<br />

mancava qualche opera <strong>di</strong> carità cristiana. Sia le prime sia le seconde spesso erano<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>cate col nome <strong>di</strong> Mastranze. Le chiese laicali erano strutture costruite d<strong>alla</strong><br />

popolazione o da parte <strong>di</strong> essa, a volte anche da gruppi ristretti: nobili o categorie <strong>di</strong> arti<br />

e mestieri, che provvedevano <strong>di</strong>rettamente <strong>alla</strong> loro gestione e alle attività devozionali<br />

con sacerdoti da loro scelti e retribuiti. Le confraternite <strong>di</strong> mestiere raggruppavano soci<br />

che esercitavano la stessa attività e svolgevano funzioni <strong>di</strong> ord<strong>in</strong>e sociale e produttivo,<br />

tutelando i mestieri e i suoi addetti 4 , fissando cioè prezzi o organizzando proteste allo<br />

scopo <strong>di</strong> proteggere gli iscritti e <strong>di</strong> promuovere tra loro lo spirito <strong>di</strong> fratellanza.<br />

Alla f<strong>in</strong>e del C<strong>in</strong>quecento, anche a Napoli, ricorda Rosario Villari, le confraternite <strong>di</strong><br />

artigiani si trasformarono <strong>in</strong> organizzazioni <strong>di</strong> classe e oltre a rispondere a f<strong>in</strong>i religiosi<br />

cercavano <strong>di</strong> usare la solidarietà corporativa per fissare salari dei <strong>di</strong>pendenti sul<br />

m<strong>in</strong>imo 5 .<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista istituzionale i <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong> laicali e misti prima del concordato del 1741<br />

<strong>di</strong>pendevano dal vescovo, anche se già gli spagnoli durante il viceregno avevano<br />

contrastato tale decisione del Concilio <strong>di</strong> Trento. Poi erano controllati dal Tribunale<br />

Misto, cioè un’istituzione formata da rappresentanti del re e del papa, creata con il<br />

Concordato del 1741.<br />

La numerazione dei <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong> e dei Monti è complicata perché sotto lo stesso nome<br />

spesso esistevano la Confraternita, la Cappella e il Monte che, gestiti a volte dalle stesse<br />

persone, erano <strong>in</strong><strong>di</strong>cati o come un’unica entità o come <strong>di</strong>verse, <strong>di</strong> conseguenza potevano<br />

avere uno o più bilanci. Ancora nel 1824 perdurava la confusione tanto che il m<strong>in</strong>istro<br />

degli Interni <strong>in</strong>viava istruzioni agli Intendenti aff<strong>in</strong>ché “i monti frumentari (ma il<br />

<strong>di</strong>scorso valeva anche per gli altri Monti) annessi a cappelle, congregazioni o altri<br />

luoghi <strong>pii</strong>, i quali non hanno per fondazione pesi estranei al loro istituto, abbiano uno<br />

stato <strong>di</strong>scusso a parte, e sieno <strong>di</strong>retti nella loro amm<strong>in</strong>istrazione co’ medesimi pr<strong>in</strong>cipi<br />

stabiliti per gli altri monti frumentari” 6 .<br />

2. La legislazione<br />

Carlo <strong>di</strong> Borbone s<strong>in</strong> dal suo arrivo a Napoli manifestò un’energica volontà <strong>di</strong> limitare il<br />

potere della Chiesa e ridurre i privilegi del clero 7 . La politica regalista e anticurialista<br />

<strong>in</strong>augurata dal Tanucci <strong>di</strong>ede luogo a un’ampia attività legislativa tesa anche a ridurre il<br />

4<br />

In merito cfr. Luigi Mascilli Miglior<strong>in</strong>i, Premessa a Daniele Casanova (a cura <strong>di</strong>), Mestieri e<br />

devozione, cit., p. 8.<br />

5<br />

Rosario Villari, La rivolta antispagnola a Napoli. Le orig<strong>in</strong>i (1585-1647), Bari 1976, pp. 53-54,<br />

citato da Cristopher F. Black, op. cit., p. 62.<br />

6<br />

Circolare del 21 aprile 1824, cfr. ASN, Interni, II <strong>in</strong>v. f. 596, ora <strong>in</strong> Aldo Di Biasio, op. cit., p.<br />

160.<br />

7<br />

Sulle riforme attuate da Carlo <strong>di</strong> Borbone e dal m<strong>in</strong>istro Tanucci cfr. Anna Maria Rao, Il Regno<br />

<strong>di</strong> Napoli nel Settecento, Napoli 1983.

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