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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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42<br />

<strong>di</strong>edero <strong>in</strong>izio <strong>alla</strong> costruzione <strong>di</strong> una nuova chiesa 156 . La confraternita <strong>di</strong> S. Rocco<br />

ubicata nell’omonima chiesa è probabile che fosse stata fondata o dopo la peste del<br />

1526 o <strong>in</strong> quell’occasione cambiò l’antico titolo <strong>di</strong> S. Maria della Neve <strong>in</strong> quello <strong>di</strong> S.<br />

Rocco. Al momento della visita del vescovo Ors<strong>in</strong>i gli amm<strong>in</strong>istratori asserivano che la<br />

confraternita era antica ed era aggregata a quella <strong>di</strong> Roma 157 . All’<strong>in</strong>circa nel 1545 fu<br />

fondata la confraternita dei Bianchi o Succurre miseris, detta anche <strong>di</strong> S. Giovanni<br />

decollato, affiliata all’omonima arciconfraternita <strong>di</strong> Roma. Aveva una chiesa propria e,<br />

come le altre consorelle dello stesso nome, aveva “il peso <strong>di</strong> confortare e seppellire li<br />

condannati a morte per mano della giustizia”, che non erano pochi perché le sentenze<br />

capitali pronunciate dal Tribunale <strong>di</strong> Campagna dovevano, per legge, essere eseguite <strong>in</strong><br />

Aversa. Non aveva né beni né ren<strong>di</strong>te 158 . Ab antico, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> prima del concilio <strong>di</strong> Trento,<br />

fu fondata anche la congrega della Tr<strong>in</strong>ità dei Pellegr<strong>in</strong>i, che aveva una chiesa propria<br />

dallo stesso nome. Praticava l’opera <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a corporale <strong>di</strong> alloggiare i pellegr<strong>in</strong>i,<br />

accogliendoli “per una sola notte con gli atti veri <strong>di</strong> una caritativa ospitalità, non solo<br />

con lavarli i pie<strong>di</strong>, e ricrearli lautamente nella menza. Ma anche dandogli como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

dormire <strong>in</strong> <strong>di</strong>versi spaziosi saloni, dove <strong>in</strong> luoghi separati gli uom<strong>in</strong>i dalle donne, et i<br />

Sacerdoti da laici sono con ogni ord<strong>in</strong>e serviti”. Nei primi tempi, quando non ancora<br />

avevano i locali <strong>di</strong> proprietà, prendevano <strong>in</strong> fitto alcune case site nella parrocchia <strong>di</strong> S.<br />

Nicola. Nella stessa chiesa della Tr<strong>in</strong>ità aveva sede anche “anticamente” un Monte degli<br />

agonizzanti, poi <strong>di</strong>smesso 159 .<br />

In un documento <strong>di</strong> papa Gregorio XIII del 1584 è citata la confraternita del Rosario,<br />

fondata dai domenicani certamente anni prima, con sede nella chiesa <strong>di</strong> S. Domenico 160 .<br />

La congrega <strong>di</strong> S. Eligio, che aggregava i fabbri ferrai, era nella chiesa <strong>di</strong> S. Eligio ma<br />

non sappiamo se già esistente nel 1422 quando la chiesa con tutti i suoi beni fu donata<br />

d<strong>alla</strong> reg<strong>in</strong>a Giovanna II all’A.G. P. <strong>di</strong> Aversa 161 . Già c’era nel 1597, durante la visita<br />

del vescovo Ors<strong>in</strong>i, la confraternita della Madonna della Pietà che aveva sede nella<br />

chiesa propria 162 . Lo stesso vale per le congreghe del Corpo <strong>di</strong> Cristo e della<br />

Concezione che erano nella chiesa parrocchiale <strong>di</strong> S. Nicola (quella della Concezione<br />

evidentemente sotto altro nome; con questo titolo, <strong>in</strong>fatti, non figurava nella visita <strong>di</strong><br />

Baldu<strong>in</strong>o) 163 .<br />

Da notare ad Aversa la presenza <strong>di</strong> ben quattro confraternite <strong>di</strong> battenti o battitori: due<br />

nella chiesa <strong>di</strong> S. Biagio, una nella parrocchia <strong>di</strong> S. Marta e un’altra nella chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Lucia, detta, quest’ultima, confraternita <strong>di</strong> S. Bartolomeo 164 .<br />

Negli altri comuni della <strong>di</strong>ocesi la visita si snodò rilevando i luoghi <strong>pii</strong> <strong>di</strong> seguito<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>cati.<br />

Ad Aprano c’era una cappella de<strong>di</strong>cata a S. Tommaso nel luogo detto il Fortilizio.<br />

156<br />

Ivi vol. II, pp. 189-190 e Luciano Orabona, Religiosità meri<strong>di</strong>onale cit. p. 41.<br />

157<br />

Gaetano Parente, op. cit., vol. II, p. 490.<br />

158<br />

Ivi vol. II, p. 511.<br />

159<br />

Ivi, vol. II, pp. 512-518<br />

160<br />

Ivi, vol. II, p. 203.<br />

161<br />

Ivi, vol. II, pp. 221-224.<br />

162<br />

Ivi, vol. II, p. 344.<br />

163<br />

Ivi, vol. II, p. 416.<br />

164<br />

Il Parente rimanda l’orig<strong>in</strong>e delle confraternite dei battenti o battitori a quelle dei flagellanti<br />

<strong>in</strong>trodotti <strong>in</strong> Italia dai domenicani Giovanni da Vicenza nel 1223 e da Ventur<strong>in</strong>o da Bergamo nel<br />

1334, ivi, vol. II, p. 401.

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