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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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Col decreto n. 193 del 21 ottobre 1808 il nuovo re Gioacch<strong>in</strong>o ord<strong>in</strong>ava al m<strong>in</strong>istro dell’<br />

Interno <strong>di</strong> prendere “gli ord<strong>in</strong>i della Reg<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Napoli e Sicilia nostra amatissima Sposa,<br />

sotto la cui vigilanza e protezione a tenor della legge è l’istituzione suddetta, che sarà<br />

condotta a norma del regolamento che sarà stabilito d<strong>alla</strong> Reg<strong>in</strong>a”. Inoltre <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong><br />

porre a <strong>di</strong>sposizione del presidente dello stabilimento, che sarebbe stato nom<strong>in</strong>ato d<strong>alla</strong><br />

Reg<strong>in</strong>a, i fon<strong>di</strong> già assegnati e i frutti maturati. Provvisoriamente era stato <strong>in</strong>caricato 47<br />

<strong>di</strong> riscuotere le ren<strong>di</strong>te dei fon<strong>di</strong> Alessandro Pelliccia <strong>di</strong> Aversa, che rimase <strong>in</strong> carica<br />

almeno f<strong>in</strong>o a marzo del 1808. La scuola entrò <strong>in</strong> funzione nel 1809 ma non ad Aversa<br />

bensì a Napoli nel complesso <strong>di</strong> S. Marcell<strong>in</strong>o; verso la f<strong>in</strong>e del 1810 fu trasferita ad<br />

Aversa nel convento <strong>di</strong> S. Lorenzo. La presidenza era stata affidata a Giuseppe<br />

Capecelatro, arcivescovo <strong>di</strong> Taranto ed elemos<strong>in</strong>iere della reg<strong>in</strong>a. Nel 1814 48 fu<br />

aumentata la dote <strong>di</strong> altre 26.400 lire. Fu, questo, il primo istituto femm<strong>in</strong>ile <strong>di</strong><br />

istruzione me<strong>di</strong>a sorto nel Meri<strong>di</strong>one d’Italia. Nel 1814 fu trasferito <strong>di</strong> nuovo a Napoli<br />

nel monastero dei Miracoli e assunse il nome <strong>di</strong> Casa dei Miracoli. Il numero delle<br />

educande fu portato a 200, delle quale cento erano a pagamento e cento a “piazza<br />

franca”. Lì la casa rimase mutando, al ritorno dei Borbone, il nome <strong>in</strong> Real casa dei<br />

Miracoli.<br />

Altri <strong>in</strong>terventi consistettero nel favorire l’apertura <strong>di</strong> case <strong>di</strong> educazioni per fanciulle.<br />

Nel 1808 con decreto n. 129 del 27 aprile se ne istituì una nel convento soppresso <strong>di</strong> S.<br />

Pietro Martire a Napoli, col nome <strong>di</strong> Real Casa <strong>di</strong> educazione per la manifattura del<br />

cotone, ove furono accolte settantac<strong>in</strong>que ragazze scelte all’<strong>in</strong>terno del Real Albergo dei<br />

poveri, dell’Annunziata <strong>di</strong> Napoli e dell’Orfanotrofio <strong>di</strong> Aversa. Alle ragazze più<br />

meritevoli si promettevano, nei c<strong>in</strong>que anni successivi, quaranta doti <strong>di</strong> 50 ducati l’una.<br />

Nel 1810 le proiette e le orfane dell’AGP <strong>di</strong> Aversa furono raccolte <strong>in</strong> un nuovo<br />

orfanotrofio nel convento <strong>di</strong> S. Agost<strong>in</strong>o, che fu <strong>di</strong>smesso nel 1819, ove attendevano<br />

alle filande. Un altro Real orfanotrofio, sotto il titolo <strong>di</strong> S. Gioacch<strong>in</strong>o, fu autorizzato<br />

col decreto n. 1620 dell’11 febbraio 1813 per le fanciulle <strong>di</strong> Aversa esposte con oltre sei<br />

anni d’età, la dotazione era fissata sui fon<strong>di</strong> dell’Annunziata, secondo i budgets<br />

determ<strong>in</strong>ati dal m<strong>in</strong>istro dell’<strong>in</strong>terno, che doveva emanare tutti i regolamenti necessari.<br />

Per i bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong>vece, nonostante le buone <strong>in</strong>tenzioni bisogna aspettare il 1817 per<br />

vedere aprire i primi orfanotrofi abb<strong>in</strong>ati agli ospizi <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità.<br />

Uno dei settori chiave della <strong>pubblica</strong> <strong>assistenza</strong>, come abbiamo visto <strong>in</strong> precedenza,<br />

riguardava i proietti che erano accolti nelle strutture dell’AGP presenti nella capitale e<br />

nei comuni maggiori del Regno. Nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Aversa ve n’erano due: una ad Aversa<br />

e un’altra a Giugliano. Ad Aversa i bamb<strong>in</strong>i erano accolti nell’Annunziata e vi<br />

restavano f<strong>in</strong>o a quando erano “slattati”. Dopo, le bamb<strong>in</strong>e andavano nel conservatorio e<br />

i maschi erano “mantenuti <strong>in</strong> un luogo particolare” dove vi era una persona che li<br />

guidava. Nei giorni feriali li faceva “travagliare presso i Mastri artieri” e <strong>in</strong>segnava loro<br />

a leggere, scrivere e i ru<strong>di</strong>menti della religione. Gran parte dei bamb<strong>in</strong>i comunque, da<br />

tutto il Regno, confluiva nell’Annunziata <strong>di</strong> Napoli. Solo una piccola parte poi era<br />

affidata alle nutrici, che, per un mo<strong>di</strong>co compenso, si prendevano cura <strong>di</strong> loro f<strong>in</strong>o ai sei<br />

anni <strong>di</strong> età. Dopo tale età, una parte <strong>di</strong> essi era <strong>in</strong>viata negli istituti come l’Albergo dei<br />

poveri, altri, specialmente nella prov<strong>in</strong>cia, <strong>di</strong> fatto, erano abbandonati a se stessi e<br />

f<strong>in</strong>ivano con l’<strong>in</strong>grossare il numero dei vagabon<strong>di</strong>. Si operava per compiere un<br />

47 Decreto del 21 ottobre 1808<br />

48 Decreto n. 2021 del 13 gennaio 1814.

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