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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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costruzione del conservatorio <strong>di</strong> S. Anna 205 . Nei primi anni del 1700 furono fondati la<br />

congrega e il Monte <strong>di</strong> S. Domenico Soriano (detta anche <strong>di</strong> S. Francesco Saverio), che<br />

aveva sede nella chiesa dei santi Filippo e Giacomo. Nella stessa chiesa c’era anche la<br />

congrega del Purgatorio sotto il titolo della verg<strong>in</strong>e Addolorata, anch’essa fondata nel<br />

XVIII secolo 206 .<br />

Dopo Innico Caracciolo i due vescovi successivi, Giuseppe Firrao (1730 – 1735) ed<br />

Ercole Michele Ajerbo d’Aragona (giugno – agosto 1735) poco <strong>in</strong>fluirono sulle<br />

con<strong>di</strong>zioni della <strong>di</strong>ocesi essendo il primo impegnato a Roma e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> quasi mai presente<br />

ad Aversa ed il secondo morto dopo pochi mesi d<strong>alla</strong> nom<strong>in</strong>a.<br />

Filippo Nicolò Sp<strong>in</strong>elli nom<strong>in</strong>ato vescovo <strong>di</strong> Aversa nel 1735 vi rimase per ventisei<br />

anni; il suo vescovato co<strong>in</strong>cise quasi con la permanenza <strong>di</strong> Carlo <strong>di</strong> Borbone a Napoli<br />

(1735 – 1759). Le caratteristiche pr<strong>in</strong>cipali del suo vescovato furono la magnificenza da<br />

lui praticata nell’abbellimento degli e<strong>di</strong>fici religiosi, la litigiosità <strong>di</strong>mostrata per<br />

sostenere le prerogative vere o presunte della sua chiesa e la <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a che impose al<br />

clero 207 . Fece re<strong>di</strong>gere da un canonico della cattedrale e stampare un catechismo per i<br />

fanciulli ancora <strong>in</strong> uso nella seconda metà dell’800 detto la dottr<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Sp<strong>in</strong>elli 208 .<br />

A Casandr<strong>in</strong>o nella chiesa parrocchiale vi sono varie cappelle <strong>di</strong> cui s’ignora la data <strong>di</strong><br />

costituzione; così pure <strong>di</strong> due congreghe, con oratorio proprio, <strong>in</strong>titolate <strong>alla</strong> Madonna<br />

delle Grazie e <strong>alla</strong> Natività e <strong>di</strong> una cappella de<strong>di</strong>cata a S. Nicola <strong>di</strong> patronato della<br />

famiglia Silvestre 209 . Nel 1736 fu istituita la confraternita del SS. Rosario a Qualiano,<br />

ove già esisteva una cappella del SS. Rosario che poi aveva assunto il titolo <strong>di</strong> S.<br />

Stefano 210 .<br />

A Caivano nel corso del secolo XVI sorse la congregazione del SS. mo Sacramento, che<br />

nella visita del vescovo Urs<strong>in</strong>o del 1597 si <strong>di</strong>ce appartenere all’Altare Maggiore della<br />

parrocchia <strong>di</strong> S. Pietro, ed è aggiunto “l’erettione et fundatione è antichissima tanto che<br />

non v’è memoria. L’aggregazione <strong>alla</strong> M<strong>in</strong>erva <strong>di</strong> Roma fu fatta ai 22 marzo 1565”. I<br />

confratelli accompagnavano i morti all’ultima <strong>di</strong>mora, scortavano il Viatico e<br />

contribuivano con i curati e i Mastri della chiesa parrocchiale a mantenere le lampade<br />

accese davanti al SS. mo Sacramento. Nei decenni successivi i confratelli costruirono un<br />

oratorio proprio. Tra la f<strong>in</strong>e del XVI secolo e l’<strong>in</strong>izio del XVII fu fondata la congrega<br />

del SS. mo Rosario fornita <strong>di</strong> oratorio proprio 211 . Fu costituita, forse <strong>alla</strong> metà del secolo<br />

XVII, la congrega della Verg<strong>in</strong>e dei sette dolori o Addolorata nella chiesa <strong>di</strong> S. Pietro,<br />

anch’essa costruì nel decennio successivo un proprio oratorio. Nella chiesa <strong>di</strong> Santa<br />

205 Ivi, vol. II, pp. 657 e 660.<br />

206 Ivi, vol. II, p. 225-227.<br />

207 Ivi, vol. II, pp. 667 – 676.<br />

208 Ivi, op. cit., vol. II, pp. 671. Il term<strong>in</strong>e rimase <strong>in</strong> uso per secoli. Ancora nella seconda metà del<br />

Novecento, nella fase preparatoria per la prima comunione si <strong>di</strong>ceva: an<strong>di</strong>amo <strong>alla</strong> dottr<strong>in</strong>a, per<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>care che si andava <strong>in</strong> chiesa a imparare il catechismo, e chi sa se quelle filastrocche che<br />

s’<strong>in</strong>segnavano non facevano parte della dottr<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Sp<strong>in</strong>elli. Nello stesso periodo anche a Napoli<br />

era <strong>di</strong>ffuso un catechismo preparato da S. Alfonso Maria dei Liguori, anch’esso detto <strong>di</strong> Sp<strong>in</strong>elli<br />

(Giuseppe Sp<strong>in</strong>elli card<strong>in</strong>ale <strong>di</strong> Napoli) che “si offriva come tavola <strong>di</strong> sentenze <strong>in</strong> gran parte<br />

<strong>in</strong>comprensibili ai suoi dest<strong>in</strong>atari, oltre che esageratamente apo<strong>di</strong>ttiche, come osservò papa<br />

Lambert<strong>in</strong>i”. Sulla cultura religiosa a Napoli, cfr. Romeo De Maio, Religiosità a Napoli, Napoli<br />

1997, pp. 233 e sgg.<br />

209 Cherub<strong>in</strong>o Caiazzo, Storia del comune <strong>di</strong> Casandr<strong>in</strong>o, Napoli 1938, pp. 77-99.<br />

210 Sergio Zazzera, Qualiano, storia, tra<strong>di</strong>zioni e immag<strong>in</strong>i, Napoli 1986, p. 32.<br />

211 Domenico Lanna senior, Frammenti storici <strong>di</strong> Caivano, Giugliano 1903, pp. 218-219.

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