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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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180<br />

<strong>di</strong> cui si aveva notizia risaliva, come abbiamo già visto, al 1525. Successivamente, il 26<br />

giugno 1584 Ferrante Fiorillo aveva donato un capitale <strong>di</strong> 120 ducati con atto del notaio<br />

Giovan Battista Capasteno <strong>di</strong> Napoli ipotecato su un pezzo <strong>di</strong> territorio <strong>di</strong> 13 quarte site<br />

<strong>alla</strong> Baracca. Per f<strong>in</strong>ire anche la Cappella del Santissimo Rosario, eretta dentro la chiesa<br />

dello Spirito Santo, celebrava 696 messe per le anime dei suoi benefattori. Non sempre<br />

le <strong>di</strong>sposizioni dei benefattori erano rispettate. Oltre <strong>alla</strong> riduzione del numero delle<br />

messe decisa d<strong>alla</strong> curia vescovile a seguito dell’aumento dell’elemos<strong>in</strong>a m<strong>in</strong>ima, anche<br />

le contribuzioni forzose <strong>alla</strong> Regia Corte degli ultimi anni del XVIII secolo avevano<br />

comportato la loro mancata celebrazione <strong>in</strong> tutto o <strong>in</strong> parte per mancanza <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta. Nel<br />

bilancio del 1803 presentato dall’economo e cassiere don Aniello Carola della Cappella<br />

del Sacramento della chiesa parrocchiale <strong>di</strong> S. Antimo, ad esempio, è annotato che il<br />

sodalizio aveva 4.306 messe attrassate dal giorno della ven<strong>di</strong>ta dei beni, cioè dal 1798,<br />

“per mancanza <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta”, pari a ducati 861,20. La Cappella del Purgatorio e del<br />

Santissimo dello stesso comune non aveva celebrato 1.291 messe dal 1799 al 1805 per<br />

“deficienza <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta”. La Cappella del Sacramento <strong>di</strong> Frattamaggiore ne aveva 1.269<br />

arretrate. La Cappella della Concezione <strong>di</strong> Caivano aveva un arretrato <strong>di</strong> quattro anni.<br />

La situazione era simile negli altri <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong>, dove spesso le messe “attrassate” erano<br />

<strong>di</strong>verse migliaia.<br />

Nonostante tutta questa quantità <strong>di</strong> messe officiate, i <strong>Luoghi</strong> <strong>pii</strong> si dovevano far carico<br />

<strong>di</strong> pagare un supplemento ai sacerdoti per la prima e l’ultima messa dei giorni festivi<br />

che erano celebrate “per il comodo dei fedeli”. In mancanza i preti avrebbero scelto gli<br />

orari secondo “il loro comodo”. Alla prima messa mattut<strong>in</strong>a probabilmente erano<br />

<strong>in</strong>teressate le donne che assolvevano l’obbligo del precetto prima <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi ai lavori<br />

domestici, all’ultima coloro che de<strong>di</strong>cavano la matt<strong>in</strong>ata ai lavori agricoli. La Cappella<br />

delle Anime del Purgatorio <strong>di</strong> Casapuzzano pagava due cappellani per far celebrare, nei<br />

giorni festivi, una messa “dopo l’aurora” e un’altra verso mezzogiorno per “commodo<br />

della popolazione”. Pagamenti analoghi venivano fatti anche d<strong>alla</strong> chiesa laicale dello<br />

Spirito Santo <strong>di</strong> S. Antimo e forse anche da altri sodalizi.<br />

Alcuni luoghi <strong>pii</strong> organizzavano anche i ritiri spirituali come la chiesa della SS. ma<br />

Concezione <strong>di</strong> Aversa che spendeva 40 ducati per questo scopo. La Cappella omonima<br />

<strong>di</strong> Caivano li affidava ai padri Redentoristi detti Giuvanisti. A Trentola, la Cappella del<br />

Sacramento faceva tenere “i santi esercizi spirituali” negli ultimi quattro giorni <strong>di</strong><br />

carnevale, <strong>in</strong> base a un legato del reverendo don Antonio Gaud<strong>in</strong>o. A Giugliano la<br />

Congregazione della Natività <strong>di</strong> Maria SS. ma pagava tre ducati all’anno all’istruttore<br />

dei fratelli novizi per un <strong>in</strong>contro domenicale.<br />

Nell’utilizzo delle ren<strong>di</strong>te un posto ragguardevole era rappresentato dalle candele e<br />

dall’olio consumato per le lampade votive, <strong>in</strong> proposito va ricordato che “nell’op<strong>in</strong>ione<br />

comune dell’epoca far ardere candele era un modo molto apprezzato per ricordare la<br />

persona morta, ed era tutto sommato più importante che spendere qualche lira per<br />

prolungare la vita <strong>di</strong> un miserabile per pochi giorni” 5 . Inoltre tenere accesa una candela<br />

davanti all’immag<strong>in</strong>e <strong>di</strong> un santo o della Verg<strong>in</strong>e o <strong>di</strong> Cristo era considerato molto<br />

importante anche ai f<strong>in</strong>i della salvezza della propria anima, e poiché questa era più<br />

importante del corpo, come <strong>in</strong>segnava la chiesa, le spese maggiori erano comunque<br />

orientate verso la salvezza delle anime dal Purgatorio.<br />

Santo della Puca il 16 agosto 1657 col legato <strong>di</strong> 154 messe per sé e 52 per sua moglie Vittoria del<br />

Gaudo.<br />

5 Cfr. C.F. Black, op. cit., p. 169.

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