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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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amm<strong>in</strong>istratori i decurioni avrebbero dovuto procedere <strong>alla</strong> ripartizione dell’imposta<br />

fon<strong>di</strong>aria tra gli abitanti 5 .<br />

I Consigli generali prov<strong>in</strong>ciali si dovevano riunire una volta all’anno e fare la<br />

ripartizione dei dazi <strong>di</strong>retti fra i <strong>di</strong>stretti, pronunciarsi sulle doglianze relative <strong>alla</strong><br />

tassazione, ricevere ed esam<strong>in</strong>are i conti degli <strong>in</strong>tendenti riguardo alle spese fatte a<br />

carico della prov<strong>in</strong>cia. Il rapporto da loro redatto doveva essere rimesso al m<strong>in</strong>istro<br />

dell’<strong>in</strong>terno attraverso l’Intendente; dovevano <strong>in</strong>viare <strong>in</strong>vece <strong>di</strong>rettamente al m<strong>in</strong>istro il<br />

loro parere sullo stato della prov<strong>in</strong>cia.<br />

Fu avviato <strong>in</strong> sostanza un processo <strong>di</strong> ristrutturazione dello Stato che assegnava i<br />

compiti ai nuovi enti. Riguardo ai luoghi <strong>pii</strong> laicali, che assunsero la denom<strong>in</strong>azione <strong>di</strong><br />

Stabilimenti <strong>di</strong> <strong>pubblica</strong> beneficenza, furono emanati vari provve<strong>di</strong>menti. Col decreto<br />

del 2 luglio 1806 tutti i beni <strong>di</strong> questi sodalizi entrarono a far parte del Demanio dello<br />

Stato e posti <strong>in</strong> ven<strong>di</strong>ta. Il 2 ottobre 1806 fu stabilito che gli Intendenti erano membri <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> tutti i governi degli ospizi, degli ospedali e degli stabilimenti <strong>di</strong> beneficenza<br />

della loro prov<strong>in</strong>cia, norma che, a <strong>di</strong>cembre dello stesso anno, fu mo<strong>di</strong>ficata,<br />

assegnando loro la carica <strong>di</strong> presidente.<br />

Il Regno fu ripartito <strong>in</strong> tre<strong>di</strong>ci prov<strong>in</strong>ce 6 , il territorio della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Aversa fu <strong>di</strong>viso tra<br />

le prov<strong>in</strong>ce <strong>di</strong> Napoli e <strong>di</strong> <strong>Terra</strong> <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong>, la prima, oltre <strong>alla</strong> capitale del Regno, aveva<br />

avuto assegnati anche i 17 casali, che <strong>in</strong> un primo momento si pensava <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre tra le<br />

due prov<strong>in</strong>ce 7 , la seconda comprendeva tutto il territorio a Nord <strong>di</strong> Napoli s<strong>in</strong>o ai<br />

conf<strong>in</strong>i con lo Stato pontificio. Col decreto 163 del 5 settembre 1806 furono def<strong>in</strong>ite le<br />

aree territoriali dei Distretti, che <strong>in</strong> seguito subirono vari assestamenti. Nel I° <strong>di</strong>stretto<br />

della prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Napoli, che comprendeva la capitale e parte dei casali, furono <strong>in</strong>seriti,<br />

tra i comuni della <strong>di</strong>ocesi, Frattamaggiore, Fratta Piccola e Casandr<strong>in</strong>o. Già l’otto<br />

<strong>di</strong>cembre dello stesso anno 8 furono apportate mo<strong>di</strong>fiche al <strong>di</strong>stretto, tra i casali <strong>di</strong> Napoli<br />

rimase a farne parte solo Frattamaggiore. Lo stesso decreto prevedeva che nel I°<br />

<strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> S. Maria <strong>di</strong> Capua della prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Terra</strong> <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong> rientravano i<br />

comprensori <strong>di</strong> Aversa, Sant’Arp<strong>in</strong>o, Caivano, Giugliano e S. Cipriano.<br />

Una nuova riorganizzazione territoriale fu realizzata l’anno dopo, nel 1807 9 ; i comuni<br />

della <strong>di</strong>ocesi, aggregati <strong>in</strong> circondari, che prendevano il nome del primo comune<br />

dell’elenco e dove aveva sede il giu<strong>di</strong>ce, furono così ripartiti tra le due prov<strong>in</strong>ce. Nella<br />

prima rientrava solo Frattamaggiore che formava circondario a sé, nella seconda i<br />

seguenti comuni:<br />

Aversa, Aprano, Casalnuovo a Piro, Casaluce, Ducenta, Teverola, Lusciano, Car<strong>in</strong>aro,<br />

Casignano, Casolla.<br />

S. Arp<strong>in</strong>o, Cesa, Gricignano, S. Antimo, Orta, Succivo, Teverolaccio, Casapuzzano,<br />

Nevano, Grumo, Pomigliano d’Atella.<br />

Caivano, Car<strong>di</strong>to, Pascarola, Casolla Valenzana, Crispano, Frattapiccola.<br />

5 Armando De Mart<strong>in</strong>o, La nascita delle <strong>in</strong>tendenze, cit., p. 117.<br />

6 Il decreto dell’8 agosto 1806, def<strong>in</strong>iva anche le funzioni dell’Intendente e dei sott<strong>in</strong>tendenti, dei<br />

Consigli d’<strong>in</strong>tendenza (composti da tre membri), dei consigli generali prov<strong>in</strong>ciali (composti da<br />

non più <strong>di</strong> 20 persone e non meno <strong>di</strong> 15), del Consiglio <strong>di</strong> Distretto (con non oltre 10 membri), e<br />

dell’organizzazione comunale. I compiti <strong>di</strong> quest’ultima furono rivisti con decreto n. 251 del 18<br />

ottobre 1806 e 229 del 31 ottobre 1806.<br />

7 ASN, Interno, II <strong>in</strong>v., f. 2197 rettifiche delle circoscrizioni della prov<strong>in</strong>cia Di Napoli.<br />

8 Decreto n. 272 dell’8 <strong>di</strong>cembre 1806.<br />

9 Legge n.14 del 19 gennaio 1807.

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