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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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limitavano a versare le quote per assicurarsi le <strong>in</strong>dulgenze e avere un f u n e r a l e e una<br />

sepoltura <strong>di</strong>gnitosi 17 , o pur iscritti non versavano le quote, ed erano “contumaci” come<br />

annotavano spesso gli amm<strong>in</strong>istratori. Anche l’età dei soci <strong>in</strong>fluiva sulla maggiore o<br />

m<strong>in</strong>ore attività. Durante la vita lavorativa le categorie più <strong>di</strong>sagiate avevano maggiori<br />

problemi a de<strong>di</strong>carsi <strong>alla</strong> vita confraternale. Bisogna anche considerare che l’iscrizione<br />

ad alcune confraternite non escludeva l’adesione ad altre. Ad esempio gli iscritti alle<br />

confraternite del Sacramento, dato lo scopo puramente devozionale del sodalizio,<br />

potevano facilmente aderire ad altre confraternite con scopi <strong>di</strong> <strong>assistenza</strong> dopo la morte.<br />

Da qui forse il motivo per cui anche confraternite che all’<strong>in</strong>izio erano sorte con esclusivi<br />

scopi devozionali aggiunsero alle loro attività anche quelle assistenziali e/o funerarie o<br />

gestendole <strong>di</strong>rettamente o costituendo Monti, che quando svolgevano solo funzioni<br />

funerarie, accoglievano spesso solo le donne, mentre gli uom<strong>in</strong>i si assicuravano lo<br />

stesso servizio attraverso il luogo pio primario.<br />

A Napoli nel corso dei secoli fiorirono confraternite con un numero <strong>di</strong> membri<br />

elevatissimo, forse il più alto d’Italia. La compagnia dello Spirito Santo, ad esempio,<br />

conosciuta anche come Compagnia dei Bianchi (da non confondere con la compagnia<br />

dei Bianchi per la giustizia), aveva circa 6000-7000 iscritti all’<strong>in</strong>izio della seconda metà<br />

del C<strong>in</strong>quecento, cioè <strong>di</strong>eci anni dopo la fondazione. E’ probabile che poche altre città<br />

avessero confraternite con più <strong>di</strong> 1000 membri 18 . Agli <strong>in</strong>izi del 1600 ad Assisi si<br />

stimava che le persone facenti parte <strong>di</strong> una confraternita ammontassero a circa il 25%<br />

della popolazione 19 .<br />

Fornire dati precisi, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, sulla percentuale della popolazione che aderiva a un<br />

sodalizio, è quasi impossibile, ma possiamo tentare <strong>di</strong> formulare delle ipotesi<br />

utilizzando le notizie che abbiamo a <strong>di</strong>sposizione.<br />

<strong>Dai</strong> dati <strong>in</strong>completi riportati negli Stati <strong>di</strong>scussi da noi presi <strong>in</strong> considerazione emerge<br />

che gli iscritti erano circa 10.000 su 87.500 abitanti. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> poco più del 10% della<br />

popolazione faceva parte <strong>di</strong> questi sodalizi. La <strong>di</strong>stribuzione tra uom<strong>in</strong>i e donne forse<br />

vedeva una leggera prevalenza maschile. Per quanto riguarda le quote che pagavano i<br />

confratelli era <strong>di</strong>ffusa l’usanza <strong>di</strong> pagare una c<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>a il mese, cioè 2,5 grani, anche se<br />

non mancavano casi <strong>di</strong> quote più elevate o importi <strong>di</strong>fferenti secondo i benefici che i<br />

confratelli desideravano, ad esempio solo il funerale, oppure funerale più messe. Alcuni<br />

luoghi <strong>pii</strong> facevano versare una quota annuale molto bassa (10 grani) <strong>alla</strong> quale si<br />

aggiungeva un altro importo (12,5 grani) <strong>in</strong> occasione della morte <strong>di</strong> un confratello. Un<br />

caso a parte è rappresentato da alcuni Monti <strong>di</strong> maritaggi dei quali parleremo <strong>in</strong> seguito.<br />

Sia il numero dei confratelli, sia le quote pagate realmente erano molto <strong>di</strong>verse dai<br />

numeri <strong>in</strong><strong>di</strong>cati. Non tutti gli iscritti erano tenuti a pagare le quote sociali; dopo un certo<br />

numero <strong>di</strong> anni d’iscrizione e <strong>di</strong> pagamenti regolari (spesso quaranta anni) i confratelli<br />

erano giubilati ed erano esonerati dai pagamenti. Quelli che erano tenuti a pagare non<br />

sempre lo facevano, le annotazioni degli amm<strong>in</strong>istratori nei bilanci <strong>di</strong> previsioni erano<br />

numerose e tutte <strong>di</strong> questo tono: “Non tutti sono puntuali nei pagamenti”, “Molti<br />

confratelli sono poveri e sono <strong>in</strong> attrasso”, “porzione <strong>di</strong> confratelli sono impotenti a<br />

poter sod<strong>di</strong>sfare (le quote) attenta la loro miseria”, “molti vanno <strong>in</strong> attrasso”, “50<br />

17 Roberto Rusconi evidenzia la presenza <strong>di</strong> un nucleo centrale <strong>di</strong> persone all’<strong>in</strong>terno delle<br />

confraternite anche nel periodo Seicento e Settecento “la cui solidarietà e cont<strong>in</strong>uità garantiscono<br />

la fortuna e la sopravvivenza della confraternita stessa”, Cfr. op. cit., pp. 476 e 477.<br />

18 Cfr. C.F. Black, op. cit., p. 74.<br />

19 Ivi, 78.

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