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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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Collegio <strong>di</strong> allievi me<strong>di</strong>ci, chirurgi e farmacisti 94 che, <strong>in</strong>sieme all’Università degli stu<strong>di</strong>,<br />

doveva provvedere <strong>alla</strong> loro formazione.<br />

Per altri provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> carattere generale, bisogna aspettare il 15 marzo del 1812<br />

quando il M<strong>in</strong>istro dell’<strong>in</strong>terno Giuseppe Zurlo emanò le Istruzioni per<br />

l’amm<strong>in</strong>istrazione della <strong>pubblica</strong> beneficenza nelle prov<strong>in</strong>ce del Regno <strong>in</strong> una nota <strong>di</strong> 40<br />

pag<strong>in</strong>e. Esse erano articolate <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que parti. Nella prima s’impartivano le <strong>di</strong>sposizioni<br />

generali, nella seconda erano <strong>in</strong><strong>di</strong>cati i compiti e le funzioni dei Consigli generali, nella<br />

terza quelli delle Commissioni Amm<strong>in</strong>istrative, nella quarta le norme sulla contabilità e<br />

nella qu<strong>in</strong>ta era trattata la modalità della resa dei conti delle Commissioni<br />

Amm<strong>in</strong>istrative e dei loro cassieri.<br />

La <strong>pubblica</strong> beneficenza, chiariva Zurlo, comprendeva tutti gli ospizi, gli ospedali, i<br />

depositi e alberghi dei poveri, le Annunziate, gli orfanotrofi, i conservatori, i ritiri, i<br />

monti frumentari, <strong>di</strong> pegni, <strong>di</strong> maritaggi, <strong>di</strong> limos<strong>in</strong>e, e ogni altro Monte <strong>di</strong> Pietà e tutti<br />

gli altri luoghi <strong>pii</strong>, gli stabilimenti, le istituzioni, i legati, e le opere <strong>di</strong> qualunque natura<br />

e sotto qualunque denom<strong>in</strong>azione, addetti al benessere e al sollievo degli <strong>in</strong>fermi, degli<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>genti e dei proietti. Siccome gli stabilimenti <strong>di</strong> <strong>pubblica</strong> beneficenza erano stati<br />

<strong>di</strong>chiarati sezioni delle municipalità col decreto n. 613 del 30 aprile 1810, tutte le leggi,<br />

i decreti e le determ<strong>in</strong>azioni sovrane, i regolamenti ecc. concernenti l’amm<strong>in</strong>istrazione<br />

dei comuni erano applicabili a essi. In ogni prov<strong>in</strong>cia era istituito un Consiglio generale<br />

<strong>di</strong> amm<strong>in</strong>istrazione <strong>in</strong>caricato <strong>di</strong> sorvegliare su tutti gli <strong>in</strong>teressi degli stabilimenti <strong>di</strong><br />

<strong>pubblica</strong> beneficenza. Il Consiglio si r<strong>in</strong>novava ogni anno per un terzo ed era presieduto<br />

dall’Intendente, ne facevano parte il vescovo o un ecclesiastico <strong>di</strong> sua nom<strong>in</strong>a e tre<br />

membri nom<strong>in</strong>ati dal Re su proposta dell’Intendente, scelti tra i proprietari del<br />

capoluogo della prov<strong>in</strong>cia “i più <strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti pel loro carattere benefico. Le <strong>di</strong> loro funzioni<br />

saranno gratuite”. Esso doveva essere coa<strong>di</strong>uvato da un segretario. Gli amm<strong>in</strong>istratori<br />

avrebbero dovuto mettersi a conoscenza sia delle leggi che regolavano la materia, sia<br />

delle norme <strong>in</strong><strong>di</strong>cate dai fondatori delle varie istituzioni. Avrebbero dovuto esam<strong>in</strong>arne i<br />

regolamenti, <strong>in</strong>dagare sui possibili abusi, pre<strong>di</strong>sporre le eventuali riforme delle norme<br />

<strong>in</strong>terne e valutare la possibilità <strong>di</strong> concentrare gli stabilimenti analoghi e fare proposte al<br />

m<strong>in</strong>istro. In mancanza <strong>di</strong> regolamenti <strong>in</strong>terni il Consiglio doveva elaborarne uno<br />

“secondo le idee liberali e le provvide viste del Governo, proponendoli all’approvazione<br />

del M<strong>in</strong>istro”.<br />

Le Commissioni Amm<strong>in</strong>istrative, istituite nei comuni, dovevano essere formate da<br />

persone con requisiti <strong>di</strong> “probità, idoneità e <strong>di</strong> attività” da scegliere tra coloro che<br />

godevano la migliore op<strong>in</strong>ione del pubblico e che erano noti per il loro carattere pio e<br />

benefico verso gli <strong>in</strong><strong>di</strong>genti. Esse avevano competenza sui luoghi <strong>pii</strong> <strong>di</strong> uno o più<br />

comuni ed erano composte da tre membri proposti dal Consiglio generale e approvati<br />

dal re, scelti tra i “cittad<strong>in</strong>i o domiciliati <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto nel luogo delle opere”, tra essi era<br />

compreso il s<strong>in</strong>daco. L’<strong>in</strong>carico era gratuito, era possibile solo avere il rimborso delle<br />

spese <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabili per l’esercizio delle funzioni. Dovevano <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un segretario,<br />

<strong>di</strong> un contabile e <strong>di</strong> un cassiere, quest’ultimo, <strong>di</strong> norma, doveva essere il cassiere<br />

comunale o <strong>in</strong> <strong>di</strong>fetto il ricevitore delle contribuzioni pubbliche nelle Comuni. Nel caso<br />

<strong>di</strong> più comuni aggregati i s<strong>in</strong>daci facevano parte della Commissione, ma avevano voto<br />

deliberativo solo per gli stabilimenti dei propri comuni e non potevano <strong>in</strong>gerirsi negli<br />

me<strong>di</strong>ci o chirurghi nell’<strong>in</strong>tero Regno era <strong>di</strong> 32 nel 1800, 26 nel 1806, 9 nel 1807, 14 nel 1810, cfr.<br />

Gabriella Botti, op. cit., pp. 94-95.<br />

94 Decreto del 14 maggio 1810 n. 658

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