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Dai Luoghi pii alla pubblica assistenza in Terra di Lavoro

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casi, come vedremo <strong>in</strong> seguito, si trattava <strong>di</strong> una vera e propria raccolta <strong>di</strong> consistenti<br />

fon<strong>di</strong> tra la popolazione 15 .<br />

Da dove provenivano i beni dei luoghi <strong>pii</strong>?<br />

Abbiamo visto d<strong>alla</strong> tabella n. 2 che circa il 73 % era il frutto <strong>di</strong> fitti <strong>di</strong> proprietà<br />

immobiliari e dei canoni per la cessione <strong>di</strong> capitali. Chi li aveva donati? Chiaramente si<br />

trattava <strong>di</strong> lasciti <strong>di</strong> persone facoltose che donavano terre o capitali per far celebrare<br />

messe per la loro anima o per <strong>di</strong>stribuire elemos<strong>in</strong>e <strong>in</strong> certi giorni dell’anno <strong>in</strong> suffragio<br />

della loro anima 16 . Il lascito più antico, <strong>di</strong> cui si conservava memoria, risale al 1525 17 ,<br />

quando Paolo e Domenico <strong>di</strong> Donato cedettero <strong>alla</strong> chiesa dello Spirito Santo <strong>di</strong> S.<br />

Antimo un territorio <strong>di</strong> quarte 17 sito sopra la Starza, <strong>in</strong> sostituzione del capitale <strong>di</strong> 400<br />

ducati che dovevano a Santo Carofalo e a suo fratello fra Orazio, che l’avevano lasciato<br />

<strong>alla</strong> chiesa col legato <strong>di</strong> 28 messe all’anno.<br />

Il 29 giugno del 1552 Vittazio de’ Valle donò al Sacro Pio Monte della Pietà, eretto<br />

nella chiesa cattedrale <strong>di</strong> Aversa, 12 moggia <strong>di</strong> terreno <strong>in</strong> località Quatrapane <strong>di</strong> Casal <strong>di</strong><br />

Pr<strong>in</strong>cipe, con la con<strong>di</strong>zione che ogni anno <strong>in</strong> perpetuum, con l’<strong>in</strong>tervento dei suoi ere<strong>di</strong><br />

e successori, “i frutti pervenien<strong>di</strong>” d<strong>alla</strong> donazione si <strong>di</strong>spensassero ai poveri della città<br />

nel seguente modo: la terza parte nella vigilia della natività del Signore, un’altra terza<br />

parte nella Pasqua <strong>di</strong> Resurrezione e l’altra parte la vigilia dell’Assunzione. La Cappella<br />

del Sacramento eretta nella chiesa parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria a Piazza comprò quattro<br />

moggia <strong>di</strong> terra con due capitali <strong>di</strong> 200 ducati ognuno, lasciati da Andrea e Anna de<br />

Bernar<strong>di</strong>s con testamento del 5 giugno 1669 del notaio Matteo Bocch<strong>in</strong>o e da Lucia<br />

Guar<strong>in</strong>o il 26 febbraio 1729. Per i due lasciti la Cappella doveva far celebrare 36 messe<br />

per le anime dei primi donatori e 36 per Lucia Guar<strong>in</strong>o. Quarte <strong>di</strong>ciotto furono donate<br />

dal sacerdote don Giovanni Leonardo parroco della parrocchia <strong>di</strong> S. Maria a Piazza con<br />

atto del notaio Giovanni Battista Vocabelli del 10 <strong>di</strong>cembre 1690 con l’onere per la<br />

Cappella <strong>di</strong> far celebrare 156 messe e l’eventuale ren<strong>di</strong>ta rimanente da impiegare per<br />

l’acquisto <strong>di</strong> olio e cere per la Cappella. Il clerico don Giuseppe d’Ausilio nel 1669<br />

lasciò un capitale <strong>di</strong> 100 ducati con l’impegno <strong>di</strong> celebrare qu<strong>in</strong><strong>di</strong>ci messe all’anno per<br />

la sua anima. Porzia Riccardo il 26 febbraio 1729 con atto del notaio Dionisio d’Amore<br />

donò <strong>alla</strong> Cappella 200 ducati. La confraternita e il Monte <strong>di</strong> S. Rocco acquistarono due<br />

appezzamenti <strong>di</strong> territorio <strong>di</strong> 7 e 2,6 moggia con capitali donati con atti del 16 aprile<br />

1669 e del 1682 del notaio Carlo d’Amore. È curioso notare come la maggior parte delle<br />

opere <strong>di</strong> pietà prescritte dai donatori fossero a suffragio solo dell’anima loro. Se erano<br />

15 Per alcune questue notoriamente più consistenti il Tribunale misto ord<strong>in</strong>ava <strong>di</strong> tenere un<br />

registro e segnare le offerte ricevute con i nomi dei donatori.<br />

16 Non <strong>di</strong>ssimile era la situazione <strong>in</strong> altre aree meri<strong>di</strong>onali stu<strong>di</strong>ate da Enrica Delle Donne<br />

Robertazzi, ”Abbiamo reperito una vasta documentazione attestante donazioni e lasciti da parte <strong>di</strong><br />

ecclesiastici e laici alle confraternite del regno”, op. cit., p. 150.<br />

17 ASN, Tribunale misto, Stati <strong>di</strong>scussi, f. 4. Questo legato consente <strong>di</strong> ipotizzare che la chiesa<br />

dello Spirito Santo fosse già esistente nel 1525, contrariamente a quanto s<strong>in</strong>ora ritenuto. Il<br />

documento più antico si pensava che fosse quello del 1562 che testimoniava l’esistenza non della<br />

chiesa, ma della Confraternita omonima a quella data, la chiesa sarebbe stata costruita ancora<br />

dopo, cfr. Raffaele Flagiello e Maria Puca, La chiesa dello Spirito Santo cit., vol. I La storia, , pp.<br />

5 e sgg. Il documento del 1525 recita: “Legati due <strong>di</strong> messe n. 28 l’uno per li quondam Santo, e<br />

fra Orazio Carofalo su <strong>di</strong> un capitale <strong>di</strong> ducati 400 ceduto a questa chiesa da’ medesimi, quali<br />

ducati 400 si doveano dalli quondam Paolo e Domenico Di Donato, per cui fu ceduto a detta<br />

chiesa il territorio <strong>di</strong> quarte 17 <strong>in</strong> circa sito sopra la Starza, come dall’istromento del notaio don<br />

Annibale de Qu<strong>in</strong>quo <strong>di</strong> Napoli nell’anno 1525, ridotte al n. <strong>di</strong> 18 l’uno”.

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