La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />
Grafico 1. L’uso dei manuali e di altri supporti per imparare l’italiano<br />
Per quanto riguarda i comportamenti abituali all’interno del corso di italiano, le risposte<br />
alle domande 15, 16, 17, 18 e 19 evidenziano una preferenza per le richieste di<br />
spiegazioni effettuata singolarmente al docente (55%) e non di fronte alla classe. Gli<br />
<strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> si comportano ‘cortesemente’ in classe, dato che in Cina fare domande<br />
agli insegnanti dopo la lezione è un comportamento abituale e considerato beneducato:<br />
spesso alcuni insegnanti arrivano in anticipo in classe o rimangono dopo la lezione<br />
proprio per rispondere alle domande degli <strong>studenti</strong>, in modo tale da evitare di<br />
interrompere la lezione e per far sì che gli <strong>studenti</strong> possano fare le domande<br />
tranqu<strong>il</strong>lamente senza vergognarsi, dato che alcuni <strong>studenti</strong> temono di fare una brutta<br />
figura dimostrando di non aver capito. Dalle risposte emerge comunque che un 23%<br />
degli <strong>studenti</strong> tende a interrompere <strong>il</strong> professore quando ha dei dubbi.<br />
Per quanto riguarda infine <strong>il</strong> ruolo della lingua italiana, (alla domanda 21) <strong>il</strong> 50%<br />
degli <strong>studenti</strong> dichiara che è molto importante per le loro professioni; l’altra metà la<br />
considera poco r<strong>il</strong>evante nel futuro lavorativo. In relazione alla motivazione nel<br />
proseguire nello studio dell’italiano, è necessario riflettere anche su questo dato (un<br />
elemento critico per le conseguenze sul futuro universitario di questi <strong>studenti</strong> che si<br />
collega anche al dato relativo al tempo libero e alle relazioni instaurate in Italia):<br />
pochissimi <strong>studenti</strong> hanno regolarmente conversazioni con italiani. Il 22% degli<br />
<strong>studenti</strong> dichiara di non aver instaurato alcun rapporto di amicizia con italiani, <strong>il</strong> 75%<br />
degli <strong>studenti</strong> ha conosciuto pochi italiani e soltanto <strong>il</strong> 3% ha tanti amici italiani. Il fatto<br />
è anche legato strettamente all’abitazione: <strong>il</strong> 90% degli <strong>studenti</strong> preferisce vivere con<br />
amici <strong>cinesi</strong>.<br />
Se confrontiamo questi dati con le risposte fornite dal gruppo proveniente<br />
dall’Università di Sichuan notiamo delle differenze, nonostante si tratti di coetanei che<br />
vivono sempre a Siena. Studiano italiano da circa due anni (<strong>il</strong> 50% di loro ha scelto di<br />
imparare l’italiano per motivi di studio, e l’altra metà per motivi di lavoro) in quanto<br />
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