La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Maria De Santo<br />
Il programma di apprendimento autonomo ha previsto una serie di esercitazioni e<br />
di attività volte allo sv<strong>il</strong>uppo di tutte le ab<strong>il</strong>ità linguistiche in una dimensione integrata,<br />
del lessico e della grammatica, con <strong>il</strong> supporto costante delle nuove tecnologie.<br />
Le sessioni di lavoro in presenza e gli incontri di counselling online hanno avuto<br />
una cadenza settimanale, mentre <strong>il</strong> lavoro nell’aula virtuale è stato svolto sulla base della<br />
disponib<strong>il</strong>ità degli <strong>studenti</strong> stessi.<br />
1.3. Il percorso verso l’autonomia<br />
Il programma di autoapprendimento è stato elaborato con l’obiettivo di consentire agli<br />
<strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> di raggiungere un certo grado di autonomia e di imparare a farsi carico,<br />
gradualmente, del proprio percorso di studio, assumendo le decisioni relative al processo<br />
di apprendimento, come la scelta degli obiettivi, dei contenuti e della progressione,<br />
la selezione dei metodi e delle tecniche da impiegare, <strong>il</strong> monitoraggio della procedura e<br />
la valutazione di ciò che è stato appreso (Holec 1981). In tal modo, durante le sessioni<br />
di lavoro, gli <strong>studenti</strong> non solo hanno potuto approfondire lo studio della lingua italiana,<br />
ma hanno anche imparato a pianificare e gestire un programma di studio individualizzato,<br />
selezionando appropriatamente le risorse per lo studio autonomo dell’italiano<br />
L2 disponib<strong>il</strong>i nel Centro Self-Access, alla luce della consapevolezza dei propri tempi,<br />
ritmi, bisogni, obiettivi, motivazioni, strategie e st<strong>il</strong>i di apprendimento.<br />
«Ma cos’è l’autonomia?» è la prima domanda che ci viene posta dagli <strong>studenti</strong> che<br />
intraprendono un percorso di apprendimento autonomo al CILA. Al loro quesito rispondiamo<br />
con le parole di Benson (2001) «autonomy can be considered as a capacity<br />
that learners possess to various degrees» e specifichiamo, citando Little (1990), che<br />
cosa non è l’autonomia:<br />
Autonomy is not a synonym for self-instruction; in other words, autonomy is<br />
not limited to learning without a teacher. […] autonomy is not something that<br />
teachers do to learners; that is, it is not another teaching method. Autonomy is<br />
not a single, eas<strong>il</strong>y described behavior. Autonomy is not a steady state<br />
achieved by learners.<br />
<strong>La</strong> facoltà di compiere delle scelte e lo sv<strong>il</strong>uppo di un senso di responsab<strong>il</strong>ità per <strong>il</strong> proprio<br />
processo di apprendimento (Benson et al. 1997; Dickinson 1987; Holec 1981; Little<br />
1990; 1996) hanno costituito <strong>il</strong> nostro punto di partenza nel percorso degli <strong>studenti</strong><br />
<strong>cinesi</strong> verso l’autonomia.<br />
Nell’intento di promuovere in loro un ruolo più attivo, abbiamo seguito lo schema<br />
suggerito da Scharle et al. (2000), che guidano lo studente in tre fasi fondamentali:<br />
1. sv<strong>il</strong>uppo della consapevolezza del proprio ruolo e del processo di apprendimento:<br />
gli <strong>studenti</strong> vengono incoraggiati a riflettere su bisogni e obiettivi<br />
linguistici, abitudini, strategie e st<strong>il</strong>i di apprendimento;<br />
2. cambio dell’atteggiamento nei confronti delle responsab<strong>il</strong>ità relative<br />
all’apprendimento: gli <strong>studenti</strong> vengono incoraggiati ad accettare l’idea