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La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...

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Eleonora Luzi<br />

stesso, delle persone che lo circondano e dei luoghi e degli oggetti della quotidianità.<br />

Queste competenze e contesti d’uso influenzano notevolmente l’ampiezza del lessico,<br />

composto prevalentemente da parole della vita quotidiana. <strong>La</strong> correttezza grammaticale<br />

è, invece, richiesta in strutture frasali molto semplici anche se ancora con errori di base,<br />

relativi per esempio all’uso dei tempi e all’accordo, in linea quindi con le ricerche più<br />

attuali (Chini et al. 2003; Banfi et al. 2003) . Infine, per quanto riguarda la padronanza<br />

ortografica, <strong>il</strong> QCER afferma che l’apprendente è in grado di copiare brevi porzioni e di<br />

scrivere parole di cui conosce la pronuncia, aspetto r<strong>il</strong>evante dato che le due lingue in<br />

questione (L1 e L2) si basano su due sistemi di scrittura molto diversi.<br />

Per quanto riguarda invece le competenze sociolinguistiche, riportiamo in Tabella<br />

5 i descrittori proposti dal QCER.<br />

Tabella 5. Appropriatezza sociolinguistica per <strong>il</strong> livello A2 (adattato da Consiglio d’Europa, 2002: 149)<br />

A2 Appropriatezza sociolinguistica<br />

È in grado di realizzare atti linguistici di base, quali richieste e scambi di informazioni, di<br />

rispondervi e di esprimere in modo semplice opinioni e atteggiamenti.<br />

È in grado di socializzare in modo semplice ma efficace, usando le espressioni comuni più<br />

semplici e attenendosi alle convenzioni di base.<br />

È in grado di gestire scambi comunicativi molto brevi, usando formule convenzionali<br />

correnti per salutare e rivolgere la parola a qualcuno. È in grado di fare inviti, dare<br />

suggerimenti, chiedere scusa e rispondere a mosse analoghe.<br />

In questo caso nella formulazione delle attività, è stato tenuto in considerazione <strong>il</strong> fatto<br />

che l’apprendente fosse in grado di realizzare quanti più possib<strong>il</strong>i atti linguistici di base,<br />

identificati nei descrittori. Infine per quanto riguarda le competenze pragmatiche<br />

(Tabella 6) abbiamo voluto, anche alla luce di quanto è stato suggerito nel repertorio<br />

linguistico generale, richiedere solo i descrittori relativi alla gestione del turno, attività<br />

primaria nella conversazione quotidiana, e tralasciare i descrittori relativi alla<br />

flessib<strong>il</strong>ità, allo sv<strong>il</strong>uppo tematico e alla coerenza e coesione, in quanto poco<br />

significativi nei task in cui un apprendente di livello ‘sopravvivenza’ dovrebbe essere<br />

coinvolto.<br />

Tabella 6. Prendere la parola per <strong>il</strong> livello A2 (adattato da Consiglio d’Europa, 2002: 153)<br />

A2 Prendere la parola (alternarsi nei turni)<br />

È in grado di usare semplici tecniche per avviare, sostenere e terminare una breve conversazione.<br />

È in grado di iniziare, sostenere e concludere una semplice conversazione faccia a faccia.<br />

È in grado di richiamare l’attenzione.<br />

<strong>La</strong> considerazione dei descrittori del QCER ha riguardato non solo le competenze ma<br />

anche le strategie d’uso. Infatti, un certificato di lingua, come nel caso di tutti i<br />

certificati IT di Roma Tre, che si propone di valutare la competenza d’uso di una lingua<br />

a qualsiasi livello, non può esimersi dal valutarla nello svolgimento delle attività<br />

quotidiane. Le strategie, quindi, non sono altro che <strong>il</strong> mezzo che l’apprendente (o<br />

l’esaminando) ut<strong>il</strong>izza per attivare e usare in modo consapevole le proprie risorse per

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