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La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...

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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />

5.2. Al Ministero degli Affari Esteri<br />

Nell’esperienza degli anni, non tutti gli <strong>studenti</strong> partecipanti al “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” sono<br />

arrivati in Italia nel rispetto di tutti i requisiti. Alcuni di essi non avevano alcuna<br />

conoscenza della nostra lingua né di altre lingue europee, altri non avevano mezzi<br />

finanziari sufficienti a garantire loro di vivere in Italia senza dover lavorare, altri ancora<br />

sono arrivati anche settimane dopo la prevista e comunicata data di inizio del corso di<br />

italiano, altri infine dopo qualche giorno sono risultati irreperib<strong>il</strong>i. Di questo ultimo<br />

problema non può essere certamente essere ritenuto responsab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> Ministero degli Esteri<br />

con le sue Rappresentanze in Cina, ma degli altri in un certo senso sì. Ad esempio, gli<br />

uffici consolari potrebbero meglio vig<strong>il</strong>are sull’autenticità dei documenti presentati dagli<br />

aspiranti <strong>studenti</strong> e potrebbero garantire <strong>il</strong> rispetto dei tempi per la concessione del visto<br />

di ingresso nel nostro Paese, documento indispensab<strong>il</strong>e per prenotare <strong>il</strong> volo e iniziare le<br />

pratiche per <strong>il</strong> trasferimento in Italia in tempo ut<strong>il</strong>e per frequentare tutto <strong>il</strong> semestre<br />

linguistico. Inoltre, a garanzia della necessaria qualità, <strong>il</strong> MAE dovrebbe fare in modo che<br />

l’offerta di insegnamento della nostra lingua in Cina non solo fosse lasciata ad iniziative<br />

private italo-<strong>cinesi</strong>, ma provenisse anche dagli Istituti Italiani di Cultura, i quali<br />

dovrebbero offrire a tutti i <strong>cinesi</strong> interessati la possib<strong>il</strong>ità di fare presso di loro l’esame di<br />

certificazione dell’italiano di tutti i quattro enti certificatori ufficiali.<br />

Questa Istituzione, inoltre, dovrebbe farsi carico di rivedere in parte <strong>il</strong> contenuto<br />

dello ‘Scambio di lettere’ fra Italia e Cina per gli aspetti che chiamano in gioco <strong>il</strong><br />

livello di competenza in italiano richiesta per l’accesso al programma <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>.<br />

Come abbiamo verificato, <strong>il</strong> visto di ingresso in Italia viene concesso in base ad alcuni<br />

requisiti fra i quali non è contemplata alcuna conoscenza dell’italiano. A mio avviso,<br />

invece, <strong>il</strong> Ministero degli Affari Esteri dovrebbe attivarsi presso le autorità <strong>cinesi</strong> e<br />

trovare <strong>il</strong> modo per richiedere ai futuri iscritti nelle università italiane un Certificato di<br />

competenza in italiano di livello A2 22 r<strong>il</strong>asciato da uno dei quattro Enti certificatori<br />

ufficiali della lingua italiana: Università degli Studi Roma Tre, Università per Stranieri<br />

22 È la sigla che nel Quadro Comune di Riferimento Europeo identifica <strong>il</strong> livello di conoscenza di una L2,<br />

ovvero la capacità di un parlante non nativo di compiere le seguenti operazioni:<br />

Comprendere la lingua parlata e interagire: purché l’interlocutore parli lentamente e manifesti la volontà di<br />

collaborare, è in grado di comprendere quanto basta per soddisfare bisogni di tipo concreto, purché si parli<br />

lentamente e chiaramente; è in grado di comprendere espressioni riferite ad aree di priorità immediata (ad es.<br />

informazioni veramente bas<strong>il</strong>ari sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale e lavoro) purché si<br />

parli lentamente e chiaramente; comunica in attività semplici e di routine che richiedono un semplice scambio<br />

di informazioni su argomenti fam<strong>il</strong>iari e comuni; sa descrivere in termini semplici aspetti del suo background,<br />

dell’ambiente circostante sa esprimere bisogni immediati;<br />

Comprendere la lingua scritta: è in grado di comprendere testi brevi e semplici di contenuto fam<strong>il</strong>iare e di tipo<br />

concreto, formulati nel linguaggio che ricorre frequentemente nella vita di tutti i giorni e nel lavoro; è in<br />

grado di comprendere testi brevi e semplici che contengano lessico di altissima frequenza, comprensivo<br />

anche di un certo numero di termini di uso internazionale;<br />

Parlare: è in grado di descrivere o presentare in modo semplice persone, condizioni di vita o di lavoro,<br />

compiti quotidiani, di indicare che cosa piace o non piace, etc. con semplici espressioni e frasi legate insieme,<br />

così da formare un elenco;<br />

Scrivere: è in grado di scrivere una serie di semplici espressioni e frasi legate da semplici connettivi quali<br />

«e», «ma» e «perché» (adattato da: QCER: 72-90).<br />

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