La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />
i docenti e mediatori culturali, preoccupandosi tanto di tradurre le parole degli<br />
insegnanti, quando necessario, quanto di spiegare ai nuovi arrivati la realtà universitaria<br />
e culturale genovese. Il corso è stato concepito principalmente in presenza, con un<br />
numero di ore di lezione settimanali compreso tra sei e dieci, in base alla fase del corso. I<br />
docenti hanno subito elaborato delle strategie per ottimizzare i risultati per fronteggiare la<br />
lentezza nell’apprendimento e le problematiche causate dalla distanza linguistica<br />
immediatamente emerse durante le ore di lezione. Tra queste compaiono le tecnologie per<br />
la <strong>didattica</strong>, adottate da una parte degli insegnanti coinvolti. 9<br />
3. Le tecnologie per la <strong>didattica</strong> nella classe di <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong><br />
L’ut<strong>il</strong>izzo delle tecnologie per la <strong>didattica</strong> 10 nell’ambito dell’insegnamento della lingua<br />
italiana per <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> si è reso necessario alla luce di alcune considerazioni di tipo<br />
strettamente didattico e pragmatico-comunicativo: la piattaforma ci è sembrata uno<br />
strumento ut<strong>il</strong>e e un efficace ‘fac<strong>il</strong>itatore linguistico’ per gli <strong>studenti</strong>, perché consente<br />
di selezionare diverse lingue di interfaccia del sistema e perché gli <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> sono<br />
risultati avvezzi all’uso delle tecnologie in classe. Inoltre, la presenza di informazioni<br />
costantemente aggiornate e di materiali autentici liberi sulla rete ha costituito un ulteriore<br />
valore aggiunto nella scelta dell’ut<strong>il</strong>izzo della modalità di <strong>didattica</strong> in blended learning.<br />
È tuttavia importante precisare che non tutti i docenti che hanno partecipato al<br />
<strong>progetto</strong> hanno appoggiato in egual maniera e in modo entusiastico l’ut<strong>il</strong>izzo delle<br />
tecnologie: come già precisava Balboni (1994), <strong>il</strong> corpo docente si è diviso tra<br />
‘computerof<strong>il</strong>i’ e ‘computerfobici’, dove i primi si sono battuti per un ut<strong>il</strong>izzo estensivo<br />
delle tecnologie per la <strong>didattica</strong>, mentre gli altri si sono opposti, più o meno<br />
categoricamente, all’ut<strong>il</strong>izzo delle stesse. Del resto, tra gli <strong>studenti</strong> stessi, si sono<br />
riscontrati alcuni gruppi meno interessati all’ut<strong>il</strong>izzo delle tecnologie per la <strong>didattica</strong><br />
nelle lezioni.<br />
4. Le risorse virtuali<br />
Le tecnologie per la <strong>didattica</strong> impiegate nell’ambito dei corsi del Progetto <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong><br />
sono state essenzialmente di due tipi: si sono ut<strong>il</strong>izzati dei blog, didattici e informativi<br />
(come verrà spiegato nel § 5) ed è stata ampiamente sfruttata la piattaforma dell’Ateneo<br />
genovese AulaWeb.<br />
AulaWeb è <strong>il</strong> portale di e-learning dell’Università degli Studi di Genova basato<br />
9 Braghin et al. 2009.<br />
10 Con «tecnologie per la <strong>didattica</strong>» si intende «l’analisi e l’ut<strong>il</strong>izzazione degli strumenti tecnologici più<br />
appropriati per favorire l’apprendimento dei discenti», quindi l’ut<strong>il</strong>izzo strumentale di alcuni ‘utens<strong>il</strong>i’<br />
didattici che fac<strong>il</strong>itano l’apprendimento degli <strong>studenti</strong> e l’insegnamento da parte dei docenti, senza però<br />
porre l’accento sulla strategia psicologica che sta alla base dell’intervento formativo. Le tecnologie<br />
didattiche, invece, si definiscono come «applicazione delle scienze del comportamento alla <strong>didattica</strong>»,<br />
ovvero come studio sistemico, tramite teorie psicologiche, comportamentali e sociologiche, dei modelli di<br />
apprendimento che fanno uso delle nuove tecnologie (Braghin et al. 2008).<br />
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