La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />
Parlare. Come abbiamo visto nel § 2.3, nella formulazione e determinazione dei criteri<br />
di valutazione della produzione orale, nella consapevolezza della distanza tipologica tra<br />
le due lingue e del carattere immediato della produzione orale, sono stati stab<strong>il</strong>iti per la<br />
pronuncia, la scorrevolezza e la morfosintassi pesi specifici pari al 10% nei primi due<br />
casi e al 15% all’ultimo, cercando di dare maggior peso alla comprensione e al lessico.<br />
È possib<strong>il</strong>e quindi ipotizzare che gli esiti negativi ottenuti nella prova Parlare siano<br />
determinati in gran parte dal fatto che i candidati sono apprendenti dell’italiano come<br />
lingua straniera e che non sono venuti in contatto con l’italiano se non nel contesto classe.<br />
Questo stesso dato potrebbe motivare <strong>il</strong> fatto che una piccola percentuale (cfr. Grafico 2),<br />
seppur ridotta, abbia ottenuto un punteggio basso nella prova Ascoltare. L’assenza di<br />
esercizio di interazione diretta sembra quindi motivare i risultati dell’esame.<br />
Un’altra ipotesi di spiegazione potrebbe chiamare in gioco i materiali didattici in<br />
uso in Cina, estremamente tradizionali nell’impianto grammaticale e non corredati da<br />
testi autentici. Sarà interessante confrontare tali risultati con quelli che si avranno, a<br />
partire dal 2011, per candidati sinofoni apprendenti dell’italiano come L2 e per<br />
candidati di altre L1.<br />
Infine, l’esame del 2009 ha dato risultati migliori rispetto all’anno precedente:<br />
questo è confermato dall’assenza del giudizio C nella valutazione generale, nonché da<br />
un generale aumento dei punteggi. Tale miglioramento può dipendere da due fattori:<br />
oltre a un livello di semplicità maggiore degli item – che dimostra quanto sia diffic<strong>il</strong>e<br />
formulare e confezionare test di pari complessità –, <strong>il</strong> miglioramento dei risultati può<br />
essere anche dipeso da una <strong>didattica</strong> più mirata al superamento dell’esame in seguito<br />
alla prima somministrazione, dato che le sedi in cui si è svolto l’esame sono le stesse<br />
per tutti e tre gli anni.<br />
4. Conclusioni<br />
In linea generale si può quindi concludere che l’esito positivo delle prove, ottenuto nel<br />
70% dei casi, sembra suggerire che la conformità al QCER, l’analisi della distanza<br />
tipologica, al fine di non penalizzare alcuni aspetti nella valutazione, e la riflessione sugli<br />
st<strong>il</strong>i cognitivi siano stati dei validi criteri guida per la formulazione di un test che, come<br />
abbiamo detto, dal 2011 verrà somministrato a diverse tipologie di candidati. L’analisi<br />
dei futuri risultati ci permetterà eventualmente di migliorare <strong>il</strong> test, adeguandolo a<br />
un’utenza più vasta dal punto di vista sia della tipologia della L1, sia del tipo di<br />
apprendente.<br />
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