La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Il <strong>progetto</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>. Requisiti e competenze<br />
per studiare nelle università italiane<br />
Serena Ambroso<br />
<strong>La</strong> presenza di <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> nelle università italiane è un fenomeno relativamente<br />
recente. Si è manifestato in maniera sistematica da quando, nel 2006, è stato avviato <strong>il</strong><br />
Progetto <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>, iniziativa progettata e sv<strong>il</strong>uppata dalla Conferenza dei Rettori<br />
delle Università Italiane (CRUI), sostenuta dalla Presidenza della Repubblica Italiana e<br />
realizzata grazie all’impegno di varie altre istituzioni. Le sue motivazioni possono<br />
essere – schematicamente – trovate in una serie di mutamenti socio-politici e nelle più<br />
aperte relazioni internazionali fra Italia e Cina.<br />
1. Il <strong>progetto</strong><br />
Innanzitutto, non può essere ignorato che <strong>il</strong> rafforzamento delle relazioni istituzionali tra i<br />
due Paesi sia <strong>il</strong> tassello determinante per la realizzazione dell’ambizioso programma. Nel<br />
maggio 2004 fu infatti istituito <strong>il</strong> Comitato Governativo Congiunto Italia-Cina, cui si<br />
deve <strong>il</strong> Memorandum di Intesa con <strong>il</strong> quale le due Parti si impegnano a cooperare anche<br />
nel settore dell’istruzione e della formazione, in particolare per agevolare l’iscrizione<br />
degli <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> in Italia. Un secondo momento importante per la definizione del<br />
Progetto <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong> è la visita ufficiale che nel luglio 2005 <strong>il</strong> Ministro italiano<br />
dell’Istruzione e dell’Università ha effettuato in Cina, occasione durante la quale è stato<br />
firmato un Protocollo d’Intesa che stab<strong>il</strong>isce gli obiettivi della cooperazione b<strong>il</strong>aterale su<br />
istruzione, alta formazione e ricerca. Infine, l’aumentato numero di imprese italiane in<br />
Cina ha contribuito a far conoscere <strong>il</strong> nostro Paese presentando le nostre eccellenze in<br />
settori ritenuti innovativi e attraenti per i giovani <strong>cinesi</strong>.<br />
“<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” costituisce dunque un’importante iniziativa di sistema, che nel corso<br />
degli anni ha coinvolto su un obiettivo comune diverse istituzioni italiane, pubbliche e<br />
private. In particolare, con ruoli diversi nel Progetto interagiscono:<br />
• le università italiane, che di anno in anno stab<strong>il</strong>iscono liberamente se partecipare<br />
o no al Progetto e, all’occorrenza, fissano <strong>il</strong> numero massimo di posti riservato a<br />
<strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>. Una volta stab<strong>il</strong>ito <strong>il</strong> contingente specifico di <strong>studenti</strong> “<strong>Marco</strong><br />
<strong>Polo</strong>” (<strong>il</strong> numero di <strong>studenti</strong> è distribuito per i vari corsi di <strong>La</strong>urea Triennale e di<br />
<strong>La</strong>urea Magistrale), gli uffici accademici lo segnalano alla CRUI e al MIUR<br />
tramite la banca dati per l’immatricolazione degli <strong>studenti</strong> stranieri. Le<br />
università devono anche indicare alla CRUI i servizi che mettono a disposizione,<br />
sia quelli di accoglienza, sia quelli destinati all’insegnamento/apprendimento<br />
della lingua italiana;