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La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...

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Rosella Bozzone Costa – Luisa Fumagalli – Elena Scaramelli<br />

• 100 ore di ut<strong>il</strong>izzo del percorso online “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” suddivise in 50 ore di lavoro<br />

in autoapprendimento (cfr. § 4.1) e in 50 ore di attività collaborative, coordinate<br />

da un tutor (cfr. § 4.2).<br />

Per quanto riguarda le risorse umane, oltre agli insegnanti universitari, gli <strong>studenti</strong> possono<br />

usufruire di un tutor per 2 ore la settimana, per problemi di supporto individualizzato<br />

all’apprendimento linguistico, e di un mediatore culturale per problemi di accoglienza<br />

e orientamento nelle fasi iniziali. Nelle prime lezioni <strong>il</strong> mediatore culturale fornisce<br />

anche supporto all’insegnante nell’esplicitare la metodologia di lavoro e di gestione<br />

della classe 1 che, com’è noto, è molto diversa da quella cui gli <strong>studenti</strong> sono abituati<br />

in Cina (D’Annunzio 2009; Matteini 2010) e può quindi rappresentare un ostacolo<br />

all’apprendimento (Valentini – Bozzone Costa – Piantoni 2004; Mariani 2006).<br />

Per favorire l’inserimento degli <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> nella vita universitaria e per creare<br />

occasioni di scambio linguistico-culturale, i “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” sono invitati a partecipare al<br />

“Progetto Tandem”, cioè allo scambio di conversazione a cadenza settimanale con <strong>studenti</strong><br />

italiani coetanei che stanno studiando <strong>il</strong> cinese. Tuttavia, pur organizzando e guidando<br />

<strong>il</strong> <strong>progetto</strong> sono pochi gli <strong>studenti</strong> “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” che sfruttano e portano avanti<br />

quest’esperienza, probab<strong>il</strong>mente, soprattutto a causa delle carenze linguistiche che rendono<br />

estremamente limitato lo scambio interattivo.<br />

3. Lezioni in presenza<br />

Le ore di lezione in presenza sono scandite in tre sotto-periodi (marzo-apr<strong>il</strong>e, maggiogiugno<br />

e luglio) e prevedono un aumento progressivo: del numero di ore di lezione<br />

giornaliere (da 3 a 6 ore); delle ore di lezione da classi monolingui con soli <strong>studenti</strong><br />

<strong>cinesi</strong> a classi plur<strong>il</strong>ingui con <strong>studenti</strong> di diversa nazionalità; e delle ore dedicate, oltre<br />

che alla lingua, alla cultura italiana contemporanea e passata. Il lavoro sulla cultura,<br />

necessario per fornire agli <strong>studenti</strong> un bagaglio seppur minimo di conoscenze della realtà<br />

in cui vivono (Rastelli 2010a, p. 11), è rinforzato anche da alcune attività collaborative<br />

proposte nel percorso e-learning “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” e dal percorso di recente progettazione<br />

CULTIT (cfr. § 5.2).<br />

Nelle due ultime settimane di agosto gli <strong>studenti</strong>, dopo aver sostenuto, a fine luglio,<br />

<strong>il</strong> test di livello B1 o B2, <strong>il</strong> cui superamento permetterà loro l’iscrizione all’università,<br />

frequentano altre 30 ore in classi monolingui per attività di orientamento all’università.<br />

Inoltre, a partire dagli inizi di settembre gli <strong>studenti</strong> “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” possono frequentare<br />

i corsi di sostegno di italiano lingua comune e di italiano specialistico (ad esempio<br />

economico e giuridico) per matricole straniere e <strong>il</strong> corso non intensivo di 4 ore<br />

settimanali del primo semestre, organizzati dal C.I.S. Tuttavia si è osservato che queste<br />

possib<strong>il</strong>ità sono in generale poco sfruttate dagli <strong>studenti</strong> “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>”, i quali con<br />

1 Per esempio, è stata r<strong>il</strong>evata da tutti gli insegnanti una forte resistenza al lavoro di coppia e di gruppo e<br />

una totale mancanza di abitudine alle attività di produzione orale, che non siano basate su formule<br />

imparate a memoria.

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