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La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...

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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />

burocratismo che applichi agli <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> del “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” le stesse paure verso<br />

l’immigrazione clandestina, con ciò sv<strong>il</strong>endo e distorcendo tutto <strong>il</strong> senso del <strong>progetto</strong>.<br />

Più che nelle dichiarazioni di intento, temiamo che tale rischio si presenti nei fatti, nella<br />

prassi concreta della dimensione burocratico-amministrativa.<br />

Se tutto ciò vale come esame del <strong>progetto</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong> visto dalla prospettiva<br />

universitaria, riteniamo che i punti di criticità menzionati non possano essere ricondotti<br />

esclusivamente ai vizi del nostro modo di essere e fare università e<br />

internazionalizzazione, né solo negli incerti intenti di qualche ufficio ministeriale. I<br />

limiti del “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” fin qui esposti hanno una radice più profonda, e “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>”<br />

è solo un evento, nei suoi aspetti positivi e negativi, che catalizza le questioni più ampie<br />

della politica linguistica per l’italiano nel mondo: solo entro questo quadro è possib<strong>il</strong>e<br />

comprendere i punti di forza rappresentati dal <strong>progetto</strong>, i suoi limiti intrinseci, i rischi<br />

che corre, <strong>il</strong> ruolo che potrebbe avere in rapporto alla complessiva posizione<br />

dell’italiano nel mondo. Il fatto è, però, che per l’italiano L2 nell’Italia repubblicana<br />

non è mai esistita una vera e propria politica linguistica: semmai è esistita solo una nonpolitica<br />

linguistica. 2<br />

3. <strong>La</strong> non-politica linguistica<br />

Non-politica: diffic<strong>il</strong>mente possiamo qualificare in modo diverso quanto hanno fatto<br />

relativamente alla lingua e alle lingue le istituzioni italiane, dell’Italia repubblicana<br />

sicuramente, ma forse <strong>il</strong> tratto potrebbe avere un’estensione più ampia nella nostra storia.<br />

Nel momento in cui si pongono le questioni sul piano della politica, ancorché<br />

linguistica, ci si colloca su un terreno dove si incontrano le scelte individuali e quelle<br />

collettive. Si tratta di scelte politiche, e perciò etiche, a nostro parere, nel momento in<br />

cui vengono toccati i problemi dei diritti linguistici, dei diritti all’espressione. Le norme<br />

dettate dalla politica, nella sua forma legittimata istituzionalmente, coinvolgono questa<br />

dimensione e cercano di darle una forma nelle parole stesse della legge, della politica,<br />

in un tentativo di dominio di ciò che già da sé domina gli umani e le loro relazioni<br />

anche nelle forme istituzionali.<br />

Poniamo entro questo approccio la questione circa la natura ‘politica’ degli<br />

interventi istituzionali italiani sulla lingua, ma proprio se misuriamo tali azioni con i<br />

tratti che la ricerca scientifica attribuisce alla nozione di ‘politica linguistica’,<br />

rimaniamo sconcertati dal fatto che tali tratti diffic<strong>il</strong>mente si applicano a tali azioni. <strong>La</strong><br />

tesi che proponiamo è che la politica istituzionale di diffusione dell’italiano non sia<br />

esistita, se con tale espressione si fa riferimento a un’azione strategica, che raccolga <strong>il</strong><br />

sentire di un popolo, di una società civ<strong>il</strong>e, i valori fondanti la sua identità, da un lato; e<br />

dall’altro sappia identificare i punti critici delle sue dinamiche comunicative,<br />

espressive, linguistiche, e di conseguenza sappia definire obiettivi di sv<strong>il</strong>uppo della<br />

2 Sulla mancanza di politica linguistica per l’italiano L2 siamo tornati in un contributo in corso di stampa<br />

su «Li d’O – Lingua Italiana d’Oggi», dove esaminiamo la questione a partire dai saggi contenuti in<br />

«Limes», Quaderni speciali, 2/3 (2010), Lingua è potere, cui rimandiamo per una più ampia trattazione.<br />

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