La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />
A livello sintattico <strong>il</strong> cinese è riconosciuto come lingua topic prominent, in quanto<br />
sembra porre in prima posizione l’elemento topicale. Presenta una fenomenologia<br />
variegata in riferimento all’ordine dei costituenti, in quanto per alcune strutture come le<br />
frasi relative sembra seguire un ordine OV, mentre per altre come le costruzioni<br />
avverbiali sembra seguire un ordine VO; inoltre permette l’omissione tanto del soggetto<br />
quanto dell’oggetto [+ complement drop].<br />
Alla luce di tali considerazioni quindi, e valutando quanto un apprendente di livello<br />
A2 è in grado di fare, ci sembra ragionevole ad esempio non formulare parametri di<br />
correzione che diano molto peso alla pronuncia e all’intonazione dato <strong>il</strong> diverso sistema<br />
prosodico del cinese, o penalizzare casi in cui <strong>il</strong> candidato realizzi una frase con ordine<br />
marcato lì dove, invece, non sembra essere richiesta, andando a valutare una<br />
competenza linguistica di livello superiore a quella prevista.<br />
2.1.3. St<strong>il</strong>i cognitivi<br />
Ogni volta che si affrontano aspetti relativi agli st<strong>il</strong>i cognitivi si procede sempre con<br />
molto timore di eventuali fraintendimenti, data la delicatezza dell’argomento. Tuttavia,<br />
procedendo sulla base di studi e ricerche precedenti e sulla base delle nostre esperienze<br />
vissute direttamente in classe a stretto contatto con apprendenti <strong>cinesi</strong> di italiano, è<br />
possib<strong>il</strong>e riconoscere un loro st<strong>il</strong>e prevalente nelle modalità di affrontare un compito.<br />
Per st<strong>il</strong>e cognitivo si intende <strong>il</strong> modo di affrontare un compito, in questo caso di<br />
apprendimento e/o comunicativo; ne consegue che non vi è uno st<strong>il</strong>e ideale<br />
nell’affrontare un determinato compito, ma che uno stesso compito può essere svolto<br />
seguendo diversi st<strong>il</strong>i cognitivi. Ad esempio, fra gli altri Pallotti (1998) propone di<br />
distinguere tra dipendenza dal campo e indipendenza dal campo: gli individui<br />
dipendenti dal campo tendono a elaborare le informazioni tenendo conto dei fattori<br />
contestuali; gli individui, invece, indipendenti dal campo sono in grado di elaborare le<br />
informazioni in modo analitico, isolandole dal contesto. Inoltre si distingue tra<br />
individui «costruttori di regole» e individui «raccoglitori di dati»: nel primo caso<br />
l’apprendente memorizza segmenti linguistici e regole e la memorizzazione delle regole<br />
grammaticali anticipa la produzione; nel secondo caso, invece, l’apprendente è portato<br />
attraverso la raccolta di dati alla scoperta delle regole e si dimostra audace nella<br />
produzione e noncurante delle regole linguistiche.<br />
I diversi st<strong>il</strong>i cognitivi sono legati alle diverse strategie di comprensione di un testo,<br />
sia esso scritto o orale, e determinano, fra altri fattori, le strategie di apprendimento. Si<br />
potrebbe ipotizzare dunque che l’individuo «costruttore di regole», che pred<strong>il</strong>ige uno st<strong>il</strong>e<br />
di tipo analitico e dipendente dal campo, preferirà tendenzialmente ut<strong>il</strong>izzare strategie di<br />
lettura e/o di ascolto critico e integrale, che richiedono una processazione di tipo lineare e<br />
completa. Al contrario, l’individuo «raccoglitore di dati» che pred<strong>il</strong>ige uno st<strong>il</strong>e globale e<br />
indipendente dal campo preferirà attuare strategie di lettura e/o di ascolto esplorativo,<br />
selettivo e cursorio, che non richiedono la processazione totale e lineare del testo, ma una<br />
processazione parziale, frammentaria e d’insieme (Scipioni 1990).<br />
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