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La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...

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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />

strettamente comunicative e di quelle legate alla tipologia di apprendimento e delle<br />

metodologie di studio degli <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>. Per meglio soddisfare le necessità di<br />

schematizzazione e memorizzazione degli apprendenti abbiamo realizzato una<br />

registrazione delle regole del passato prossimo seguendo la linea delle consegne scritte.<br />

Figura 9. Esempi tratti dall’adattamento di Lingue in rete – italiano L2 per apprendenti <strong>cinesi</strong><br />

8. Conclusioni<br />

Le tecnologie per la <strong>didattica</strong>, nell’ambito dei corsi oggetto di studio, hanno contribuito<br />

alla realizzazione di percorsi didattici incentrati sugli effettivi bisogni dei discenti,<br />

esercitando e sv<strong>il</strong>uppando le quattro ab<strong>il</strong>ità linguistiche primarie, consolidando le<br />

competenze in preparazione della certificazione PLIDA e permettendo un primo<br />

contatto con i linguaggi settoriali inerenti ai corsi di laurea scelti dagli <strong>studenti</strong>. I dati<br />

ricavati dai questionari somministrati e dai risultati della certificazione PLIDA<br />

evidenziano interesse per le attività proposte e ricadute didattiche positive. Se a<br />

posteriori ci soffermiamo sull’effettiva offerta formativa rivolta ai discenti <strong>cinesi</strong> del<br />

<strong>progetto</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong> e sulla progettazione <strong>didattica</strong> effettuata, possiamo però<br />

evidenziare alcuni punti critici da considerare per una eventuale riprogettazione futura.<br />

In particolare, emerge che la maggiore attenzione è stata dedicata all’esercizio e allo<br />

sv<strong>il</strong>uppo delle ab<strong>il</strong>ità scritte, a scapito di quelle orali, con prevalente realizzazione di<br />

attività individuali, che poco hanno sfruttato la comunità di pratica tipica degli ambienti<br />

digitali della terza generazione di FAD (Macrì 2007).<br />

Chuchiù et al. (1998), Marin – Magnelli (2009). Tali manuali sono stati scelti per le loro diverse tipologie,<br />

che spaziano da testi universitari a edizioni ‘divulgative’, contemplando opere più tradizionalmente di<br />

stampo grammaticale traduttivo e più innovative, più vicine all’approccio comunicativo. Ciò ha permesso<br />

di ottenere una più ampia panoramica delle diverse metodologie di studio e di apprendimento.<br />

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