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La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...

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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />

7. <strong>La</strong> non-politica e l’italiano nel mondo<br />

Sappiamo quanta retorica accompagni tale questione: «Siamo la quarta-quinta lingua<br />

più studiata nel mondo: evviva!» Ma nessuna riflessione su come ciò sia potuto<br />

avvenire, sui competitori che si affacciano nel mondo globale, sui punti di criticità da<br />

superare rapidamente, sulla mancanza di risorse investite sulla materia, sullo sv<strong>il</strong>imento<br />

della posizione della nostra lingua entro le istituzioni comunitarie. «Gli emigrati italiani<br />

sono gli ambasciatori della nostra lingua e cultura nel mondo: evviva!». Eppure,<br />

nessuna consapevolezza del fatto che per i giovani e giovanissimi discendenti dei nostri<br />

emigrati l’italiano è ora solo una lingua straniera, da scegliere – per apprenderla – fra<br />

altre lingue straniere. Aggiungiamo, poi, che manca ancora una storia linguistica<br />

dell’emigrazione italiana nel mondo (chi scrive, con i propri collaboratori presso<br />

l’Università per Stranieri di Siena, la sta approntando, in vista delle celebrazioni<br />

dell’Unità d’Italia). Potremmo continuare, anzi aggiungiamo: siamo, dopo l’inglese, la<br />

seconda lingua più visib<strong>il</strong>e nella comunicazione sociale dei panorami linguistici urbani<br />

nel mondo. Nelle insegne, nei manifesti, nelle pubblicità, come lingua straniera, dopo<br />

l’inglese, c’è l’italiano: anche noi non ci soffermiamo su come ciò sia potuto avvenire<br />

(a tal fine rimandiamo ai lavori prodotti dal Centro di Eccellenza della Ricerca –<br />

Osservatorio linguistico permanente dell’italiano diffuso fra stranieri e delle lingue<br />

immigrate in Italia, istituito dal Ministero dell’Università presso l’Università per<br />

Stranieri di Siena). Però, si tratta di una novità, di un dato di fatto indiscutib<strong>il</strong>e, non di<br />

stravaganze linguistiche occasionali: un fatto emerso fuori di un <strong>progetto</strong> di politica<br />

linguistica!<br />

Chi scrive ritiene che le posizioni conquistate dall’italiano entro <strong>il</strong> mercato globale<br />

delle lingue nei due decenni appena passati siano oggi messe a rischio proprio dalla<br />

non-politica linguistica italiana che si concretizza in posizioni antiquate, di impronta<br />

linguistica nazionalistica, di fatto antieuropee.<br />

Dalla constatazione della mancanza di una vera e propria politica culturale di<br />

diffusione della lingua italiana deriviamo una ipotesi: riteniamo che, intrinsecamente, la<br />

diffusione della nostra lingua e cultura nel mondo, nel mercato globale delle lingue, si<br />

sia svolta entro una dialettica fra soggetti diversi, istituzionali e di altra natura, che<br />

hanno creato un sistema plurimo, a ‘geometria variab<strong>il</strong>e’, meno potente dei sistemi che<br />

sorreggono la diffusione di altre lingue dal destino internazionale, come, ad esempio,<br />

l’inglese, <strong>il</strong> francese, <strong>il</strong> tedesco, lo spagnolo: meno potente perché meno dotato di<br />

risorse; perché meno inquadrato nei termini di una politica fondata su una identità di<br />

popolo isomorfa alla identità linguistica oggetto dell’opera di diffusione. Si tratta di una<br />

politica meno potente, certo, ma più spontanea, più capace di adattarsi alle diverse<br />

situazioni: solo così si spiega <strong>il</strong> successo che ancora oggi, nonostante tutto, ha la nostra<br />

lingua nel mondo: la quarta-quinta lingua più studiata come lingua straniera; con una<br />

componente del 25% di <strong>studenti</strong> che vi si avvicinano per motivi di lavoro (per lavorare<br />

con le imprese italiane, di uno dei Paesi più industrializzati del mondo, non solo per<br />

fare <strong>il</strong> traduttore o l’insegnante: ce lo dicono i dati di Italiano 2000); la seconda lingua<br />

presente nella comunicazione sociale del mondo dopo l’inglese.<br />

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