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La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...

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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />

2.1. Apprendere in una L2<br />

Nella cornice teorica del costruttivismo, la concezione di apprendimento può essere<br />

ricondotta a un modello di organizzazione delle conoscenze. L’apprendimento è un<br />

processo attivo in cui l’apprendente è un attore centrale che costruisce la conoscenza a<br />

partire dalla sua esperienza del mondo e dalle informazioni che gli derivano<br />

dall’ambiente socioculturale nel quale è inserito. Apprendere è quindi la capacità di<br />

(ri)costruire sistematicamente la rete delle proprie conoscenze selezionando fra le<br />

nuove conoscenze quelle pertinenti.<br />

L’assim<strong>il</strong>azione che ne consegue è al contempo apprendimento e modificazione<br />

dell’assetto di conoscenze: per accrescimento, quando si produce un aumento<br />

quantitativo di conoscenze all’interno degli schemi già esistenti; per messa a punto, se<br />

l’integrazione dell’informazione avviene mediante un adattamento, un assestamento<br />

degli schemi; per ristrutturazione, ovvero per creazione di nuovi schemi a seguito della<br />

soppressione di segmenti anche estesi dei vecchi schemi che si sono rivelati inadeguati<br />

o scorretti (Bandiera 2002).<br />

Ne deriva che c’è apprendimento solo se si hanno strutture di conoscenza su cui<br />

appoggiarsi. L’intervento formativo è produttivo se l’input supera le attuali competenze<br />

dell’apprendente, ma non troppo da risultargli incomprensib<strong>il</strong>e; insomma, se si situa<br />

all’interno di quell’area in cui l’apprendente può estendere le sue competenze e risolvere<br />

problemi grazie all’aiuto degli altri (si pensi al concetto di ‘zona di sv<strong>il</strong>uppo prossimale’<br />

di Vygotskij, intesa come differenza tra quello che l’apprendente sa già e quello che è <strong>il</strong><br />

suo sv<strong>il</strong>uppo potenziale). Se si parte da questa concezione dell’apprendimento, allora per<br />

l’apprendente è importante riuscire a trovare, all’interno delle conoscenze già in suo<br />

possesso in un determinato ambito, degli ‘agganci’ affinché le nuove conoscenze non<br />

scivolino via. 6<br />

Tali riflessioni di carattere teorico ci portano ad alcune considerazioni che riguardano<br />

la prima fase del percorso degli <strong>studenti</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong> (i corsi di lingua italiana).<br />

In primo luogo, l’impatto principale degli <strong>studenti</strong> con <strong>il</strong> mondo italiano<br />

dell’insegnamento è costituito dal corso di lingua. Sarebbe importante tener conto dell’assetto<br />

delle conoscenze dei vari apprendenti <strong>cinesi</strong> riguardo proprio all’apprendimento della lingua,<br />

non tanto per quanto attiene ai contenuti, quanto per l’approccio didattico e le tecniche<br />

ut<strong>il</strong>izzate. Sappiamo che <strong>il</strong> modo di insegnare/apprendere le lingue in Cina segue spesso<br />

vie diverse da quelle che ormai si sono imposte in larga parte dell’occidente. Il ruolo<br />

del docente è profondamente diverso, ma anche <strong>il</strong> modo di apprendere è diverso. Non<br />

intendiamo in questa sede addentrarci in complesse questioni interculturali. È stato<br />

comunque più volte notato nel corso delle varie esperienze “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” che<br />

l’approccio comunicativo crea all’inizio un effetto di spaesamento notevole negli<br />

<strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>. Per questo sarebbe fondamentale per i primi tempi affiancare gli<br />

<strong>studenti</strong> ad altri <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong> già inseriti nell’università italiana o a mediatori italiani<br />

esperti del mondo della formazione in Cina (come avviene a Roma Tre), oppure,<br />

addirittura affidare la prima parte del corso a un insegnante cinese che fornisca – nelle<br />

6 Cfr. Bandiera – Borneto (1992) e si veda l’esperimento condotto da Bandiera in Puglielli et al. (2002).<br />

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