La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Elisabetta Bonvino<br />
partecipato al <strong>progetto</strong>. 3 Tale monitoraggio è estremamente diffic<strong>il</strong>e da realizzare. Infatti,<br />
gli <strong>studenti</strong> seguono percorsi molto diversi. Ad esempio, uno studente che segue <strong>il</strong> corso<br />
di italiano L2 a Roma Tre può iscriversi poi in facoltà di altri Atenei italiani. Anche<br />
qualora lo studente rimanga nello stesso Ateneo, sembra che gli attuali sistemi informatici<br />
di gestione degli <strong>studenti</strong> non consentano la tracciab<strong>il</strong>ità del percorso degli <strong>studenti</strong><br />
appartenenti a progetti speciali. I dati che siamo riusciti a raccogliere, 4 confrontati con i<br />
dati di un’indagine effettuata da Unitalia nel 2009 nell’Ateneo di Torino (citata in<br />
Rastelli 2010, p. 11), ci dicono che la percentuale di abbandoni entro <strong>il</strong> primo anno è<br />
altissima, intorno al 70%. Negli anni successivi, tale percentuale sembrerebbe addirittura<br />
aumentare. Le cause dell’abbandono potrebbero essere molteplici. Ci possono essere<br />
<strong>studenti</strong> che, una volta terminata la formazione linguistica, lasciano l’Italia per ragioni<br />
personali o per mutamenti di <strong>progetto</strong> di vita. Altri <strong>studenti</strong> potrebbero ritenere l’iter<br />
formativo proposto dalle facoltà non adeguato alle loro aspettative. È indubbio che l’alto<br />
tasso di abbandoni è in relazione con l’attrattività dell’Università italiana e dovrebbe far<br />
riflettere. 5 Tuttavia, è verosim<strong>il</strong>e pensare che in buona parte gli abbandoni rivelino<br />
l’inadeguatezza dei prerequisiti e del percorso di formazione linguistica.<br />
In questo intervento, a partire da considerazioni generali sull’apprendimento<br />
veicolato da una L2, proporremo qualche riflessione sul percorso formativo degli <strong>studenti</strong><br />
<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>, nella convinzione che, a prescindere dalle difficoltà linguistiche degli<br />
<strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>, ci si debba interrogare anche su quali siano in generale le competenze<br />
necessarie per studiare in una L2.<br />
2. Quali competenze per studiare in L2<br />
Lo studente straniero che si appresta ad affrontare un percorso di studi universitario a<br />
livello di <strong>La</strong>urea triennale o superiore deve imparare in breve tempo una nuova lingua, e<br />
soprattutto deve ut<strong>il</strong>izzare questa lingua per imparare nuovi concetti, cioè, per acquisire,<br />
organizzare ed espandere le proprie conoscenze in un determinato ambito. L’italiano non<br />
è quindi solo materia di studio, ma è soprattutto lo strumento che veicola nuovi saperi<br />
(cfr. Ambroso 2009). Se l’apprendimento dipende dalla nuova lingua, ci dobbiamo<br />
interrogare, oltre che sul livello linguistico, anche su ‘quale lingua’ debba aver appreso lo<br />
studente prima di intraprendere <strong>il</strong> suo percorso formativo in L2, e quali ab<strong>il</strong>ità<br />
linguistiche dovranno essere priv<strong>il</strong>egiate nella sua preparazione. Ma la lingua non è tutto.<br />
L’esperienza ci insegna che bisogna ‘saper apprendere’ e saper mettere in atto le<br />
adeguate strategie cognitive per farlo. Dal momento che abbiamo definito, in questo<br />
contesto, l’italiano la ‘lingua per apprendere’, vediamo che cosa vuol dire apprendere,<br />
dapprima, in termini generali; cercheremo poi di calare alcuni concetti nella realtà del<br />
percorso specifico degli <strong>studenti</strong> “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>”.<br />
3<br />
Solo nei primi anni del Progetto <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong> la CRUI ha effettuato questi monitoraggi.<br />
4<br />
Ottenuti grazie alla gent<strong>il</strong>e collaborazione della segreteria <strong>studenti</strong> e in particolare della dottoressa Roberta<br />
Evangelista.<br />
5<br />
Si veda su questo punto l’intervento di Vedovelli, in questo volume.