La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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“<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>”, l’internazionalizzazione, la non-politica<br />
linguistica italiana<br />
Massimo Vedovelli<br />
1. Introduzione<br />
L’occasione di riflettere sull’esperienza del <strong>progetto</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>, soprattutto per ciò<br />
che ha riguardato la formazione linguistica, invita a sv<strong>il</strong>uppare l’analisi in rapporto<br />
almeno a due ordini di questioni: da un lato, considerando <strong>il</strong> ruolo di “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>”<br />
entro i processi di incremento del tasso di internazionalizzazione del sistema<br />
universitario italiano; dall’altro, riferendolo alle azioni più generalmente ascrivib<strong>il</strong>i al<br />
quadro della politica linguistica italiana. Dal punto di osservazione costituito dal<br />
<strong>progetto</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>, entrambe le questioni non mostreranno all’analisi, in definitiva,<br />
molto di che essere soddisfatti. Lo affermiamo dalla prospettiva di chi ha contribuito,<br />
insieme ai colleghi dell’Università per Stranieri di Perugia, a stendere <strong>il</strong> protocollo<br />
della formazione linguistica e dell’allegato sugli standard dell’accoglienza. Su<br />
quest’ultima tematica, poi, le ombre prevalgono nettamente sulle zone luminose, e di<br />
tale oscurità sono ben consapevoli anche le Autorità <strong>cinesi</strong>, che pubblicamente durante<br />
la prima verifica congiunta dell’andamento del <strong>progetto</strong> hanno esplicitamente accusato<br />
la parte italiana di trascurare questa dimensione, che ha un ruolo importante per le<br />
famiglie <strong>cinesi</strong> che decidono di mandare i propri figli a studiare in Italia e che, a fronte<br />
del grande impegno finanziario che comunque richiede <strong>il</strong> mantenere uno studente in un<br />
Paese straniero a migliaia di ch<strong>il</strong>ometri di distanza, pretendono almeno alcune garanzie,<br />
alcune sicurezze che non sono dissim<strong>il</strong>i da quelle che le famiglie italiane<br />
pretenderebbero quando volessero inviare i propri figli a studiare in Cina o in un<br />
qualunque altro Paese. B<strong>il</strong>ancio negativo, allora? Totalmente negativo, no di certo; ma<br />
tale da sollecitare incisivi cambiamenti di direzione, sì. Purtroppo, le condizioni<br />
normative e più generalmente sociali e politiche (quindi anche di orientamento, guida,<br />
direzione del sistema dell’alta formazione) del nostro Paese non sono tali da alimentare<br />
speranze e ottimismi.<br />
2. Il <strong>progetto</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong> e l’internazionalizzazione del sistema universitario italiano<br />
Il <strong>progetto</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong> rappresenta una delle principali iniziative messe in atto per la<br />
promozione dell’attrattività internazionale del nostro sistema universitario nel mondo:<br />
di sicuro quella più sistematicamente seguita e attuata, quella che più si è diffusa entro<br />
<strong>il</strong> sistema. A fronte di azioni per lo più su scala individuale abitualmente messe in atto<br />
dai singoli Atenei, o al massimo a fronte della scala regionale di tali azioni, un<br />
approccio come quello di “<strong>Marco</strong> <strong>Polo</strong>” ha mostrato tratti che segnano una reale<br />
frattura, un vero salto di qualità nell’approccio alla questione.