La didattica dell'italiano a studenti cinesi e il progetto Marco Polo ...
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Atti del seminario «<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> dell’italiano a <strong>studenti</strong> <strong>cinesi</strong>»<br />
Tabella 5. Nuovo HSK, CLPS, CEF a confronto<br />
Ai nostri fini, quelli che interessano di più sono i due livelli centrali che corrispondono<br />
al B1 e B2, vale a dire i livelli III e IV del nuovo esame cinese. A questo proposito, le<br />
competenze linguistiche acquisite vengono così ulteriormente specificate ed espresse in<br />
termini operativi:<br />
Livello III: è in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi in lingua standard su<br />
argomenti fam<strong>il</strong>iari che si affrontano normalmente al lavoro, a scuola, nel tempo libero,<br />
etc. Sa cavarsela in molte situazioni che si possono presentare viaggiando in Cina.<br />
Livello IV: può conversare in cinese su un’ampia gamma di argomenti ed è in grado di<br />
comunicare fluentemente con parlanti nativi di cinese.<br />
Oltre alla riduzione del numero dei livelli, nell’attuale sistema è purtroppo caduta<br />
anche la distinzione fra le competenze linguistiche minime richieste per accedere a<br />
corsi di studio universitari <strong>cinesi</strong>. A nostro avviso, se da una parte l’attuale quadro di<br />
riferimento è più semplice e accessib<strong>il</strong>e, dall’altro ci sembra un passo indietro rispetto<br />
al passato, quando la conoscenza dei diversi livelli dei ‘saper fare in L2’ era collegata<br />
direttamente al diverso ruolo che la lingua ha nel veicolare i contenuti settoriali del<br />
corso di studio prescelto: nell’esposizione dei propri argomenti, materie scientifiche<br />
come la matematica o la chimica ricorrono a forme linguistiche ridotte e allo stesso<br />
tempo meno ambigue; consentono quindi l’accesso ad essi anche a chi possiede<br />
competenze ancora limitate nella lingua veicolare. Invece, le materie umanistiche quali<br />
quelle letterarie o quelle f<strong>il</strong>osofiche o storiche esprimono i contenuti relativi ai loro<br />
ambiti attraverso usi della la lingua meno prevedib<strong>il</strong>i ma molto più variati (basti<br />
pensare ai tipi testuali!) e quindi più complessi, che per la loro comprensione<br />
richiedono ai parlanti non nativi competenze linguistiche certamente più avanzate.<br />
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