Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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Presentazione<br />
È stato detto che l’arte “fiorisce meglio laddove l’uomo<br />
deve correggere la natura”. Forse <strong>per</strong> questo i luoghi, i<br />
musei, i palazzi, le chiese dell’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> ne racchiudono<br />
tanta parte e tanto significativa rispetto a<br />
molte altre regioni d’Italia e d’Europa, magari più conosciute<br />
e celebrate <strong>per</strong> il loro patrimonio storico e artistico.<br />
Né appare possibile e utile, <strong>per</strong> l’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>,<br />
tracciare la tradizionale demarcazione tra arti maggiori<br />
e arti m<strong>in</strong>ori, che anzi il più delle volte anche i più straord<strong>in</strong>ari<br />
capi d’o<strong>per</strong>a ci sono giunti contornati e <strong>in</strong> qualche<br />
modo esaltati dalla fitta trama dei manufatti di gran mestiere,<br />
decori eleganti, disposizioni sapienti, ambientazioni<br />
e scenografie suggestive.<br />
Questo non solo nelle maggiori città d’arte, come Parma,<br />
Ferrara, Bologna, <strong>in</strong> cui si sono sviluppate importanti<br />
scuole e maniere artistiche, ma anche <strong>in</strong> centri m<strong>in</strong>ori<br />
come Correggio, Guastalla, Carpi, Imola, Faenza e<br />
numerosi altri luoghi <strong>in</strong> cui sono ben visibili sia il riverbero<br />
dei centri maggiori che le <strong>in</strong>fluenze esterne <strong>per</strong>venute<br />
non solo dal Veneto e dalla Toscana, come si può<br />
notare nel ferrarese e <strong>in</strong> <strong>Romagna</strong>, ma anche dalla Francia<br />
e dall’Europa settentrionale, come è avvenuto <strong>per</strong><br />
Parma e Piacenza.<br />
Anche il collezionismo di grande tradizione, presente <strong>in</strong><br />
<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> con esempi di massimo splendore, corona<br />
il nostro patrimonio <strong>in</strong> maniera s<strong>in</strong>golare <strong>per</strong> le forti<br />
connessioni stilistiche, i rimandi e le <strong>in</strong>tegrazioni tematiche,<br />
<strong>in</strong> cui la vita dei massimi capolavori propone la<br />
coralità del contesto e l’eloquenza del dialogo piuttosto<br />
che il silenzio dell’o<strong>per</strong>a unica e irraggiungibile. Così avviene<br />
ad esempio <strong>per</strong> uno stupefacente Antonello da<br />
Mess<strong>in</strong>a nella collezione del Collegio Alberoni di Piacenza,<br />
tra pregevoli dip<strong>in</strong>ti caravaggeschi e fiamm<strong>in</strong>ghi,<br />
come pure <strong>per</strong> i Monet, Renoir, Cézanne, Morandi, de<br />
Pisis e altri importanti contemporanei che nella Fondazione<br />
Magnani Rocca di Traversetolo si misurano con<br />
Filippo Lippi, Carpaccio, Tiziano, Dürer, Rubens, Goya,<br />
Van Dyck.<br />
Ma altrettanto <strong>in</strong>teressante appare il collezionismo dedicato<br />
agli oggetti d’uso, di cui il panorama museale<br />
emiliano romagnolo è ricchissimo. Si va dal Museo Internazionale<br />
delle Ceramiche di Faenza, noto <strong>in</strong> tutto il<br />
mondo, al Museo della Mar<strong>in</strong>eria con i colori delle sue<br />
vele dispiegate all’a<strong>per</strong>to nel porto canale di Cesenatico,<br />
al Museo Guatelli di Ozzano Taro, che tra tutti è forse<br />
il più stupefacente. E proprio l’autore di quest’ultimo,<br />
Ettore Guatelli, ci offre una chiave di lettura del collezionismo<br />
che presiede alle molte raccolte formatesi<br />
nella seconda metà del secolo appena concluso. Scrive<br />
Guatelli <strong>in</strong> una recente pubblicazione dell’<strong>Istituto</strong> <strong>per</strong> i<br />
<strong>Beni</strong> <strong>Culturali</strong>: “Inizialmente ho raccolto <strong>per</strong> riutilizzare.<br />
Ai contad<strong>in</strong>i fa caso di tutto… Ma prendevo sempre<br />
quello che ‘mi piaceva’. Cose <strong>in</strong>utili, ma anche <strong>in</strong>gegnosissime,<br />
poetiche nella loro umiltà, da amare. E da far<br />
venire il desiderio di capire, di sa<strong>per</strong>e chi c’era e che cosa<br />
c’era dietro queste cose, come e <strong>in</strong> quali circostanze<br />
si usassero. Cose che stimolavano la fantasia, la creatività.<br />
E ho cont<strong>in</strong>uato anche quando ne ho avute tantissime,<br />
da far dire a qualcuno che avevo un museo”.<br />
Avviene dunque <strong>per</strong> questa raccolta ciò che <strong>in</strong> qualche<br />
modo è avvenuto <strong>in</strong> passato <strong>per</strong> la pittura, la scultura, i<br />
libri antichi, i documenti archivistici, che sono giunti nei