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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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9<br />

Presentazione<br />

È stato detto che l’arte “fiorisce meglio laddove l’uomo<br />

deve correggere la natura”. Forse <strong>per</strong> questo i luoghi, i<br />

musei, i palazzi, le chiese dell’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> ne racchiudono<br />

tanta parte e tanto significativa rispetto a<br />

molte altre regioni d’Italia e d’Europa, magari più conosciute<br />

e celebrate <strong>per</strong> il loro patrimonio storico e artistico.<br />

Né appare possibile e utile, <strong>per</strong> l’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>,<br />

tracciare la tradizionale demarcazione tra arti maggiori<br />

e arti m<strong>in</strong>ori, che anzi il più delle volte anche i più straord<strong>in</strong>ari<br />

capi d’o<strong>per</strong>a ci sono giunti contornati e <strong>in</strong> qualche<br />

modo esaltati dalla fitta trama dei manufatti di gran mestiere,<br />

decori eleganti, disposizioni sapienti, ambientazioni<br />

e scenografie suggestive.<br />

Questo non solo nelle maggiori città d’arte, come Parma,<br />

Ferrara, Bologna, <strong>in</strong> cui si sono sviluppate importanti<br />

scuole e maniere artistiche, ma anche <strong>in</strong> centri m<strong>in</strong>ori<br />

come Correggio, Guastalla, Carpi, Imola, Faenza e<br />

numerosi altri luoghi <strong>in</strong> cui sono ben visibili sia il riverbero<br />

dei centri maggiori che le <strong>in</strong>fluenze esterne <strong>per</strong>venute<br />

non solo dal Veneto e dalla Toscana, come si può<br />

notare nel ferrarese e <strong>in</strong> <strong>Romagna</strong>, ma anche dalla Francia<br />

e dall’Europa settentrionale, come è avvenuto <strong>per</strong><br />

Parma e Piacenza.<br />

Anche il collezionismo di grande tradizione, presente <strong>in</strong><br />

<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> con esempi di massimo splendore, corona<br />

il nostro patrimonio <strong>in</strong> maniera s<strong>in</strong>golare <strong>per</strong> le forti<br />

connessioni stilistiche, i rimandi e le <strong>in</strong>tegrazioni tematiche,<br />

<strong>in</strong> cui la vita dei massimi capolavori propone la<br />

coralità del contesto e l’eloquenza del dialogo piuttosto<br />

che il silenzio dell’o<strong>per</strong>a unica e irraggiungibile. Così avviene<br />

ad esempio <strong>per</strong> uno stupefacente Antonello da<br />

Mess<strong>in</strong>a nella collezione del Collegio Alberoni di Piacenza,<br />

tra pregevoli dip<strong>in</strong>ti caravaggeschi e fiamm<strong>in</strong>ghi,<br />

come pure <strong>per</strong> i Monet, Renoir, Cézanne, Morandi, de<br />

Pisis e altri importanti contemporanei che nella Fondazione<br />

Magnani Rocca di Traversetolo si misurano con<br />

Filippo Lippi, Carpaccio, Tiziano, Dürer, Rubens, Goya,<br />

Van Dyck.<br />

Ma altrettanto <strong>in</strong>teressante appare il collezionismo dedicato<br />

agli oggetti d’uso, di cui il panorama museale<br />

emiliano romagnolo è ricchissimo. Si va dal Museo Internazionale<br />

delle Ceramiche di Faenza, noto <strong>in</strong> tutto il<br />

mondo, al Museo della Mar<strong>in</strong>eria con i colori delle sue<br />

vele dispiegate all’a<strong>per</strong>to nel porto canale di Cesenatico,<br />

al Museo Guatelli di Ozzano Taro, che tra tutti è forse<br />

il più stupefacente. E proprio l’autore di quest’ultimo,<br />

Ettore Guatelli, ci offre una chiave di lettura del collezionismo<br />

che presiede alle molte raccolte formatesi<br />

nella seconda metà del secolo appena concluso. Scrive<br />

Guatelli <strong>in</strong> una recente pubblicazione dell’<strong>Istituto</strong> <strong>per</strong> i<br />

<strong>Beni</strong> <strong>Culturali</strong>: “Inizialmente ho raccolto <strong>per</strong> riutilizzare.<br />

Ai contad<strong>in</strong>i fa caso di tutto… Ma prendevo sempre<br />

quello che ‘mi piaceva’. Cose <strong>in</strong>utili, ma anche <strong>in</strong>gegnosissime,<br />

poetiche nella loro umiltà, da amare. E da far<br />

venire il desiderio di capire, di sa<strong>per</strong>e chi c’era e che cosa<br />

c’era dietro queste cose, come e <strong>in</strong> quali circostanze<br />

si usassero. Cose che stimolavano la fantasia, la creatività.<br />

E ho cont<strong>in</strong>uato anche quando ne ho avute tantissime,<br />

da far dire a qualcuno che avevo un museo”.<br />

Avviene dunque <strong>per</strong> questa raccolta ciò che <strong>in</strong> qualche<br />

modo è avvenuto <strong>in</strong> passato <strong>per</strong> la pittura, la scultura, i<br />

libri antichi, i documenti archivistici, che sono giunti nei

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