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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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Prov<strong>in</strong>cia di Modena MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

73<br />

34<br />

Modena<br />

Museo Lapidario del Duomo<br />

Modena, Museo Storico dell’Accademia Militare<br />

33<br />

Modena<br />

Museo Storico dell’Accademia<br />

Militare<br />

Il museo è allestito nel Palazzo Ducale<br />

di Modena. Sorto <strong>per</strong> volontà di Francesco<br />

I d’Este (1635), l’edificio venne<br />

costruito <strong>in</strong> forma di reggia sul luogo<br />

dell’antico fortilizio estense dall’architetto<br />

romano Bartolomeo Avanz<strong>in</strong>i, che<br />

si avvalse di suggerimenti di Bern<strong>in</strong>i e<br />

Borrom<strong>in</strong>i, soprattutto <strong>per</strong> l’organizzazione<br />

del cortile, culm<strong>in</strong>ato con la<br />

costruzione dello scalone monumentale<br />

(1678). Nel 1724, con la messa <strong>in</strong> o<strong>per</strong>a<br />

delle sculture di P. Spani detto Clemente,<br />

venne completata la decorazione<br />

plastica del prospetto dell’edificio, il<br />

cui cantiere fu proseguito dagli architetti<br />

Vigarani, Loraghi, Bezzi, Terman<strong>in</strong>i,<br />

ed ultimato da G.M. Soli con la sistemazione<br />

dell’ala orientale del palazzo<br />

(<strong>in</strong>izi sec. XIX). Gli <strong>in</strong>terni vennero affrescati<br />

da Francesco Str<strong>in</strong>ga e Marco<br />

Antonio Francesch<strong>in</strong>i (1696). Nel 1756<br />

fu ultimato il “salott<strong>in</strong>o d’oro” alla francese,<br />

eseguito dallo scultore Antonio<br />

Salvatori <strong>per</strong> Francesco III.<br />

Dal 1862 il palazzo ospita l’Accademia<br />

Militare. Nelle sale degli appartamenti<br />

ducali, dove f<strong>in</strong>o al 1880 si conservava<br />

la quadreria oggi alla Galleria Estense,<br />

è allestito il museo. Inaugurato nel 1905,<br />

alla memoria degli ufficiali ex allievi delle<br />

Accademie Militari caduti <strong>in</strong> guerra,<br />

è stato ria<strong>per</strong>to nel 1988 dopo un meticoloso<br />

lavoro di riord<strong>in</strong>o. Le raccolte<br />

sono allestite <strong>in</strong> nove sale. Sono esposti<br />

cimeli e ricordi di ex-allievi caduti <strong>in</strong> età<br />

risorgimentale, nelle guerre coloniali e<br />

nei due conflitti mondiali, e i documenti<br />

relativi alla storia ed alle vicende dell’Accademia<br />

dal 1863 ai giorni nostri. Vi<br />

si trovano <strong>in</strong>oltre divise storiche, una<br />

collezione di figur<strong>in</strong>i e modelli militari e<br />

due tricolori, uno donato nel 1849 da<br />

Carlo Alberto all’Accademia Militare di<br />

Tor<strong>in</strong>o e l’altro, del 1891, dell’Accademia<br />

di Fanteria e Cavalleria.<br />

Il <strong>per</strong>corso espositivo si conclude <strong>in</strong><br />

modo solenne con la “Camera d’oro”,<br />

nella quale si conservano i ritratti di circa<br />

c<strong>in</strong>quecento ufficiali decorati con la<br />

medaglia d’oro al valor militare, e il<br />

“Tempio della Gloria”, suggestivo ambiente<br />

<strong>in</strong> forma ovale impreziosito da<br />

colonne, sacrario dei caduti della prima<br />

guerra mondiale.<br />

(p.t./s.v.)<br />

A. Biondi (a cura), Il Palazzo Ducale di Modena,<br />

Modena 1987.<br />

Il museo, istituito nel 1951, è attualmente<br />

sottoposto ad un progetto di riord<strong>in</strong>o<br />

che prevede un nuovo allestimento<br />

di tutti i re<strong>per</strong>ti, debitamente restaurati,<br />

nell’<strong>in</strong>tento di recu<strong>per</strong>are l’orig<strong>in</strong>ale<br />

rapporto sia storico che ambientale<br />

tra il duomo e l’antico chiostro, sede del<br />

lapidario, e rendere evidenti, anche tramite<br />

alcune postazioni <strong>in</strong>formatiche, le<br />

relazioni tra i s<strong>in</strong>goli frammenti e il loro<br />

effettivo contesto.<br />

L’it<strong>in</strong>erario si apre lungo il fianco s<strong>in</strong>istro<br />

della cattedrale di Modena. Tempio<br />

del potere comunale e tra le più <strong>in</strong>signi<br />

espressioni della civiltà romanica padana,<br />

la chiesa venne edificata a partire<br />

dal 1099 dall’architetto Lanfranco, il<br />

quale si avvalse di Wiligelmo e dei suoi<br />

collaboratori <strong>per</strong> i rilievi dei prospetti<br />

dell’edificio.<br />

La Porta Regia fu aggiunta nel 1178 dai<br />

maestri campionesi, ai quali pure si<br />

deve il grande rosone gotico, con vetrate<br />

di Giovanni da Modena, e il completamento<br />

della celebre torre campanaria,<br />

detta della Ghirland<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>iziata da<br />

Lanfranco.<br />

Nell’<strong>in</strong>terno, dove elementi dell’architettura<br />

borgognona si fondono al tradizionale<br />

impianto basilicale, si conservano<br />

importanti o<strong>per</strong>e di B. degli Erri,<br />

Bonascia, Dossi, Mazzoni e Begarelli.<br />

Il patrimonio del museo comprende<br />

sculture e frammenti architettonici datati<br />

tra il VI e il XV secolo, provenienti<br />

dalla cattedrale.<br />

Tra le o<strong>per</strong>e più rilevanti figurano le otto<br />

grandi metope che decoravano i<br />

salienti del tetto del duomo.<br />

Realizzate nella seconda metà del XII<br />

secolo, simboleggiano le mitiche creature<br />

che nell’immag<strong>in</strong>ario medievale<br />

abitavano i conf<strong>in</strong>i del mondo conosciuto.<br />

G. Trovabene, Il Museo Lapidario del Duomo,<br />

<strong>in</strong> Modena. I <strong>Beni</strong> <strong>Culturali</strong>, Modena 1984.

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