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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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150 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Ravenna<br />

zione locale è rappresentata da bac<strong>in</strong>i<br />

graffiti, ciotole, piatti e boccali del <strong>per</strong>iodo<br />

arcaico, esemplari di “stile severo”<br />

e “stile bello”. Pregevole il nucleo dei<br />

“bianchi di Faenza”; ampiamente documentate<br />

le manifatture del XVIII e del<br />

XIX secolo. Una sezione è dedicata alla<br />

produzione degli artisti faent<strong>in</strong>i del XX<br />

secolo.<br />

Il museo pubblica dal 1913 la rivista<br />

bimestrale specialistica “Faenza”; dal<br />

1979, ha sede al suo <strong>in</strong>terno il laboratorio<br />

didattico “Giocare con l’arte” creato<br />

con la collaborazione di Bruno Munari;<br />

dal 1997 ospita il “Premio Faenza” che<br />

seleziona o<strong>per</strong>e dest<strong>in</strong>ate alle proprie<br />

sezioni moderna e contemporanea. Da<br />

alcuni anni a questa parte il museo è<br />

oggetto di importanti lavori di ampliamento<br />

e ristrutturazione che hanno già<br />

determ<strong>in</strong>ato ed anche <strong>in</strong> futuro determ<strong>in</strong>eranno<br />

nuovi allestimenti.<br />

(m.g.)<br />

G.C. Bojani, C. Ravanelli Guidotti (a cura), Museo<br />

Internazionale delle Ceramiche <strong>in</strong> Faenza,<br />

Bologna 1989.<br />

16<br />

Faenza<br />

P<strong>in</strong>acoteca Comunale<br />

Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche: Bottega faent<strong>in</strong>a, Versatore a conchiglia con figura<br />

di nanerottolo, XVI secolo<br />

museo si dette vita, f<strong>in</strong> dagli anni 1915-<br />

16, ad una scuola divenuta poi statale e<br />

trasformata nel 1938 <strong>in</strong> <strong>Istituto</strong> d’arte<br />

<strong>per</strong> la ceramica, l’attuale <strong>Istituto</strong> “Gaetano<br />

Ballard<strong>in</strong>i”. I bombardamenti che<br />

colpirono Faenza durante l’ultima guerra<br />

determ<strong>in</strong>arono la distruzione di una<br />

consistente parte delle raccolte del<br />

museo alla cui ricostituzione provvidero<br />

lo stesso Ballard<strong>in</strong>i ed il suo successore,<br />

dal 1953, Giuseppe Liverani.<br />

Sono circa trentamila i pezzi attualmente<br />

conservati nel museo. Il patrimonio<br />

si è accresciuto nel corso del tempo<br />

di importanti collezioni private (Mereghi,<br />

Cora, Fanfani, Bracch<strong>in</strong>i, Liverani).<br />

Oltre ai prodotti delle offic<strong>in</strong>e faent<strong>in</strong>e<br />

ed italiane (Montelupo, Deruta, Casteldurante,<br />

Pesaro, manifatture venete,<br />

liguri, milanesi, abruzzesi), si sono<br />

anche di recente ampliate le raccolte<br />

orientali e medio orientali. La produ-<br />

Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche:<br />

Bottega urb<strong>in</strong>ate, Piatto, 1580<br />

Il primo nucleo della civica p<strong>in</strong>acoteca<br />

si costituisce nel 1797, <strong>in</strong> seguito all’acquisizione<br />

della collezione d’arte di Giuseppe<br />

Zauli, il fondatore della locale<br />

Scuola di Disegno. Tale patrimonio viene<br />

successivamente <strong>in</strong>crementato con<br />

numerosi dip<strong>in</strong>ti e vari arredi provenienti<br />

dalle chiese e dai conventi della<br />

città soppressi <strong>in</strong> età napoleonica. F<strong>in</strong>o<br />

al 1870, il museo e la scuola hanno vita<br />

comune. Solo nel 1879, la p<strong>in</strong>acoteca<br />

ottiene una propria sede autonoma<br />

all’<strong>in</strong>terno dell’ex convento dei Gesuiti,<br />

mentre si amplia ulteriormente la consistenza<br />

della raccolta <strong>in</strong> seguito al<br />

deposito di o<strong>per</strong>e provenienti dalla Congregazione<br />

di Carità, da donazioni private<br />

e dall’oculata campagna di acquisti<br />

promossa dall’allora direttore F. Argnani.<br />

Allo stesso Argnani si deve una raccolta<br />

consistente di re<strong>per</strong>ti archeologici<br />

r<strong>in</strong>venuti nella zona e di maioliche<br />

faent<strong>in</strong>e, più tardi confluite nel museo<br />

delle ceramiche.<br />

Negli anni Venti l’assetto del museo fu<br />

alquanto ridimensionato, a livello di

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