Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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Prov<strong>in</strong>cia di Bologna MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
95<br />
19<br />
Bologna<br />
Museo di Geologia e Paleontologia<br />
“Giovanni Capell<strong>in</strong>i”<br />
Il museo è legato al Dipartimento di<br />
Scienze della Terra dell’Università.<br />
Inaugurato nel 1881 <strong>in</strong> occasione del II<br />
Congresso Geologico Internazionale, è<br />
<strong>in</strong>titolato a Giovanni Cappell<strong>in</strong>i (1833-<br />
1922), primo presidente e fondatore<br />
della Società Geologica Italiana.<br />
Oltre ai circa trentamila pezzi raccolti<br />
dallo stesso Cappell<strong>in</strong>i tra il 1860 e il<br />
1911, il museo accoglie le collezioni storiche<br />
di Marsili, Aldrovandi e Monti; la<br />
ricca collezione di pesci fossili di Bolca<br />
(1870); la collezione di Cicadeoidee, la<br />
più grande d’Europa; i due scheletri del<br />
proboscidato Mastodon arvenensis, il<br />
fossile del maldentato Scelidoterium<br />
cappell<strong>in</strong>ii. Ricordiamo <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il modello,<br />
lungo 26 metri e alto 4, del d<strong>in</strong>osauro<br />
del Giurassico Diplodocus carnegiei.<br />
Nella stanza marsiliana sono presenti<br />
sedici pezzi, quattordici dei quali appartenenti<br />
ad elefanti fossili, come il<br />
Palaeoloxodon e il Mammuthus, descritti<br />
e figurati dal Marsili nel suo “Danubius<br />
Pannonico Mysicus observationibus<br />
geograficus... <strong>per</strong>lustratus”,<br />
del 1726.<br />
È poi conservato un legno fossile di<br />
Lithoxilon secundum ex Transilvania,<br />
citato nell’“<strong>in</strong>strumentum donationis”<br />
del 1711, cioè il catalogo a stampa<br />
della prima donazione. Si segnala, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,<br />
il s<strong>in</strong>golare modello di m<strong>in</strong>iera, dono<br />
di Federico Augusto Elettore di Sassonia<br />
a Marsili.<br />
Il museo conserva le catene che <strong>per</strong> due<br />
anni c<strong>in</strong>sero le caviglie del Marsili prigioniero<br />
dei turchi, donate quale ex voto<br />
alla Verg<strong>in</strong>e Annunziata nella cappella<br />
dell’istituto da lui stesso fondato.<br />
(g.b.p.)<br />
Guida al Museo Geologico G. Capell<strong>in</strong>i della R.<br />
Università di Bologna, Imola 1918; C. Sarti, I<br />
fossili e il diluvio universale, Bologna 1988.<br />
20<br />
Bologna<br />
Museo di Antropologia<br />
Fondato nel 1908 da Fabio Frassetto <strong>in</strong><br />
collegamento con il nuovo <strong>in</strong>segnamento<br />
universitario il museo, che occupa<br />
uno spazio espositivo di oltre seicento<br />
metri quadrati presso l’<strong>Istituto</strong> di Antropologia,<br />
documenta <strong>in</strong> prevalenza l’evoluzione<br />
della specie umana a partire dai<br />
Primati, <strong>in</strong> un viaggio a ritroso nel tempo<br />
dalla comparsa delle Australopitec<strong>in</strong>e<br />
s<strong>in</strong>o alle moderne forme di Homo<br />
Sapiens Sapiens.<br />
Il <strong>per</strong>corso espositivo si apre con una<br />
serie di teste umane <strong>in</strong> gesso e di calchi<br />
facciali, spesso policromi, delle diverse<br />
razze umane. Fra questi spicca la collezione<br />
costituita tra il 1927 e il 1932 dall’antropologo<br />
fiorent<strong>in</strong>o Lido Cipriani<br />
<strong>per</strong> conto della “Reale Società Geografica”<br />
come sostegno didattico all’<strong>in</strong>segnamento<br />
di Biologia delle Razze. Di<br />
notevole <strong>in</strong>teresse l’<strong>in</strong>sieme dei calchi<br />
cranici esibiti <strong>per</strong> documentare le deformazioni<br />
etniche <strong>in</strong> uso presso alcune<br />
popolazioni a scopo estetico, rituale o<br />
sociale.<br />
La sezione è corredata da microdiorami<br />
sugli aspetti dell’adattamento della specie<br />
umana ai condizionamenti ambientali.<br />
Nel complesso degli strumenti impiegati<br />
dall’<strong>Istituto</strong> di Antropologia nel<br />
corso del Novecento <strong>per</strong> gli studi nel<br />
campo dell’osteometria, della fisiologia,<br />
della morfologia umana, figurano svariati<br />
utensili <strong>per</strong> la misurazione della<br />
vista, della sensibilità cutanea, delle<br />
dimensioni dello scheletro, l’antropometro<br />
di Frassetto, tavolette e scale cromatiche<br />
<strong>per</strong> la valutazione dei colori<br />
dell’occhio, della pelle, dei capelli.<br />
Il cuore del <strong>per</strong>corso espositivo è costituito<br />
da un it<strong>in</strong>erario che ri<strong>per</strong>corre le<br />
tappe dell’om<strong>in</strong>azione, ponendole <strong>in</strong><br />
relazione con lo sviluppo fisico dell’uomo,<br />
le caratteristiche paleoambientali,<br />
le testimonianze della cultura materiale.<br />
La rassegna si conclude con una serie<br />
di re<strong>per</strong>ti osteologici del <strong>per</strong>iodo compreso<br />
tra il Neolitico e l’età Romana. Di<br />
<strong>in</strong>teresse locale la documentazione relativa<br />
ai siti della Grotta di Gaibola, della<br />
Grotta e del Sottoroccia del Farneto<br />
e ad alcune sepolture villanoviane o di<br />
fase fels<strong>in</strong>ea r<strong>in</strong>venute nell’area metropolitana<br />
bolognese.<br />
(f.l.)<br />
C. D’Amico, Dalla terra alle stelle, «IBC Informazioni»,<br />
4, n. 6, 1996, pp. 65-66.<br />
21<br />
Bologna<br />
Museo di Anatomia Umana<br />
Normale<br />
Chiamato popolarmente “delle cere a-<br />
natomiche”, il museo fu trasferito nel<br />
1908 nella sede attuale, presso l’<strong>Istituto</strong><br />
universitario di Anatomia Umana<br />
Normale dove venne danneggiato <strong>in</strong><br />
parte durante il secondo conflitto mondiale.<br />
Conserva la raccolta delle cere<br />
anatomiche del Gab<strong>in</strong>etto di Anatomia<br />
dell’<strong>Istituto</strong> delle Scienze, fondato nel<br />
1742 ad o<strong>per</strong>a di Benedetto XIV che ne<br />
commissionò i pezzi al notomista Ercole<br />
Lelli (1702-1766).<br />
Tra le sculture esposte, corredate dei<br />
relativi pannelli preparatori, meritano<br />
segnalazione gli otto Scorticati, a grandezza<br />
naturale, f<strong>in</strong>alizzati allo studio dei<br />
muscoli su<strong>per</strong>ficiali e profondi dell’uomo;<br />
Adamo ed Eva, realizzati con la collaborazione<br />
di Domenico Piò e Ottavio<br />
Toselli e, di Anna Morandi Manzol<strong>in</strong>i, la<br />
famosa serie delle mani, l’Autoritratto<br />
e il Busto di Giovanni Manzol<strong>in</strong>i, autore<br />
del Feto con funicolo e placenta.<br />
Di pregevole fattura sono anche le cere<br />
ottocentesche di C. Sus<strong>in</strong>i e G. Astorri.<br />
Al museo è annessa la collezione di Luigi<br />
Calori. Fondata nel 1860, è costituita<br />
da oltre millec<strong>in</strong>quecento crani umani,<br />
tra i quali il supposto cranio di Atalarico,<br />
r<strong>in</strong>venuto nel 1838 a Barbianello sulla<br />
coll<strong>in</strong>a bolognese.<br />
(g.b.p.)<br />
I materiali dell’<strong>Istituto</strong> delle Scienze, Bologna<br />
1979; Le cere anatomiche bolognesi del Settecento,<br />
Bologna 1981; I luoghi del conoscere. I<br />
laboratori storici e i musei dell’Università di<br />
Bologna, Bologna 1988.